Siria. Video choc. Miliziano squarcia e addenta il corpo del miliziano morto

BEIRUT – Non si placano le indignazioni per il nuovo video della guerra in Siria. Polemiche anche da parte della Coalizione nazionale dell’opposizione siriana, che ha duramente condannato le raccapriccianti immagini pubblicate dapprima su alcuni siti tunisini. Poi successivamente rimbalzati nella stampa internazionale.

 
Una questione che si potrebbe trascinare persino in tribunale. “Il colpevole alla fine verrà portato in tribunale di fronte a una magistratura onesta e imparziale”.
 
Nel video circolato su Youtube si vede chiaramente un uomo che si scaraventa su un cadavere di un miliziano shabbia pro regime. Non solo un’aggressione post mortem. Anche un tentativo di mordere le viscere del soldato defunto. Non è chiaro di che organo si tratti. Le prime indiscrezioni hanno parlato del cuore. Ma forse si tratta del fegato, se non addirittura un polmone. La veridicità del filmato è stata decretata dal “Time”, che ha ben studiato possibili anomalie propagandistiche.
 
L’autore del barbaro gesto è stato condannato all’unanimità dalla comunità internazionale. Non si tratterebbe di uno sconosciuto. Il cannibale è stato identificato col nomignolo di Abu Sakkar, membro della Brigata al Faruq. Un commando operativo nella Siria centrale e in altre regioni del Paese, dai più indicata come indipendente rispetto all’Esercito libero. Ossia quella piattaforma che in teoria unifica le opposizioni armate degli insorti. Ma l’uomo è stato identificato anche come colui che si era già fatto filmare mentre sparava missili a lungo raggio verso le aree sciite del Libano. E mentre posava accanto ai cadaveri dei combattenti libanesi facenti parte di Hezbollah. Un recidivo insomma.
Una presa di posizione da parte dei miliziani da questo folle gesto è stato chiesto anche dall’organizzazione non governativa Human Rights Watch, che ha base a New York, che ha in possesso la versione non sfocata e tagliata che circola in rete e che proponiamo. Pare che oltre al gesto oltraggioso ci sarebbero anche attacchi verbali agli Alauiti, la setta religiosa devota ad Alì, cugino e genero del profeta Maometto, molto in voga in Siria. E di cui Bahsar Al Assad fa parte. Queste la parole.
 
Spero riusciremo a sgozzare tutti gli alauiti. Ho un altro video in cui faccio a pezzi un altro shabbiha con una sega, come quella che si usa per gli alberi. Voi non vedete quello che ci stanno facendo qui, non vivete quello che viviamo noi. Dove sono i miei fratelli, i miei amici, le ragazze del quartiere che sono state stuprate? Che Dio li benedica tutti”.
 
Purtroppo, mentre la comunità internazionale si sta interrogando sull’opportunità o meno di intervento, le stragi proseguono. Ad oltre due anni dall’inizio del conflitto numerosi sono stati i gesti barbari da parte delle milizie in conflitto. Tra questi il video choc dell’uomo sepolto vivo. Era l’aprile del 2012. Senza dimenticare il giornalista Late Maya Naser, freddato durante un collegamento per l’emittente iraniana Press Tv. Era il 26 settembre del 2012. Più drammatica ancora la bimba di quattro mesi uccisa in carcere. “La più giovane prigioniera politica finita nelle carceri degli Assad”. Era gennaio 2012. Sono solo alcuni degli eventi più tragici che sono riusciti a valicare i confini mediorientali e a colpire l’opinione pubblica occidentale. Aghi in un pagliaio sempre più folto. 80 mila le vittime dall’inizio del conflitto. La metà dei quali sono civili. Di questi 4.788 sono bambini e 3.048 sono donne; 16.729 invece sono soldati mentre 12mila sono paramilitari filo-regime e “informatori di Assad”. Almeno questi sono i dati di cui sono venuti a conoscenza gli operatori dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’organizzazione umanitaria con sede a Londra che nei giorni scorsi ha diffuso alcuni dati significativi sul conflitto. 
 
 
 
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