Turchia. “Chi entra in Piazza Taksim sarà considerato terrorista”. Ma le manifestazioni proseguono

ISTANBUL – “A partire da questo momento, qualsiasi persona che si troverà lì, a malincuore sarà considerata dallo stato come membro di una organizzazione terrorista”.

Sono le parole del ministro turco per gli affari europei Egemen Bagis, alla televisione “A Haber”. Destinatari gli indignados turchi, che dopo promesse di dialogo da parte del premier turco Erdogan, hanno fatto si che la tensione in Turchia, ed in particolar modo la questione di Gezi Park risalga alle stelle.

Parole che fanno seguito a quelle raccolte dal quotidiano turco “Hürriyet” nel quale Bagis ha chiesto tutti i manifestanti tornino a casa “tutti i cittadini che non appoggiano questa azione di protesta”.

Stessa musica per quanto concerne le dichiarazioni del ministro di Istanbul, all’indomani delle dichiarazioni del ministro ha comunicato che non saranno autorizzate le manifestazioni. ‘È stata convocata una manifestazione per le 16 (ora locale)”, ha detto Huseyin Avnni Mutlu, ”ma ciò non contribuirebbe alla pace e alla sicurezza. Potranno esercitare i loro diritti quando la situazione sarà più stabile. Nelle circostanze attuali non permetteremo alcun assembramento”.

Ma le parole non sembrano aver trovato riscontro tra la popolazione. Visto che a partire dal primo pomeriggio si sono registrati scontri a Piazza Taksim. Due gruppi di manifestanti, uno pro e uno contro le politiche del premier Recep Tayyp Erdogan, si sono diretti a piazza Taksim. Sale quindi il rischio che tra i due blocchi o le manovre repressive delle forze dell’ordine, portino a far salire il numero dei feriti. In queste due settimana, secondo le autorità turche sono 44. Ma il dato è certamente parziale, visto che in molti non si sarebbero recati presso gli ospedali o cliniche per esser curati. Questo per timore di esser poi identificati e arrestati.


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