Sindaco Roma. Proiezioni. Marino in testa al 41,2%, Alemanno al 30,5%

ROMA – La quarta proiezione dell’Istituto Piepoli per la Rai per l’elezione del sindaco di Roma indica Ignazio Marino al 41,2%, Gianni Alemanno al 30,5%, il rappresentante del M5S, Marcello De Vito, al 12,7%, e Alfio Marchini al 9,8%.

La copertura del campione è pari al 29,1%. Rispetto alla terza proiezione si registra un incremento di Marino, che nella precedente era al 40,8%, e un calo per Alemanno, che era al 31,2, mentre De Vito resta sostanzialmente pari (era al 12,8) e Marchini sale di uno 0,4 (era al 9,4%).

Primi risultati. Si afferma  nei capoluoghi il centrosinistra

Con grande lentezza arrivano i primi risultati che riguardano alcuni dei comuni  capoluogo. Il dato generale è rappresentato dal calo dei votanti in linea, più o meno, con il dato nazionale. Molta attesa oper il dato di Siena che stando alle prime sezioni scrutinate vede in testa il candidato del centrosinistra, Bruno Valentini ex sindaco di Monteriggioni. In Luguria in testa  a Imperia  il centro sinistra , il sindaco era di centrodestra. Conferme oer il centrosinistra a Lodi, Ancona, mentre a Isernia ,sindaco del centrosinistra, è in testa il candidato del centrodestra. Conferme per il centrosinistra Massa, a Vicenza, mentre a Treviso, roccaforte della Lega, in tasta il candidato del centrosinistra. A Viterbo scrutinate ancora poche sezioni il candidato in testa è quello del centrosinistra che strapperebbe il comune al centrodestra.  In quesi tutti io comuni capoluogo nessun candidato sarebbe in grado stando ai voti attuali di essere eletto al primo turno e si andrebbe al ballottaggio, salvo Massa,licenza e Isernia. Dai dati disponibili ovunque perde consensi il movimento di Grillo, in taluni casi anche in  modo molto consistenti.

Comitato Marino. Vantaggio, ma prudenza

«Se il dato è questo, personalmente, registro che c’è un vantaggio ma occorre ancora prudenza, prudenza, prudenza». Così Silvio Di Francia, responsabile del coordinamento politico nel comitato elettorale di Ignazio Marino (Pd), risponde ai giornalisti che gli chiedono un commento in merito alle ultime proiezioni, realizzate da Tecnè, che attribuiscono a Marino il 42,6 per cento dei consensi nella corsa per il Campidoglio.

«Spero che questo dato si consolidi nelle prossime ore – ha aggiunto l’ex assessore alla cultura della giunta Veltroni – ma è evidente che a Roma c’è una stanchezza che si è manifestata in questa tornata elettorale tra gli amministrati e gli amministratori. Ovviamente – ha aggiunto Di Francia – questo non è dovuto a Ignazio Marino. Il calo della partecipazione ha reso tutto meno leggibile e mi ha molto colpito il dato dell’affluenza alle urne relativo alla periferia della capitale. Si tratti di numeri – ha continuato  Di Francia – che dicono una cosa molto chiara: la crisi ha morso la vita della gente e la fiducia delle persone che le cose possano cambiare». Alla domanda se c’è il rischio che il Pd possa in qualche modo pagare le larghe intese, Di Francia ha poi risposto: «Io non credo che si rischi di pagare soltanto le larghe intese ma anche la delusione per le politiche e quanto accaduto al Capranica». Tornando alle proiezioni di Tecnè sul voto a Roma, Di Francia ha aggiunto: «Evidentemente i romani non hanno dimenticato cosa si è fatto in questi cinque anni di giunta Alemanno».

 

Astensionismo nella capitale rispetto al 2008

«Elezioni Comunali: i cittadini chiamati alle urne sono sette milioni, ma in molti, almeno ieri, hanno disertato. Alle elezioni per il Sindaco, per i consigli comunali e per i consigli circoscrizionali, l’affluenza è stata carente: si parla, infatti, di uno scarno 44,66%, più di 15 punti in meno rispetto alle precedenti elezioni, quando i votanti furono il 60%. Sicuramente è uno dei dati più bassi degli ultimi anni. Le fonti di cronaca raccontano di come le percentuali dei votanti siano in discesa quasi ovunque, ma uno dei risultati peggiori finora è proprio quello della Capitale, nella quale ha votato solo il 66,87% dei cittadini, quasi 15 punti in meno rispetto alle precedenti, quando votò il 81,75%.

Perché gli italiani, ma ancor di più i romani, stanno mostrando un così grande disinteresse nei confronti delle sorti politiche del Paese?». Così in una nota il Codici.
«La disaffezione dei romani al voto è decisamente preoccupante -commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – Come reagisce la politica a questo grave segno di disinteresse? Ci sembra in nessun modo.Non sembra, infatti, che la classe dirigente si stia impegnando molto per guadagnare fiducia agli occhi dei cittadini. Sembra piuttosto maggiormente interessata ad accaparrarsi nuove poltrone e nuovi incarichi».
«Solo i politici potranno ribattere a tali critiche – conclude la nota – nel frattempo l’associazione si rivolge proprio a loro invitandoli ad interrogarsi sul perché di tale disaffezione e a cominciare ad agire per risanare il rapporto tra politica ed elettori».

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