Europa. La ripresa arriva, ma la disoccupazione non frena. Credito col contagocce

ROMA – La Banca Centrale Europea ritiene che la crisi in Europa abbia toccato il fondo e che, dopo una breve fase di stabilizzazione, si potrà rivedere una piccola crescita già nei prossimi mesi e nel 2014.

La ripresa sarà però così debole da non riuscire ancora ad invertire la dinamica della disoccupazione che continuerà, seppur più lentamente, a crescere: per questo anno al 12,3% ma nel 2014 salirà al 12,4%
 Ci sono anche  buone notizie, pure per il nostro Paese; infatti “la riduzione del rating della Francia da parte di Fitch e di quello dell’Italia da parte di S&P hanno avuto impatti limitati sui mercati obbligazionari.Le previsioni sono contenute nel Bollettino di agosto della Bce ma a completare il quadro fosco della penisola è il dato reso noto dalla Banca d’Italia relativo all’ulteriore rallentamento del credito.Anche secondo uno studio di Federconsumatori  “Nel 2013 si registra l’ennesimo calo consecutivo delle consistenze del credito al consumo: meno 4% rispetto allo scorso anno.”

 Stabilizzazione  ma continuare col rigore

Secondo gli uomini di Francoforte dopo sei trimestri di contrazione dell’attività nell’area euro “i recenti indicatori del clima di fiducia mostrano qualche ulteriore miglioramento, dando cauta conferma all’aspettativa dello stabilizzarsi dell’attività economica su livelli contenuti”. Per la Bce però  “non bisogna vanificare gli sforzi compiuti verso il risanamento e proseguire con le riforme economiche.” Non è la prima volta che viene annunciato da fonti più o meno autorevoli come l’Europa sia finalmente a un passo dalla ripresa economica, stavolta la Bce prevede una ripresa “graduale” “nel prosieguo dell’anno e nel 2014”. Qualche incertezza però permane visto che la stessa BCE annuncia che i rischi per le prospettive dell’area euro “continuano ad essere orientati al ribasso”. “.
La BCE raccomanda i Paesi dell’area Euro, se si vuole incoraggiare la crescita, a procedere a una “più rapida attuazione delle necessarie riforme strutturali al fine di promuovere la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro”. Infine la Banca centrale chiede la “rimozione delle rigidità nel mercato del lavoro, la riduzione degli oneri amministrativi e il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei beni e servizi di particolare giovamento per le piccole e medie imprese” come misure “essenziali per abbassare il livello attualmente elevato di disoccupazione specie nelle fasce più giovani della popolazione”.

Ripresa troppo debole per ridurre la disoccupazione

Per la Bce la ripresa sarà  comunque troppo lenta per portare ad una inversione di tendenza della disoccupazione.  “I mercati del lavoro dell`area dell`euro – scrive il Bollettino-sono rimasti deboli con il persistere di marcate differenze fra paesi. La crisi ha interessato in misura più marcata i lavoratori giovani e quelli meno qualificati”. Francoforte, dopo aver ricordato che la disoccupazione media aumenta dalla prima metà del 2011, e che il 12,1 per cento in giugno è il livello più elevato dall’inizio delle rilevazioni nel 1995, sottolinea come il tasso di incremento della disoccupazione stia rallentando, avviandosi quindi ad una inversione di tendenza. In particolare la BCE afferma che “Il ritmo dell`incremento del tasso di disoccupazione si sta tuttavia attenuando. Gli indicatori delle indagini prefigurano un’ulteriore perdita di posti di lavoro sia nell’industria sia nei servizi nel secondo trimestre del 2013 e all’inizio del terzo trimestre”.

 Mutui italiani ancora tra i più costosi

I tassi bancari in Italia e Spagna “rimangono su un livello superiore” a quello registrato in Francia e Germania. Anche sui mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni i tassi bancari pagati dai clienti in Italia e Spagna sono superiori a quelli di Francia e Germania. In particolare i mutui ipotecari in questi due paesi a inizio 2010 “hanno registrato un aumento più brusco” che nelle due principali economie europee. Da fine 2011, nota la Bce, i tassi sui mutui ipotecari si sono contratti, anche se “in Italia e Spagna restano superiori ai livelli osservati nel 2010, sebbene i tassi di politica monetaria abbiano raggiunto i minimi storici”.

Banca d’Italia. Le banche continuano a ridurre il credito
 Banca d’Italia ha diffuso una interessante serie di dati. Continuano ad essere negativi quelli sull’andamento dei prestiti. Secondo Via Nazionale a giugno i prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 3% (a maggio la contrazione era stata del 2,4%). I prestiti alle famiglie sono scesi dell’1% sui 12 mesi (invariato rispetto al mese precedente), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 4,1% (-3,6% a maggio). Rallenta il tasso di crescita su base annua delle sofferenze che è stato del 22%, in diminuzione rispetto al 22,4% nel mese precedente.

Federconsumatori. Crisi e incertezza nemiche del credito

Secondo uno studio di Federconsumatori pubblicato ieri e rilanciato oggi “Nel 2013 si registra l’ennesimo calo consecutivo delle consistenze del credito al consumo: meno 4% rispetto allo scorso anno.
L’analisi dell’andamento del credito al consumo rappresenta, quindi, un chiaro quadro del mutamento delle condizioni sociali e delle abitudini delle famiglie avvenuto nell’ultimo decennio.
Per l’Associazione “dal 2002 al 2009 vi è stata una continua crescita delle consistenze debitorie. Un andamento dovuto al fatto che, all’indomani del passaggio all’Euro, per colmare la perdita del potere di acquisto derivante dal forte aumento dei prezzi e delle tariffe, nonché per mantenere gli stessi standard di vita, le famiglie hanno iniziato a ricorrere in misura sempre maggiore all’indebitamento (richiedendo sia prestiti personali, che prestiti per acquisti rateali e persino per andare in vacanza).
A partire dal 2009 – 2010, con l’aggravarsi degli effetti della crisi economica, tale andamento ha iniziato a ribaltarsi: le famiglie hanno cominciato a diminuire fortemente gli acquisti, anche rateali.
Il calo più marcato si registra proprio nel 2013, anno in cui le consistenze debitorie son tornate ai livelli antecedenti il 2008”.

Trefiletti e Lannutti. Rilanciare il potere di acquisto

 Ad accelerare, inoltre tale tendenza contribuisce l’insostenibile clima di incertezza, che investe specialmente il fronte fiscale: i cittadini non sono più nella condizione di poter programmare nulla fino a quando non conosceranno con esattezza cosa deciderà il Governo in tema di IVA, IMU e Tares ( che per costi diretti ed indiretti da uno studio O.N.F. potrebbe incidere qualora mantenute, sul potere di acquisto per 937 Euro).
“Si tratta di un segnale di forte allarme che il Governo non può più ignorare.” dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Per questo è urgente intervenire con misure concrete ed efficaci per avviare un deciso rilancio del potere di acquisto delle famiglie, attraverso detassazioni (no IMu su prima casa-no aumento IVA- rimodulazione TARES) e investimenti per il lavoro e l’occupazione.

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