Giovani, più della meta sono precari. Pensionati, la metà sotto i 1000 euro

ROMA – Più della metà dei giovani italiani sono precari. La metà degli oltre 15 milioni di pensionati italiani prende meno di mille euro al mese. Il debito pubblico a maggio 2013 aumenta di 33,4 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo il nuovo massimo storico di 2.074,7 miliardi.

Bastano i dati diffusi oggi dall’Ocse sulla precarietà dei giovani, dall’Inps sulle pensioni degli italiani e da Banca d’Italia sull’andamento del debito pubblico per disegnare un presente di stenti ed un futuro che potrebbe essere peggiore. Per quanto riguarda i pensionati, dice Carla Cantone, segretario generale dello Spi Cgil “ la loro condizione in Italia  è una vera e propria emergenza che nessuno vuole affrontare”

Ocse. L’Italia oggi male ma domani peggio

Più della metà dei giovani italiani sono precari. A render noto il dato è il Rapporto sull’occupazione dell’Ocse basato su dati 2012. Secondo l’organizzazione parigina la quota dei giovani senza un lavoro stabile è del 52,9%, più del doppio rispetto al 26,2% del 2000 ed il trend è visto in netto peggioramento, per Parigi infatti, l’Italia “rimane intrappolata nella recessione ed è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare”, dal 12,2% del maggio 2013 al 12,6% di fine del 2014.
A pesare molto sono anche le differenze con gli altri paesi Ocse. Tra i ragazzi italiani di età compresa fra i 15 e 24 anni la percentuale di inoccupati è cresciuta di 6,1 punti tra il 2007 e la fine del 2012, contro i 4,3 punti della media Ocse. I ragazzi che non lavorano e non studiano, i cosiddetti “Neet” (“not in education, employment or training”), sono invece cresciuti di 5,1 punti al 21,4% della fine del 2012. Su di loro l’Ocse lancia l’allarme: “Per i giovani Neet italiani c’è un rischio crescente di conseguenze di lungo termine, perché perdono competitività rispetto alle loro controparti in altri paesi che hanno sostituito all’esperienza di lavoro una buona istruzione e che usciranno verosimilmente dalla crisi meglio equipaggiati per fronteggiare le crisi tecnologiche del futuro”.
Per l’Ocse il nostro Paese è da mettere sulla lista dei cattivi assieme a Irlanda, Slovenia e Portogallo, ovvero i Paesi il cui tasso di disoccupazione è cresciuto di più dall’inizio della crisi, con Spagna e Grecia messe ancora peggio.

Il rapporto  Inps descrive una condizione inaccettabile degli anziani

La metà degli oltre 15 milioni di pensionati prende meno di mille euro. Il date emerge dal rapporto annuale dell’Inps relativo al 2012, il primo dopo la fusione con Inpdap ed Enpals e la creazione del SuperInps. In particolare il 14% dei pensionati (2,2 milioni) ricevono una o più prestazioni per un importo medio mensile inferiore a 500 euro, mentre il 31% (4,9 milioni) ottiene pensioni comprese tra 500 e 1.000 euro. Un ulteriore 25% di beneficiari (3,9 milioni) percepisce redditi compresi tra 1.000 e 1.500 euro mensili e il restante 30% (4,7 milioni) riceve pensioni di importo mensile superiore a 1.500 euro. La distribuzione presenta notevoli differenze di genere: gli uomini presentano quote più elevate nelle classi di importo mensile più alto; le donne in quelle di importo più basso.

Escluse le pensioni dei dipendenti pubblici e dei lavoratori dello spettacolo nel corso del 2012, si è registrato rispetto al 2011 un aumento delle pensioni di vecchiaia dell’8,8% ed un calo consistente delle nuove pensioni di anzianità del 25,1%.
Nel 2012 la spesa pensionistica nazionale, finanziata in via principale dai contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro ha inciso sul Pil per il 15,08% e per il 15,86% se si comprende anche la spesa erogata per conto dello Stato, con esclusione delle erogazioni relative alle indennità di accompagnamento a favore degli invalidi civili.

 Deficit 2012 a 9 miliardi di euro per colpa dell’Inpdap

L’istituto ha chiuso il 2012 con un deficit di 8,996 miliardi. La ragione del rosso, dato dalla differenza fra 376.896 milioni di euro di entrate e 385.892 milioni di euro di uscite, è, si legge nel rapporto annuale “dovuto esclusivamente alla gestione dei dipendenti pubblici”.
All’inizio del 2012, l’Inps vantava un avanzo patrimoniale di 41,3 miliardi di euro, l’ex Inpdap un disavanzo di 10,3 miliardi e l’ex Enpals un attivo di 3 miliardi. Il patrimonio netto del nuovo Ente integrato risultava quindi pari a 34 miliardi. Alla fine dell’esercizio 2012, il patrimonio netto del Nuovo Inps ammonta a 22 miliardi di euro. Viaggia ancora su livelli oltremodo notevoli l’avanzo di amministrazione, nel 2012 è infatti passato dai 60,3 miliardi del solo Inps ai 55,6 miliardi del Nuovo Inps.

 Cantone (Spi – Cgil.)  Una emergenza che nessuno vuole affrontare

Il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone ha commentato duramente quanto emerso oggi dal Rapporto annuale dell’Inps “La condizione dei pensionati in Italia è una vera e propria emergenza che nessuno vuole affrontare. Anzi, c’è addirittura chi si ostina a parlare di loro come dei privilegiati a cui ridurre tutele e diritti acquisiti”. “Viene da domandarsi – ha continuato Cantone – quale privilegio sia quello di avere una pensione che non arriva ai 1.000 euro al mese. C’è piuttosto un problema serio di povertà degli anziani e dei pensionati, schiacciati come sono dal costante aumento della pressione fiscale, del costo della vita, della sanità e del welfare”.
Il sindacato chiede quindi al Governo “interventi urgenti per scongiurare un ulteriore peggioramento della situazione”.
Ma a preoccupare la Cantone è anche “il bilancio dell’Inps ed è per questo che è necessario mettere in sicurezza l’intero sistema previdenziale pubblico con politiche non punitive ma di sviluppo e di crescita dell’occupazione

Banca d’Italia. Nuovo record per il debito pubblico. Tanto sostegno e meno entrate

Banca d’Italia ha pubblicato il Supplemento “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” e il dato più preoccupante continua a essere il debito pubblico che a maggio 2013 aumenta di 33,4 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.074,7 miliardi. L’aumento è composto principalmente dall’incremento di 20,4 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro e da 11,5 miliardi di fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche del mese. Apprendiamo però anche come nel mese di maggio la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’EFSF sia stata pari a 2,9 miliardi e come tale quota complessivamente abbia raggiunto 30,9 miliardi. Nei primi cinque mesi dell’anno l’incremento del debito, circa 86,1 miliardi di euro, è dipeso dal fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (58,1 miliardi) e dall’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (28,0 miliardi), ma anche, per quasi 7 miliardi il sostegno dei paesi dell’area dell’euro in difficoltà, di cui 4 miliardi per la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility EFSF, e il versamento effettuato in aprile della terza tranche per la sottoscrizione del capitale dell’European Stability Mechanism (ESM, 2,9 miliardi). Tale sostegno complessivamente ha raggiunto 49,5 miliardi. Nel mese di maggio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 30,1 miliardi, in diminuzione del 2,2 per cento (0,7 miliardi) rispetto a quelle dello stesso mese del 2012 (30,8 miliardi).

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