Grillo all’assalto di Napolitano, fatti da parte. Sotto tiro Esposito della Cassazione

ROMA – Il caldo gioca brutti scherzi. In queste giornate ne succedono di tutti i colori. Non c’è che da scegliere. Addirittura si viene a sapere che domenica, leggi manifestazione a Via del Plebiscito, comizio di Berlusconi, riunione  a Palazzo Grazioli dello stato maggiore del pdl, a dire del ministro Quaglieriello,  era pronto  un piano per far cadere immediatamente  il governo. 

Poi Grillo che vuole dimissionare Napolitano,. Irricevibile il secco  commento del Pd. il Capo dello Stato  smentisce ricostruzioni giornalistiche sul colloquio avuto con Schifani e Brunetta, capigruppo , Letta presenta un dossier sui “cento giorni” del governo e risponde indirettamente al comico genovese, nei due rami del Parlamento sedute frenetiche per approvare provvedimenti importanti. Infine i legali di Berlusconi prendono a pretesto una intervista, poi smentita in alcune parti, dal presidente della sezione feriale della Cassazione per attaccare la sentenza di condanna nei confronti dell’ex premier. Non c’è che da scegliere.

Il comico genovese:Capo dello Stato “ riferimento di un governo di nani”

 
Grillo perde la testa e si lancia in un dissennato, volgare, attacco nei confronti del Presidente della Repubblica,”Gli chiedo un passo indietro” scrive  nel suo blog sottolineando che un “passaggio del testimone a un altro presidente” aprirebbe a nuovi sviluppi politici, dalla decisione di sciogliere le Camere alla proposta “di scenari di governo diversi da quello attuale che è insostenibile, come Napolitano stesso probabilmente ammetterebbe in privato”. Grillo  definisce Napolitano “un signore che fa politica dal dopoguerra” e oggi si ritrova a essere “il vero punto di riferimento di un governo di nani” . E quindi fa seguire un attacco a Enrico Letta., sempre con  il mirino centrato sul Capo dello Stato. “ Le sue decisioni- scrive il comico genovese- hanno consegnato il Paese all’immobilità per mesi mentre l’economia franava. I cento giorni di Letta hanno prodotto il nulla sotto vuoto spinto in un momento in cui occorrevano azioni immediate e forti per rilanciare l’economia, proteggere le famiglie disagiate e contrattare la nostra posizione in Europa.

Il Quirinale smentisce ricostruzioni giornalistiche  sull’incontro con Schifani e Brunetta

Il  Presidente della Repubblica deve coprirsi anche su un altro fianco, quello delle ricostruzioni che sono circolate in merito all’incontro  avuto con i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato in cui alcuni organi di stampa,in particolare il Corriere della Sera, avrebbero fornito informazioni che non trovano  reale riscontro. Dal Quirinale  arrivano precisazioni: “Il capo dello Stato sta riflettendo e approfondendo le valutazioni esposte da Brunetta e Schifani. Non ci sono allo stato posizioni definite”. Per questo, si sottolinea dal Quirinale, “attribuire al Presidente orientamenti, posizioni e ipotesi come quelli pubblicati oggi sul Corriere della Sera non corrisponde in alcun modo a quanto accaduto ieri.” Il Presidente “si augura che non si eserciti su di lui, attraverso interpretazioni infondate e commenti intempestivi, una intrusione in una fase di esame e riflessione che richiede il massimo di ponderazione e serenità”. Nel frattempo continuano a incrociarsi voci sulla “ agibilità politica” da garantire a Berlusconi , esclusa la grazia e qualche altra strana forma di salvacondotto, attraverso modifiche alle leggi attuali, in particolare a quella sulla incandidabilità.

Rodotà  sull’ agibilità per Berlusconi : “ Figriamoci !  Rispettare le sentenze”.

