Mubarak non si dimette, resta al potere fino alle nuove elezioni

IL CAIRO – Il presidente egiziano Mubarak, nell’ atteso discorso al Paese, non parla di dimissioni, ma delega parte dei suoi poteri al vicepresidente Suleiman.

“Le vostre richieste sono legittime”, spiega. “Ribadisco che non mi ripresenterò alle elezioni presidenziali”, che saranno “libere e giuste”. Ma “non accetterò diktat da altri Paesi”. Da adesso a settembre “ci sarà un ordinato passaggio di poteri”, ha poi assicurato. “Il sangue dei vostri martiri non è stato versato invano”.

 

 

ULTIMORA – L’atteso discorso del presidente Mubarak è slittato di parecchi minuti. Intanto corrono voci contrastanti su una sua possibile fuga. Mentre la tv lo ritrae a palazzo presidenziale, Al Arabiya sostiene che si trova a Sharm el Sheikh assieme al capo di Stato maggiore dell’esercito, Anan. Anche i Fratelli musulmani, che tramite un esponente di spicco dicono di temere un golpe militare, sostengono che il raìs e nella località sul Mar Rosso. Secondo altre fonti, il presidente sarebbe in una caserma alla periferia del Cairo, ma c’è anche chi sostiene che sia fuggito all’estero.


 

IL CAIRO – L’Egitto e il mondo intero sono in attesa del discorso che pronuncerà alla televisione verso le 21, ora italiana, il presidente dell’Egitto Hosni Mubarak. E’ prevedibile che la più alta carica dello Stato egiziano, in seguito alle proteste popolari scatenatesi nel paese, sia pronto a dimettersi sal suo incarico. Almeno, questo è l’auspicio di molti. Ma bisognerà attendere il suo intervento per avere la conferma ufficiale, in cui probabilmente   Mubarak passerà le consegne a Omar Suleiman, vicepresidente e grande tessitore della trama che dovrebbe portare ad una transizione morbida verso quella democrazia a gran voce reclamata da milioni di egiziani.

L’eventuale uscita di scena di Mubarak crea comunque dei timori sui tempi di passaggio dei poteri e, soprattutto, su chi – una volta che l’esercito ha bruciato la candidatura di Suleiman, in quella che appare come una resa dei conti all’interno delle forze armate – cadrà la scelta per guidare il Paese verso una nuova stagione politica.

In piazza Tahir, diventata il simbolo della rivolta, si assapora già la vittoria. “Ce l’abbiamo fatta” gridano in molti. Dopo 17 giorni infernali, gli egiziani sono certi che il loro odiato presidente lascerà i poteri presidenziali. Migliaia di persone hanno raggiunto la piazza de Il Cairo per festeggiare l’evento straordinario.
“Abbiamo ragione di pensare che il dittatore se ne andrà” ci ha riferito telefonicamente un egiziano che in questi minuti si trova in piazza Tahir. “Il clima è surreale” e siamo sicuri che la voce del popolo è finalmente riuscita a sopprimere la voce del despota”.

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