Letta a Lampedusa. Commozione e contestazione. Cambieremo la Bossi

LAMPEDUSA – “Ho visto sofferenza e dolore. Grazie al presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ed al commissario Cecilia Malmstrom per essere qui con noi oggi, per aver accettato l’invito del governo a vedere in prima persona il dramma che si sta vivendo qui”.

Con queste parole ha esordito il premier Enrico Letta in visita stamane a Lampedusa. “E’ stato deciso, ha continuato Letta, che per le vittime del naufragio di Lampedusa ci sarà il funerale di Stato” perchè quella di Lampedusa “è una tragedia immane mai accaduta nel Mediterraneo”, ha proseguito. Il premier ha poi rivolto parole di “scuse per le inadempienze del nostro Paese, rispetto a una tragedia come questa”. Letta, successivamente, ha lasciato intendere senza troppi giri di parole che è sua intenzione rivedere la Bossi-Fini: “L’eventuale depenalizzazione del reato di clandestinità “sarà uno dei tempi da discutere, ha esclamato. Letta ha anche ammonito sul fatto che non si tratta di un dramma italiano, ma europeo: “Abbiamo chiesto, ricevendo l’appoggio del presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, che il prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre discuta del tema immigrazione, che non era in agenda. L’Italia farà la sua parte, ma questo è un dramma europeo” ha concluso il premier, sottolineando che serve una “svolta rispetto all’interesse di tutti i paesi coinvolti”.  Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Commissione Europea, Barroso. “L’Europa sta con la gente di Lampedusa. Il problema di uno dei nostri Paesi, come l’Italia, deve essere percepito come un problema di tutta l’Europa. Insieme possiamo agire in modo più adeguato. L’Europa non può girarsi dall’altra parte”, ha detto il presidente della Commissione europea in visita a Lampedusa. “L’immagine delle centinaia di bare non andrà mai via dalla mia mente. E’ un’immagine che non si può dimenticare, C’erano bare di bambini, madri e figli: è qualcosa che mi ha scioccato e rattristato” ha detto il presidente della Commissione europea.

All’interno dell’hangar dell’aeroporto, Letta si è inginocchiato davanti alle centinaia di bare. Poi il premier, Barroso, Alfano e Malmstrom sono andati al molo Favaloro, la banchina dove sono stati deposti i cadaveri ripescati.

Il messaggio di Napolitano

Nel sud del Mediterraneo non sono minacciati solo “il godimento dei diritti umani ma addirittura il diritto alla vita, da guerre conflitti interni e regimi oppressivi”, ed è ormai chiaro che c’è “una ondata di profughi” per cui quella di Lampedusa è “giustamente definita tragedia europea”.  Sono parole pronunciate stamattina da Cracovia dal presidente Giorgio Napolitano. Nel sud del Mediterraneo si vive ”in gravi condizioni”, ed è minacciato ”non solo il diritto al lavoro o il godimento
dei diritti civile, ma addirittura il diritto alla vita”. E oggi in Europa c’è ”consapevolezza” di queste nuove sfide ”che vengono dal sud del Mediterraneo’, ha concluso il presidente della repubblica’.

Da segnalare che la delegazione guidata dal premier Enrico Letta, dal presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e dal commissario europeo per gli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, è stata aspramente contestata dai cittadini di Lampedusa con striscioni e cori.

Le contestazioni

«Vergogna», «buffoni»,  «assassini»,  questo solo alcuni degli insulti con i quali alcuni manifestanti hanno accolto, questa mattina, il presidente del Consiglio Enrico Letta, il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il presidente della Commissione Europea Manuel Josè Barroso, al loro arrivo sull’isola di Lampedusa, per rendere omaggio alle vittime della tragedia, costata la vita a quasi trecento immigrati il 3 ottobre scorso. Anche la commissaria europea agli Affari interni, Cecilia Malmstrom è stata duramente contestata dai manifestanti che hanno gridato: “Andate a visitare il centro di accoglienza, andate a vedere come vive questa gente”.  I lampedusani hanno poi mostrato grandi fotografie dei naufragi precedenti. «Il problema -dice uno di loro- è in Africa. La prima cosa che si deve fare è istituire corridoi umanitari. Proporre il Nobel per Lampeusa è solo ipocrisia da parte della politica. Lo sanno che in quei paesi ci sono torture, violenze». 

L’aereo del presidente del Consiglio è atterrato questa mattina sull’isola poco dopo le 9.30 e subito dopo Enrico Letta  si è recato nell’hangar dell’aeroporto per un ultimo saluto alle salme degli immigrati.

Il presidente del Consiglio si è inginocchiato davanti ai feretri bianchi dei bambini che hanno perso la vita nella tragedia, per un minuto di raccoglimento, e, affiancato dal presidente della Commissione Ue e dal ministro dell’Interno, si è nuovamente inginocchiato per deporre un mazzo di fiori sulle prima fila di bare.

Intanto nella sede del Comune è giunto anche il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. Il premier Letta e il capo della commissione Ue Barroso, con il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini hanno lasciato il municipio e hanno raggiunto il centro di accoglienza di contrada Imbriacola per una visita non prevista dal programma ufficiale. Fino a stamane, infatti,  per motivi di sicurezza, la visita era in forse, ma sia il premier che il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, hanno insistito per un sopralluogo. 

Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato una giornata di mobilitazione nazionale ‘Fermiamo le stragi nel Mediterraneo per chiedere «una diversa politica in materia di immigrazione ed asilo», che si svolgerà venerdì 11 ottobre, con iniziative che verranno definite a livello territoriale. 

«La tragedia di Lampedusa – scrivono in una nota i sindacati- si aggiunge a decine di altre che si sono consumate negli ultimi anni e che sono costate la vita ad oltre ventimila persone, esseri umani che hanno lasciato il loro Paese fuggendo da guerre e persecuzioni o alla ricerca di una vita migliore». Nel merito Cgil, Cisl e Uil chiedono di: «Realizzare un piano per la costruzione di un efficace sistema di accoglienza, anche attraverso l’impegno dell’Unione europea, che non può esimersi dalla responsabilità di sostenere una delle più importanti frontiere europee nel Mediterraneo; istituire corridoi umanitari per i profughi che fuggono dalle guerre, rendendo esigibili in condizioni di sicurezza, l’accesso all’asilo e alle misure di protezione internazionale; riformare la legislazione sull’immigrazione e dotare l’Italia di una legge organica in materia di asilo; contrastare la tratta degli esseri umani, anche attraverso forme efficaci di collaborazione con i Paesi di origine e di transito di migranti e profughi e colpendo duramente i trafficanti». Sit-in, presidi e fiaccolate che attraverseranno l’intero Paese dal nord al sud, dalla Lombardia alla Sicilia, passando per Roma, con in programma un presido alle 17 nella multietnica piazza dell’Esquilino.

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