 E circolano le ipotesi più fantasiose in un chiacchiericcio insopportabile.Stefano Rodotà, che ha partecipato a una iniziativa a difesa della Costituzione afferma che “ non si possono manipolare le istituzioni”, “ la grazia tecnicamente non è una via percorribile” e in merito alla “ agibilità” risponde secco: “Figuriamoci! Si devono rispettare le sentenze, poi è la politica che deve fare la sua parte. Non si possono manipolare le istituzioni”.  Sul versante del governo arriva, indirettamente anche la risposta a Grillo da parte di Enrico Letta  che ricorda quello che è stato fatto,, proprio mentre Camera e Senato stanno votando decreti, leggi sul lavoro, “il Fare”, il, “ vuota carceri”., ribadisce che entro fine agosto verranno rese norte le decisioni su Imu e Iva, entro ottobre la nuova legge elettorale.Presenta il dossier sui primi 100 giorni del governo , sottolineando  che “gli italiani capiscono che non c’è alternativa. Non a questo governo, ma alla necessità, per una volta, di mettere da parte le contrapposizioni e le viscere per avere stabilità”. Gli italiani “capiscono che questa esperienza, e chi la rappresenta, non ha la presunzione di durare per sempre o di ergersi a modello”, ma ha “l’ambizione e il dovere” di “servire il Paese”.

Letta:siamo a un passo da inversione di rotta e uscita dalla crisi.

“Davanti a noi la responsabilità di andare avanti con ancora più determinazione a fare bene – scrive Letta -. A trovare con cura le risposte che capo dello Stato e Parlamento ci hanno incaricato di dare al Paese e che il Paese pretende da noi. A concentrarci sempre di più sulle politiche, proprio quando lo scontro nella politica sembra farsi incandescente”.   Scrive che siamo a un passo, cioè, dall’inversione di rotta e dall’uscita dalla crisi più drammatica e buia che le attuali generazioni abbiano mai vissuto. Dobbiamo mettercela tutta”.  Giovedì parteciperà alla riunione della Direzione del pd che farà il punto sulla situazione politica  e  sulla preparazione del Congresso del partito a partire dalle regole.



Ghedini e Coppi scadono nel ridicolo. La Cassazione li stoppa

Ghedini e Coppi  non sanno più a che santo rivolgersi per cercare di dare “ agibilità” a Silvio Berlusconi,consentendogli, a prescindere dalla condanna definitiva, di continuare a ricoprire la carica di senatore e di svolgere attività politica a tempo pieno.  E scadono nel ridicolo attaccandosi a una intervista, poi smentita mentre il giornale che l’ha pubblicata , il  Mattino, la conferma, in cui il giudice  Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione, in merito ad un  presupposto che l’ìmputato non poteva non sapere, avrebbe detto:”Potrebbe essere un’argomentazione logica, ma non può mai diventare principio alla base di una sentenza”.   Poi, parlando in generale, specifica: “Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. Un po’ diverso dal non poteva non sapere”. “ Berlusconi condannato perché sapeva non perché non poteva non sapere.” Il giudice ha smentito questo ultimo passaggio.  Coppi e Ghedini  si lanciano in accuse pesanti contro il magistrato il quale, a nostro parere, avrebbe fatto meglio ad evitare interviste, stante il clima surriscaldato.

Ii legali dell’ex premier ipotizzano riflessi sulla valutazione della sentenza

Dice Niccolò Ghedini:”Il fatto in sé è ovviamente gravissimo e senza precedentì. Gli organi competenti dovranno urgentemente verificare l’accaduto che non potrà non avere dei concreti riflessi sulla valutazione della sentenza emessa” Franco Coppi condivide che” è un fatto gravissimo .Normalmente le motivazioni di una sentenza- afferma- si conoscono con il deposito della sentenza stessa. In genere dichiarazioni in anteprima non si rilasciano,ma ormai di quello che sta accadendo non mi meraviglio più. E si fanno circolare perfino ipotesi di una possibile ricusazione della sentenza. Comunque si vuole utilizzare l’intervista quando si parla di “ riflessi sulla valutazione della sentenza”.

La Cassazione: l’intervista non inficia e non cambia la sentenza

Una pronta replica arriva dalla Cassazione che taglia la testa al toro. L’intervista rilasciata dal presidente Esposito “non inficia, né cambia la decisione sul processo Mediaset”,- afferma una nota della Corte  in cui si rileva come il verdetto sia “già stato emesso e sancito con la pubblica lettura del dispositivo in aula al termine dell’udienza”. L’intervista, sottolineano  le stesse  fonti  viene considerata dalla Corte come “l’espressione di un’opinione personale”. Una cosa diversa è, viene spiegato, l’eventuale violazione comportamentale del magistrato: “Profili disciplinari e profili giuridici vanno tenuti distinti”.

 

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