Napolitano: “Legislatura a rischio se non si svelenisce il clima politico”

ROMA – Abbassare i toni, altrimenti la legislatura è a rischio. Dopo l’incontro di ieri al Colle con Silvio Berlusconi, dal Quirinale arriva un nuovo monito di Giorgio Napolitano. Del faccia a faccia tra i due, precisa una nota del Colle, sono state date «libere interpretazioni e, in qualche caso, anche ricostruzioni fantasiose perfino con frasi virgolettate mai pronunciate da nessuno degli interlocutori». Il presidente della Repubblica smentisce, dunque, che sarebbero state evocate dal presidente del Consiglio manifestazioni di piazza e lascia intendere «in assenza di uno sforzo», anche la possibilità di uno scioglimento delle Camere.

Il richiamo del capo dello Stato arriva mentre a palazzo Chigi si stava concludendo un delicato vertice sulla Fiat seguito da un Cdm straordinario sull’emergenza immigrati. Le parole di Napolitano accendono subito il dibattito politico. Tutti concordano sulla necessità di svelenire il clima, ma il Pdl ribadisce le sue forti critiche a certi pm, facendo quadrato attorno al suo leader. Sandro Bondi, coordinatore nazionale del partito non usa mezzi termini: «Sono i giudici che destabilizzano, si fermino». Secondo il presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto «non è stato Berlusconi ad alzare i toni», ma la colpa è di «un nucleo di magistrati» che si sono «assunti la responsabilità di avere elevato fino al diapason il livello dello scontro politico-istituzionale». Per Fli, invece, il Capo dello Stato non va commentato ma «solo ascoltato, perchè è il vero garante della Costituzione». Sulla stessa linea l’Udc, secondo cui i toni sono troppo accesi, ma per fortuna c’è Napolitano. In casa del centrosinistra il Pd accoglie l’invito del Colle e difende la procura di Milano: «Chi indaga, lo fa nell’interesse generale, rispettare funzioni costituzionali». L’Idv avverte: « Se premier non sa fare l’uomo di Stato, di dimetta».

Nella nota del Quirinale, si spiega che durante l’incontro con Berlusconi, «il Presidente della Repubblica ha insistito su motivi di preoccupazione, che debbono essere comuni, sull’asprezza raggiunta dai contrasti istituzionali e politici, e sulla necessità di un sforzo di contenimento delle attuali tensioni in assenza del quale sarebbe a rischio la stessa continuità della legislatura». «Capisco le preoccupazioni espresse dal Capo dello Stato -è il commento di Bondi- ma penso che sia evidente chi in questo momento porta per intero la responsabilità di destabilizzare le istituzioni democratiche e di violare l’ambito di sovranità della politica e della democrazia». Per il coordinatore nazionale del Pdl, «se si vuole che questo clima termini -rimarca il ministro per i Beni culturali- è innanzitutto alle forze che esorbitano dai propri poteri e a quelle che alimentano l’aggressione politica che va rivolto l’invito a fermarsi e tornare nell’alveo della legittimità». Ancora per il Pdl è Cicchitto a rimarcare che «Berlusconi si sta difendendo con tutte le risorse offerte dalla democrazia e dal diritto da questo attacco cosi duro e inusitato. In questo contesto si collocano sia l’impegno del governo sulle grandi questioni economiche e sociali, sia il consolidamento e il rafforzamento della maggioranza in parlamento che consente il proseguimento della legislatura nella pienezza del mandato elettorale».

«Gli inviti del presidente della Repubblica sono da accogliere sempre», sottolinea Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati del Pdl. Ma «per scontrarsi -spiega- bisogna essere almeno in due e almeno in due bisogna essere per ridurre l’asprezza del conflitto e delle tensioni». «Se i pozzi sono avvelenati e tutta la politica viene costruita (vedi l’assemblea del Fli) in funzione antiberlusconiana, responsabile è Berlusconi e il suo modo di interpretare il ruolo o la responsabilità è nella miopia di un ceto politico bloccato nella trincea dell’ ‘antì e incapace di dare respiro e un orizzonte alla propria azione?». «Domande -rimarca Napoli- tutte senza risposta. E destinate a rimanere tali. Come rimarrà senza risposta la mia domanda: se una sola parte, nella fattispecie la Procura di Milano, decide di rimanere sulle sue posizioni e di tenere la ‘guardia altà così come i toni, la legislatura diventerebbe a rischio perchè così vuole un soggetto extraparlamentare?» Prende posizione anche la Lega. «Rispetto il capo dello Stato e le sue funzioni. Va bene il suo invito ad abbassare i toni, che non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo, ma non penso che sia tra le prerogative del Quirinale quella di sciogliere le Camere in presenza di una maggioranza parlamentare», dice Manuela Dal Lago, presidente della commissione Attività produttive di Montecitorio. «L’appello ad abbassare toni -ribadisce l’esponente del Carroccio- è comprensibile, ma non credo proprio che di sua sponte, il presidente della Repubblica possa decidere lo scioglimento in presenza di una maggioranza parlamentare».

«Leggo anch’io le agenzie», è l’unico commento del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Ma dall’Assemblea di Fli in corso a Milano, i futuristi fanno capire di condividere il richiamo del Colle. «Il Presidente della Repubblica non va commentato ma ascoltato», dice il capogruppo alla Camera, Italo Bocchino, per il quale« l’appello di Napolitano è molto significativo e si rivolge alla politica e agli organi istituzionali per abbassare i toni altrimenti è meglio il voto». «Gli italiani -taglia corto il presidente dei deputati di Fli- potrebbero decidere su di una nuova stagione e sul passaggio ad una Terza Repubblica dopo gli scandali e gli scontri istituzionali». Tra i finiani, è Adolfo Urso a sottolineare che «Napolitano si dimostra ancora una volta come il vero garante della Costituzione dell’Italia. Per questo il presidente della Repubblica trova un consenso diffuso nel Paese e trova il consenso di coloro che vogliono che si esca dal pantano».

«Chi indaga per verificare la sussistenza di reati, lo fa nell’interesse generale e per questo va rispettato», sottolinea Andrea Orlando, deputato e responsabile Giustizia del Pd, che spiega: «L’appello del Capo dello Stato contro i toni che incendiano il clima politico deve essere raccolto davvero e non per pura formalità». «L’unico modo per farlo -spiega Orlando- è quello di tornare al rispetto delle funzioni assegnate dalla Costituzione a ogni corpo dello Stato: solo così si potrà ritrovare un equilibrio istituzionale senza il quale il paese non può essere governato. È chiaro che l’esercizio quotidiano di attacchi verso la magistratura, anche da parte di esponenti del governo, non aiuta questo percorso». Non ha dubbi l’Idv: «Berlusconi per una volta si comporti in modo responsabile: ascolti Napolitano e smetta di incendiare il clima politico», afferma il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi. «I continui attacchi del presidente del Consiglio alla magistratura, alle opposizioni, agli organismi di garanzia -conclude l’esponente dipietrista- hanno messo a dura prova la tenuta delle istituzioni. Napolitano è stato chiaro. Se Berlusconi, travolto dagli scandali e screditato in patria e all’estero, non è capace di comportarsi da uomo di Stato, si dimetta».

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