Condanna Berlusconi. Pdl in fermento chiede la grazia. Bondi grida alla guerra civile

ROMA – Dopo la conferma di condanna della Cassazione nei confronti di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, il centro destra è precipitato in una crisi profonda. L’avevano fatto capire a più riprese  anche gli esponenti del Pdl, parlando di cosa avrebbe potuto provocare una sentenza che avrebbe potuto mettere fine alla vita politica del loro “capo”.

Intanto, sembrano prevalere rabbia e delusione dei pidiellini. Insomma è crisi nel centro destra e  lo è anche all’interno del governo, dove si potrebbero aprire scenari inediti. Intanto il coordinatore del Pdl Sandro Bondi lancia sfide improponibili: “O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l’Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti”.

Una frase che solleva un coro di critiche nel centro sinistra. Il vice ministro dell’Economia del Pd Stefano Fassina la definisce addirittura “al limite dell’eversivo”, mentre Ernesto Carbone sempre del Pd consiglia a “Bondi di usare un cappello, di bere molta acqua e lasciare stare gli alcolici con questo caldo. Certe dichiarazioni si giustificano solo così”. E poi: “Se qualcuno poi avesse ancora il dubbio sul potenziale ricattatorio delle richieste di Brunetta e Schifani, ecco che Bondi – sottolinea – ci rivela il mistero: o impunità per Berlusconi, o guerra civile. Non è forse il modo più garbato per rivolgersi al presidente della Repubblica. Non vorrei che nel tentativo di essere il primo degli zelanti di Berlusconi, in realtà Bondi fosse a sua insaputa il primo dei suoi sabotatori”.     

Ma non è tutto. Oltre al  richiamo a nuove elezioni arriva anche una petizione, questa volta on line, per chiedere la grazia al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, promossa da dal  gruppo ‘Cittadini per la Libertà’. “È ora – scrivono i promotori   – di porre fine allo stillicidio di attacchi pretestuosi ad un uomo che ha fatto la storia recente del nostro Paese”. Insomma ora tutti si richiamano alla democrazia, come  il presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta: “Grande responsabilità, ma grande determinazione. Con il presidente Schifani abbiamo chiesto di essere ricevuti dal presidente della Repubblica per rappresentargli la drammaticità del momento. Non è possibile pensare di privare della libertà, della libertà politica, il leader del maggior partito italiano, ne va della democrazia”.

Ma i segnali che questa lunga parentesi politica sia arrivata al traguardo è nell’aria. Il titolo dell’editoriale del Financial Times dopo la condanna della Corte di Cassazione è indicativo: “Cala il sipario sul buffone di Roma”. E poi il giornalista anglosassone fa notare: “questa sentenza è uno spartiacque della recente storia italiana”.

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