Corte dei Conti. Tasse (53%), evasione, sommerso ci soffocano

Confesercenti. Consumi in picchiata. I ministri Zanonato e Giovannini:ogni strada sarà battuta per evitare l’aumento dell’Iva

ROMA – Il “ Bel Paese” diventa sempre più brutto, perde il suo smalto,la recessione lo soffoca. Certo anche gli altri paesi della Unione Europea, l’Eurozona, non se la passano bene. Le politiche di austerità, il rigore a senso unico, le scelte li” li” liberiste, conservatrici pesano eccome. Ora lo scopera anche Berlusconi che quelle scelte ha pienamente condiviso, anzi sollecitato. Ma , noi , l’Italia abbiamo qualcosa in più, nostre  “ specialità” di cui, guarda caso sono sempre i governi del cavaliere a portare le maggiori responsabilità. Con Monti che ci ha messo del suo. E quella frase “ lo vuole l’Europa” che giustifica la mala politica che ci riguarda, è uno modo come un altro per non affrontare i problemi di casa nostra. Ogni giorno ci porta notizia funeste. Ieri ci hanno offerto uno “spaccato” noir tre personaggi che ricoprono ruoli completamente diversi: il presidente dei magistrati contabili, Luigi GIampaolino, un audizione presso le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, il presidente di Confesercenti, Marco Venturi e il ministro dello Sviluppo economico,Flavio Zanonato e  il ministro del Lavoro Enrico Giovannini che devono “riparare” tutto ciò che è stato dissestato con i governi Berlusconi secondo cui in Italia tutto andava bene, i ristoranti erano pieni, gli aerei posti in piedi, si fa per dire. Giampaolino ci dice che cresce la pressione fiscale effettiva cher tocca il 53%, l’economia sommersa in Italia pesa per il 18% sul Pil, davanti a noi in questo primato solo la Grecia,  per quanto riguarda l’Iva reta elevata “ la propensione a non dichiarare” con una sottrazione di imposta nel 2011 pari a 46 miliardi di euro, grave anche l’evasione dell’ìIrap. Nel 2011 l’evasione de due tributi viene stimata in 50 miliardi. Giampaolino rileva che la Corte dei Conti ha dato l’allarme più volte ma la lotta all’evasione sia stata caratterizzata da andamenti “ondivaghi e contraddittori” che “denotano l’esistenza di divisioni su un tema che, per sua natura, dovrebbe costituire elemento di piena condivisione e concordanza”.” Le risorse sottratte alle casse pubbliche-prosegue- impediscono di allentare la presa dei tributi sui cittadini vessati da una pressione fiscale effettiva impennata al 53% I E sul fisco ormai insopportabile dice la sua il presidente di Confesercenti. L’unica cosa che non conosce flessione è la pressione fiscale. Venturi richiama il  dato ufficiale, il 44,4% previsto a fine 2013. Se  avesse  saputo del dato  reso noto da Giampaolino sulla pressione fiscale effettiva, il “ lamento” sarebbe stato ancora più forte e giustificato.” Il dato, spiega la ricerca Confesercenti, è determinato dall’aumento del prelievo sui soggetti Irpef da  un lato per effetto degli aumenti di addizionale deliberati da Regioni e Comuni (205 euro il maggior onere che risulterà a carico del contribuente medio a fine 2013 rispetto a sei anni prima); dall’altro attraverso il fiscal drag, un maggior prelievo di ben 416 euro, prodotto solo dal rigonfiamento monetario del reddito (invariato in termini reali) e pur in presenza di una struttura Irpef rimasta ferma al 2007″.  Davanti all’ assemblea nazionale della Confederazione Venturi afferma:

Venturi. Abbiamo bisogno di una vera riforma fiscale che valorizzi lavoro e imprese

“Non possiamo accettare una manovra che abbassi l’Irpef e alzi l’Iva, che abolisca l’Imu e aumenti la Tares o viceversa. Abbiamo bisogno di una vera riforma che riduca la pressione fiscale e valorizzi le imprese e il lavoro rispetto alle rendite ed ai patrimoni”.  Arrivano le risposte dei due ministri, il primo in particolare preso di mira dai berlusconiani, a partire da un Brunetta sempre più bilioso, quasi per lui fosse un piacevole passatempo dover dire che per quanto riguarda Imu e Iva i conti non tornano, non ci sono i soldi. Dice la verità e l’assemblea applaude: “Visti i tempi ristrettissimi in cui ci troviamo ad operare, ogni strada sarà battuta per evitare l’aumento dell’Iva a fine giugno iI governo con spirito di collaborazione e collegialità fa tutto il possibile per evitare l’aumento dell’Iva e trovare una copertura alternativa. Questa è la volontà. Non è semplice intervenire”. Per quanto riguarda  l’Imu: “Vogliamo ridurla per i beni strumentali delle imprese. Capannoni e negozi sono come la prima casa” Ha detto aggiunto che “è necessario introdurre forme di deducibilità per le imprese”. Enrico Giovannini ribadisce:”Trovare altri fondi per l’Imu, per l’Iva e anche per abbassare le tasse sul lavoro e favorire l’occupazione giovanile non è facile” perché “i margini di flessibilità di quest’anno” sono stati messi per favorire le liquidità delle Pmi.” Il ministro ha anche annunciato :” “Vogliamo fare un intervento sulla legislazione del mercato del lavoro pur sapendo che non è con la legislazione che si crea lavoro, per aiutare le imprese a investire  sul lavoro con maggiore flessibilità in entrata”. Affermazione molto< equivoca che ha già fatto drizzare le orecchie ai sindacati, Dunque il fisco come l’asse della politica economica, una specie di chiodo, cui si appende li quadro generale tracciato da Venturi., ancora più nero di quanto si potesse pensare.

Crolla il potere d’acquisto delle famiglie- 4 mila euro

Per quanto riguarda il potere d’acquisto delle famiglie rischia di crollare alle fine dell’anno di   4 mila euro. . “Il reddito disponibile delle famiglie- rileva la ricerca Confesercenti- che fra il 2008 e il 2012 aveva registrato una flessione dell’ordine di 94 miliardi, aumenta la sua flessione fino a 98: nel 2013. ogni nucleo familiare – è la stima – vedrà mediamente ridotto di quasi 4 mila euro il proprio potere d’acquisto; una riduzione che si va a sommare a quelle registrate nei cinque anni precedenti”
 Il Pil subirebbe una ulteriore caduta per circa 20 miliardi, portando a 126 miliardi la perdita accumulata dal 2008. Si accentuerebbe, poi, la caduta dell’occupazione, che porterebbe a 1,6 milioni i posti di lavoro persi a partire dal 2008 . “La flessione coinvolgerebbe in egual misura (6%) il lavoro dipendente e quello indipendente (oltre 434 mila unità perdute)”, stando ai  calcoli di Confesercenti. Infine un dato devastante, si parla di145 miliardi di consumi bruciati. Agli 85 miliardi svaniti fra il 2008 e il 2012 si andrebbe a sommare la flessione attesa per il 2013, altri 60 miliardi rispetto al livello pre-crisi. In sostanza, gli  oltre 145 miliardi di consumi ‘persi’ .negli ultimi sei anni significano una contrazione di spesa pari, mediamente, a quasi 6 mila euro per ogni famiglia.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe