Il governo degli annunci e dei proclami senza coperture

ROMA – Il governo degli annunci e dei proclami si potrebbe chiamare quello di Enrico Letta. L’Esecutivo, infatti, a parole è bravissimo, nonostante i fatti vengano meno.

Oggi il ministro del lavoro Enrico Giovannini ha rassicurato i sindacati sugli esodati e sulla Cig, tema che domani sarà sul tavolo al Cdm. Certo, assicura il ministro “non si può rifinanziare lo strumento senza rivisitarlo”. Si parla di un miliardo di euro, ma la cifra è ancora in discussione esattamente come lo è la copertura economica.
Una cifra che Susanna Camusso della Cgil dichiara “non sufficiente per dare una prospettiva”. ma non solo. Il segretario generale della Cgil si appella direttamente al ministro in una lunga lettera pubblicata sul Corriere:
“Meno annunci e più confronto con le parti sociali sui temi del lavoro”, tuona la Camusso. “Si può rinunciare a qualche annuncio, confrontarsi di più avendo grande attenzione alla coerenza tra i provvedimenti
che si intendono prendere, i diritti dei lavoratori e l’urgenza di dare dignità e sicurezza alle persone”.
E poi: “Dire, ad esempio signor ministro, che gli ammortizzatori in deroga sono una priorità e vanno rifinanziati è un obiettivo giusto su cui da mesi i sindacati si mobilitano e continuano anche in queste ore a farlo. Ipotizzare però di trovare solo un terzo, o forse la metà, delle risorse necessarie per garantire il diritto a tutti coloro che potrebbero averne titolo da altri capitoli delle politiche per il lavoro, come la formazione
continua e la produttività, non dà maggiori certezze né alle persone, né ai lavoratori”,  scrive Camusso che chiede a Giovannini “se non fosse stato più proficuo convocare le parti sociali e insieme a loro discutere della quantità di risorse necessarie, di dove attingerle e su quali titoli delle ‘emergenze allocarle”.
Infine, aggiunge la Camusso: “I provvedimenti che saranno approvati nel prossimo Consiglio dei ministri  hanno un assoluto carattere d’urgenza. Non sono note le coperture finanziarie, ma non vorremmo che, come in un vecchio gioco in cui a ogni giro si toglieva una sedia, a rimanere in piedi sia sempre il lavoro”.

E  i dubbi sorgono anche sul tema della pensioni: “Non è ancora chiaro che cosa intenda il Ministro Giovannini quando parla di penalizzazioni perché per ora siamo al titolo, ad una suggestione.
Non vanno bene per niente le penalizzazioni, si parli piuttosto di incentivazioni”, dice il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone in merito alle ipotesi di intervento sulle pensioni ventilate dal Ministro del Lavoro. “La questione dell’età pensionabile – ha continuato Cantone – non può essere affrontata così perché non si può andare da una persona che ha lavorato una vita, magari svolgendo un’attività pesante e di responsabilità, e dirgli che se vuole andare in pensione sarà penalizzato”. “Sicuro è – ha concluso il Segretario generale dello Spi-Cgil – che bisognerà fare qualcosa perché altrimenti con la crisi occupazionale che c’è tutti i lavoratori rischiano un giorno di diventare esodati. E francamente lo eviterei”.

L’Imu, mette a rischio la tenuta governo
Ma gli esodati non sono l’unico problema che domani il Cdm dovrà affrontare. In programma c’è pure la sospensione  dell’Imu sulla prima casa, ma non sulle imprese, che dovrebbe avvenire in un secondo momento. Il  sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti, assicura che al Consiglio dei ministri  si  lavorerà alla possibilità di erogare un anticipo di tesoreria a favore dei comuni, volto a compensare il ritardo sul pagamento della prima rata dell’Imu: questa posta dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi di euro.  Ma sarà sufficiente? E poi c’è lo scoglio dei capannoni industriali che secondo le stime della Cgia di Mestre gli aumenti potrebbero addirittura toccare il 51% in più. Ma a lanciare l’allarme sull’Imu  è anche la Confcommercio. “Noi abbiamo sempre chiesto e ribadiamo con forza che la sospensione del pagamento dell’Imu deve riguardare anche gli immobili strumentali, compresi alberghi e negozi: ogni passaggio discriminatorio sarebbe inaccettabile”, ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

Insomma non sarà una passeggiata mettere tutti d’accordo. Anzi, è indubbio che il rischio di un’impolosione del governo è dietro l’angolo, perchè le differenze sono sempre più evidenti tra Pd e Pdl, nonostante l’esecutivo cerchi di rassicurare prendendo tempo.

Berlusconi ineleggibile

S’inasprisce anche il dibattito sull’incandidabilità di  Silvio Berlusconi e sulla giustizia, ovvero sui disegni di legge in materia di intercettazioni che ricalcano il vecchio testo di Angelino Alfano e che il Partito democratico non ha affatto digerito.
Oggi il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda ha ribadito  il no del suo partito alla nomina a senatore a vita del Cavaliere. Insorge subito il Pdl, mentre il Movimento 5 stelle afferma si dice pronto fin da subito a «votare l’ineleggibilità di Berlusconi».

“Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile. Ed è ridicolo che l’ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui” ha sottolineato Zanda in una intervista ad Avvenire dove esprime il no del Pd a una eventuale nomina del leader del Pdl a senatore a vita. «In sessantasette anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l’ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro”. La replica del coordinatore del Pdl Sandro Bondi non si fa attendere: “Le dichiarazioni del senatore Zanda sono gravi e stupefacenti, non solo nel merito, ma anche perchè confermano che da parte del Pd, per bocca del presidente del gruppo senatoriale, non vi è la volontà di perseguire una pacificazione bensì di alimentare ulteriormente uno scontro politico acceso fino a limiti finora mai superati, nel mentre dovremmo collaborare intensamente e con reciproco rispetto per sostenere un governo nel pieno di una drammatica crisi economica”.

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