Costa. La “prima volta” di Schettino. Accuse al timoniere

GROSSETO – Francesco Schettino parla per la prima volta in aula, al cinema Moderno di Grosseto.

Ripartecosì  il processo dell’anno che vede alla sbarra l’ex comandante per il naufragio al Giglio. Schettino, sulla scorta di quanto già affermato dalla difesa, non ha esitato ad accusare il timoniere indonesiano di non aver eseguito correttamente i suoi ordini. “Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l’errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un’accelerazione a destra”, ha dichiarato Schettino. “Se non ci fosse stato l’errore del timoniere, di non posizionare i timoni a sinistra, ovvero l’errore di scontrarsi, cioè di evitare la derapata – ha detto poi Schettino i – non ci sarebbe stato quello schiaffo”. In ordine alla richiesta di perizie aggiuntive già chieste al collegio del tribunale di Grosseto a luglio scorso, l’avvocato Francesco Pepe, difensore di Schettino, ha esclamato: ”Fare una perizia a bordo della Costa Concordia è ora possibile. Parti della nave sono venute a galla e ci si può cominciare a lavorare. Già dalla fase istruttoria chiediamo di poter effettuare direttamente nostre perizie sulla nave – ha proseguito Pepe -; potremo accertare la verità e capire quanto accaduto solo dopo una serie di nuove perizie su apparati come, per esempio, i generatori di emergenza, le porte stagne, il funzionamento dei bracci delle scialuppe di salvataggio”. Sulla richiesta della difesa, prima di entrare in aula l’avvocato Marco De Luca di Costa Crociere ha detto che ”la perizia dell’incidente probatorio è stata esaustiva, vedremo che cosa deciderà il tribunale su questa nuova richiesta”. ”Il timoniere ritardò la manovra di 13 secondi ma l’impatto ci sarebbe stato ugualmente’, ha’ spiegato l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, a capo dei periti del gip che nel 2012 eseguirono l’incidente probatorio. Il collegio ha proposto tre domande precise ai periti: quanto incise nel naufragio della Costa Concordia l’errore del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin nell’esecuzione dell’ordine di Schettino vicino al Giglio; quanto incise l’avaria ai generatori di emergenza sugli altri apparati della nave; come funzionarono le pompe di emergenza e le porte stagne. Il presidente Giovanni Puliatti ha specificato che non si tratta di ripercorrere l’intero incidente probatorio ma di avviare la discussione in aula tra le parti su questi punti.

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