ROMA – Governo e sindacati in prima linea per tutelare le 1.400 maestranze licenziate dopo la chiusura lungo la penisola degli stabilimenti Riva acciaio. Tra le ipotesi sul tavolo del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, c’è in primo luogo quella della cassa integrazione.
Ma si lavora anche sulla possibilità di un commissariamento o di un sequestro dei beni che non influisca tuttavia sulla continuazione delle attività produttive. “Si ragiona – ha detto il ministro dello sviluppo economico – su cento cose e ho valutato anche un’ipotesi di commissariamento ma con la legge Ilva mi pare impossibile perché queste acciaierie non hanno una situazione di disastro ambientale. L’ipotesi sulla quale sto lavorando è quella di verificare nei tribunali se sia possibile un sequestro che non blocca le attività produttive” – ha aggiunto -. Zanonato ha poi detto che nel corso del vertice a Palazzo Chigi sulla questione del Gruppo Riva “non è stata presa una decisione di merito. Abbiamo deciso di ritrovarci lunedì dopo aver studiato a fondo la questione che ha aspetti complessi per vedere se è possibile gestire l’azienda indipendentemente dal sequestro”, ha aggiunto. “In alternativa, si dovrà adottare una norma che non blocchi l’attività produttiva, salvaguardando la volontà dei giudici di tutelare il patrimonio che va messo a disposizione per il danno che eventualmente è stato fatto”. Sull’ipotesi di commissariamento, il ministro ha spiegato: “dobbiamo studiarla perché è una cosa complessa sotto il profilo giuridico”.
Landini (Fiom) chiede commissariamento Chi spinge verso il commissariamento è soprattutto Maurizio Landini. “Il governo convochi un tavolo e avvii il commissariamento, al fine di garantire occupazione e continuità produttiva”, ha detto il segretario generale della Fiom-Cgil. “La scelta di Riva di mettere in libertà più di 1.400 lavoratori è un atto di drammatizzazione inaccettabile, perché scarica sui dipendenti responsabilità non loro”, ha aggiunto Landini. Ad ogni modo, Fim, Fiom e Uilm auspicano che si trovi una soluzione in tempi rapidi. A tal riguardo, hanno chiesto al governo un “intervento urgente e deciso”. I sindacati chiedono con forza che gli impianti vengano riavviati al più presto al fine di impedire che la chiusura a oltranza degli stabilimenti possa avere ripercussioni negative a vantaggio della concorrenza estera nel settore dell’acciaio. Le segreterie
sindacali di cui sopra chiedono, contestualmente, l’intervento della cassa integrazione per evitare che a pagare siano i lavoratori. Appello al governo è stato lanciato poi dal segretario generale Cgil, Susanna Camusso. “Il governo utilizzi queste ore per dirci lunedì quale norma ha predisposto e manda in Parlamento. Una norma che deve precedere altri dibattiti. La produzione dell’acciaio in questo Paese è troppo importante perché non si continui a produrla. L’iter giudiziario non può intaccare l’attività produttiva e il lavoro”, ha urlato la Camusso. La società , dal canto suo, attraverso una nota, ha tenuto a precisare che lo stop degli impianti è “un atto dovuto dopo il provvedimento del gip” e “non una scelta aziendale”.
Governo-vertici azienda-sindacati: una settimana di incontri La settimana prossima, governo, sindacati e vertici aziendali si troveranno spesso faccia a faccia per trovare soluzioni immediate ed efficaci sul caso Ilva. A partire da dopodomani, giorno in cui è previsto l’incontro tra Zanonato e il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante. Al centro, la discussione in merito alla decisione della famiglia Riva di chiudere sette aziende dopo il sequestro di beni per circa 8 miliardi. A distanza di tre giorni, poi, i sindacati metalmeccanici si incontreranno con i vertici del ministero del Lavoro per aprire la procedura di cassa integrazione per gli stabilimenti del gruppo. Ai sindacati, infatti, è stato garantito che Riva chiederà di avere ammortizzatori sociali per i lavoratori. Una cosa è certa: trovare soluzioni rapide è un imperativo categorico. Non solo per la salvezza dei lavoratori, ma anche di una
grossa fetta dell’economia italiana .