Consiglio europeo. Nel documento conclusivo misure per l’emergenza immigrazione

ROMA – L’agenda ufficiale del Consiglio europeo di oggi prevedeva che il tema centrale del summit fosse il potenziamento dell’economia digitale considerata strategica per la ripresa economica. Tuttavia,  altri due sono stati i temi di maggior rilevanza in discussione al vertice collegati agli ultimi avvenimenti: l’immigrazione e l’affaire Nsagate.

Il primo è stato inserito all’ordine del giorno su insistenza del governo italiano dopo i fatti di Lampedusa mentre il secondo è diventato centrale in seguito alle rivelazioni di Le Monde su 70 milioni di registrazioni telefoniche effettuate dall’agenzia americana Nsa nella sola Francia e la recente notizia che anche il cellulare del cancelliere Angela Merkel sarebbe stato sotto controllo. 

Si discute anche del problema delle intercettazioni

Hollande e Merkel vorrebbero utilizzare il vertice europeo per forzare gli Usa a fornire maggiori chiarificazioni riguardo all’attività di spionaggio della Nsa. Il timore è che dopo le recenti rivelazioni anche altri paesi o leader politici potrebbero essere stati illecitamente intercettati dagli Usa. A giugno il presidente Obama aveva assicurato alla Merkel che i cittadini tedeschi non erano intercettati e la notizia che proprio il cellulare del cancelliere sarebbe stato sotto osservazione potrebbe avere pesanti conseguenze politiche nel delicato momento di formazione del governo.

Dopo Lampedusa passa la linea dell’Italia per coinvolgere i paesi Ue

Ma dopo la tragedia di Lampedusa, al centro dell’agenda  anche la questione immigrazione, come richiesto dall’Italia, che, a giudicare dalla nuova bozza di conclusioni del vertice, sta facendo passare la sua linea tra i partner europei.

Intervenendo martedì scorso in Parlamento, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha illustrato le quattro richieste del nostro governo. Innanzitutto, c’è il “riconoscimento che il dramma di Lampedusa e delle coste mediterranee è questione europea”. Poi “misure immediate per mettere in atto la rete europea di sorveglianza delle frontiere esterne, Eurosur e rafforzare soprattutto l’operatività di Frontex”.

 

 

Verrà costituita una task force  ed elaborato un piano di iniziative

Il nostro governo chiede anche che “la task force Italia-Commissione, che sarà costituita giovedì, aperta agli Stati membri interessati, elabori un piano d’azione per la gestione dell’emergenza migratoria nel Mediterraneo in questa crisi”. Infine, che l’Ue “investa tutto il suo peso politico nel dialogo con gli Stati vicini del Mediterraneo per integrare le questioni migratorie negli accordi di cooperazione, concludere partenariati per la mobilità e la sicurezza con gli Stati della sponda sud, favorire il ritorno e il reinsediamento dei migranti nei Paesi di origine e di transito”.

Nella bozza di conclusioni del Consiglio Europeo si invocano ”azioni determinate per prevenire la perdita di vite umane in mare ” da concepire e attuare ”sulla base dei principi di solidarietà e dell’equa ripartizione di responsabilità ”. Quindi si esortano i paesi membri a ”rafforzare le attività di Frontex” e si invita la task-force formata da Commissione europea, Europol, Frontex, Servizio per l’azione esterna dell’Ue, a ”individuare – sulla base dei principi di preve

Affrontare alla radice le cause dei flussi migratori

Nel documento si stabilisce anche che sulle azioni prioritarie per la task-force la Commissione europea riferisca agli stati membri in occasione della riunione del consiglio Affari interni del 5-6 dicembre, e che la presidenza lituana riproponga il tema al vertice dei capi di Stato e di governo di fine anno (20-21 dicembre). Il Consiglio europeo ”tornerà sulle questioni della migrazione e dell’asilo a giugno 2014, quando saranno definite linee guida per ulteriori iniziative legislative e piani operativi nei settori di libertà, sicurezza e giustizia”.

Da ultimo, la bozza sottolinea ”l’importanza di affrontare le cause dei flussi migratori alla radice rafforzando la cooperazione con i paesi di origine e transito della migrazione illegale”. Ciò anche attraverso ”politiche europee di sostegno allo sviluppo ed efficaci politiche di ritorno ”.

 

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