Kyenge. Le scuse non bastano. Calderoli considerato già dimesso dal Pd

ROMA – Roberto calderoli nell’Aula del Senato chiede scusa (IL VIDEO) per le offese rivolte al ministro Kyenge, ma precisa di non aver nessuna intenzione a dimettersi. “Con “disagio e imbarazzo mi scuso con il Senato e  con il presidente Napolitano – ha detto il vicepresidente della Camera – , per le parole “sbagliate e offensive  che ho rivolto al ministro Kyenge.

E poi: “Ho commesso un errore gravissimo, ho fatto una sciocchezza ma il giudizio sul mio ruolo di vicepresidente deve essere dato su quello che faccio in questa Aula. Il mio errore è grave ma non è razzismo, il ministro Kyenge ha accettato le mie scuse e le manderò un mazzo di rose, non attaccherò mai più un avversario politico con parole così offensive. Ma non farò mai sconti a un governo che consente e quasi incoraggia l’ingresso illegale di stranieri nel nostro Paese, come sta avvenendo, e che ha consentito che una bambina e sua mamma fossero deportate consegnandole proprio nelle mani del tiranno da cui sono perseguitate”.

Insomma l’esponente del Carroccio pensa che il caso sia chiuso e ignora, come molti gli hanno chiesto dopo l’increscioso episodio, eventuali dimissioni. ma non basta, perchè le polemiche non si sono affatto placate. Anzi.

Il Pd. calderoli per noi è già dimesso

Il Pd, come ha ha fatto sapere in una nota,  considera Roberto Calderoli già dimesso e continuerà a fare pressione finché il vice-presidente del Senato prenderà atto della situazione. Questo l’annuncio di Guglielmo Epifani: “In qualsiasi paese uno che rappresenta la Camera alta e dice un’affermazione così razzista se ne va. La verità è che non abbiamo strumenti, e allora puoi solo dire che per te è come se si fosse dimesso e spingere fino a che prende atto”. Quindi il caso non è chiuso, anche se non esistono strumenti per far dimettere Calderoli, poichè la sua carica non è oggetto di voce di sfiducia, come fanno sapere da Palazzo Chigi. E sempre da Palazzo Chigi puntano il dito anche contro Roberto Maroni, tanto da definirlo “correo dell’insulto al ministro Kyenge”.
“La scivolata – affermano fonti di palazzo Chigi – è sola quella di un leader che non riesce a far dimettere Calderoli dalla vicepresidenza del Senato, carica che
purtroppo non è oggetto di voto di sfiducia. La nostra conclusione è che così facendo Maroni si rende correo dell’insulto al ministro Kyenge”.

Alle parole di Epifani si aggiungono quelle di Khalid Chaouki, parlamentare Pd e responsabile Nuovi Italiani: “L’unico modo per chiedere scusa da parte di Roberto Calderoli è quello di rassegnare le sue dimissioni da vicepresidente del Senato. La gravità delle sue offese razziste, le conseguenze ed emulazioni da parte di altri esponenti leghisti, la lenta e titubante marcia indietro – afferma Chaouki – non ci convincono rispetto al mal riuscito tentativo di Calderoli al Senato di
chiedere scusa mostrando suo attaccamento alle istituzioni. Mostri il suo amore e rispetto per il Senato dimettendosi e avrà poi tutto il tempo per dimostrare all’Italia intera la sua volontà e soprattutto quella del suo movimento di cambiare rotta rispetto alla demagogia razzista e ad una evidente strategia leghista mirante a demonizzare il ministro Kyenge e con lei la possibilità di convivenza tra italiani e immigrati”.

L’appello schizza a 150mila adesioni
Nel frattempo l’appello lanciato su Change.org da Stefano Corradino, direttore di Articolo21, e da Daniele Passanante per chiedere le dimissioni dell`onorevole Calderoli dalla Vice-presidenza del Senato, ha raggiunto quasi 140 mila firme in appena 48 ore. “La mobilitazione nata a seguito delle dichiarazioni razziste di Calderoli è straordinaria – commenta Stefano Corradino – E il prossimo passo sarà consegnare tutte le firme raccolte attraverso Change.org al presidente del Senato, Pietro Grasso, e al segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, auspicando che ciò contribuisca alle dimissioni dell`Onorevole Calderoli dal ruolo di vice-presidente del Senato e porti i gruppi parlamentari a condannare le affermazioni razziste così come hanno precedentemente fatto i gruppi del Parlamento europeo nei confronti del`Euro-deputato, Mario Borghezio”.

Giovedì al Senato la mozione di Zanda

Giovedì pomeriggio, invece, nell’Aula del Senato si discuterà la mozione presentata  dal Pd e firmata trasversalmente da più di 260 senatori a sostegno alle politiche del Ministro Kyenge. «La larga condivisione della nostra mozione – sottolinea il primo firmatario,  il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda – che vede le firme di tutti i gruppi tranne che della Lega e di Gal, dimostra che praticamente tutto il Senato sostiene l’operato e la figura del ministro Kyenge. Ho ascoltato le scuse, dovute, di Calderoli e ne prendo atto. Ma credo – conclude Zanda – che il grande sostegno trasversale alla nostra mozione spieghi bene quale è il giudizio di questo ramo del Parlamento sulle parole usate dal vice presidente del Senato nei confronti del ministro Kyenge”.

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