Grillo assalta Napolitano: l’amnistia salva Berlusconi. Epifani: non lo riguarderà mai

L’Europa ci impone provvedimenti di emergenza contro il sovraffollamento delle carceri

Il Presidente della Repubblica Napolitano, nel primo messaggio alle Camere in otto anni passati sul Colle, ha invitato il Parlamento a metter mano a provvedimenti anche “straordinari” per riportare le condizioni di prigionia dentro i parametri continentali. Questo è quanto ci chiede l’Europa che inquadra il nostro Paese come maglia nera nel sovraffollamento delle carceri e nelle condizioni che i detenuti sono costretti ad affrontare. 

Un blog  di M5S per chiedere le dimissioni del Capo dello Stato

Questo è bastato per scatenare una serie di sospetti e illazioni che vedevano il Capo dello Stato come artefice di un complotto nel quale l’indulto e l’amnistia, servirebbero invece a evitare a Berlusconi i servizi sociali. In primis il M5S si è affrettato a chiedere le dimissioni di Napolitano.Grillo ha aperto addirittura  in blog contro il Presidente, invitando chi scrive a stare attento a non incorrere in vilipendio. Una battuta ironica tanto per non farsi mancare niente nella campagna contro il Capo dello Stato. In realtà  un blog contro il Presidente della Repubblica non è, diciamo, usuale, mostra  mancanza di senso dello Stato. Contro Napolitano anche la Lega.

Ma il pericolo e i sospetti vengono subito allontanati da segretario del Pd Guglielmo Epifani: “La commistione con le vicende di Berlusconi non ha nessun senso”, e sottolinea che la vicenda giudiziaria del Cavaliere “non c’entra per adesso e non c’entrerà in futuro” con il tema del sovraffollamento delle carceri. Servirà anche ricordare che per approvare un provvedimento di amnistia serve una maggioranza parlamentare dei due terzi e che spetta alle Camere decidere quali sono i reati  che possono essere amnistiati. E i  reati contro lo Stato, come l’evasione fiscale, nello specifico, non sono mai rientrati nei provvedimenti di indulto e amnistia.

Le carceri italiane sono sovraffollate e non rispettano gli standard di legge

Ma la questione, oltre il dibattito politico, resta spinosa. E’ un dato di fatto che le carceri italiane siano sovraffollate e che di conseguenza le condizioni di vivibilità per i detenuti non siano rispettose degli standard di legge. L’ultimo tentativo di snellire la popolazione carceraria con l’indulto del 2006, ha dimostrato che la recidiva per i reati commessi è calata, dal 70 per cento circa dell’indulto del 1998, al 39 per cento. Il calo è stato molto sensibile. Ma, anche se confortante, non sufficiente a dimostrare che chi viene scarcerato senza espiare la propria pena, e senza un vero percorso di reinserimento, poi non ritrovi con facilità e nuovamente la strada della delinquenza.

Infatti, il vero nocciolo della questione è lo Stato di diritto. Basta un tasso di recidiva appena sotto al 40% per giustificare i soldi spesi a vuoto e tutto il lavoro messo in campo per le indagini, per i processi, per le operazioni delle forze dell’ordine, che spesso in queste rischiano la vita? Non abbiamo una risposta certa e non è questione che possa essere affrontata con la bilancia. Mettendo da un lato le condizioni inumane che devono sopportare i detenuti e dall’altro la possibilità che questi tornino a delinquere. 

Un sistema giudiziario burocratizzato, non efficiente

La questione è molto più complessa e riguarda un sistema giudiziario che troppo spesso è sfiancato da lungaggini burocratiche, dunque non efficiente. Si pensi che oltre il 15% della popolazione carceraria è ancora in attesa di giudizio definitivo. Per non parlare poi dell’edilizia carceraria, che nel nostro Paese vede aperti ancora carceri come Regina Coeli, una prigione dell’ottocento, nel centro di Roma. La criminalità negli ultimi dieci anni è aumentata in maniera spropositata, complice il grande flusso migratorio e la crisi economica che rende difficile procurarsi il pane anche agli italiani. Ma, occorre ammetterlo, anche in questo caso specifico, il nostro Stato, nei vari Governi che si sono succeduti, ha saputo restare attonito spettatore. 

Con tutta probabilità, il provvedimento chiesto da Napolitano alle Camere, è necessario a ristabilire un equilibrio che ci invoca l’Europa, ma ci auguriamo davvero che questa volta sia l’ultima, che i detenuti scarcerati vengano monitorati e affidati a percorsi di reinserimento dove possibile. E che lo Stato d’ora in poi la smetta di ragionare con la logica delle sanatorie e dei condoni, perché se esiste un delinquente di solito esiste anche una vittima e anche quest’ultima ha il sacrosanto diritto, in quanto cittadini italiano, ad avere giustizia.

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