Rehn. Il commissario diventa candidato liberista e attacca l’Italia sul bilancio

ROMA – Dura accusa da parte del commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn all’Italia. Non sta facendo abbastanza in termini di liberalizzazioni e spending review, questa è l’accusa che il neo candidato leader del gruppo liberale e liberista per le prossime elezioni lancia al Paese.

E ancor più dure sono le reazioni di Pittella, del presidente Napolitano e del premier Letta. intanto arriva un invito all’attenzione da parte della Corte dei Conti sulla gestione dell’Inps.

 

Rehn. Scettico su impegni italiani

In una intervista alla Repubblica, il Commissario Ue per l’economia Olli Rehn ha dichiarato di aver “preso nota delle buone intenzioni del governo italiano su privatizzazioni e spending review. Ma lo scetticismo è un valore profondamente europeo. E io ho il preciso dovere di restare scettico, fino a prova del contrario. In particolare, per quanto riguarda i proventi delle privatizzazioni e i loro effetti del bilancio del 2014″. 

Secondo Rehn i conti del nostro Paese sono in linea, di poco, con il criterio del tre per cento del rapporto deficit/pil e questo ha consentito al Paese di uscire dalla procedura per deficit eccessivo ma l’Italia deve rispettare un certo ritmo di riduzione del debito e non lo sta rispettando. Sempre secondo Rehn “Per farlo lo sforzo di aggiustamento strutturale avrebbe dovuto essere pari a mezzo punto del Pil, e’ invece e’ solo dello 0,1 per cento. Ed è per questo motivo che l’Italia non ha margini di manovra e non potrà invocare la clausola di flessibilità per gli investimenti”. 

Rehn esprime inoltre dubbi sugli effetti delle privatizzazioni sia in termini di miglioramento dell’efficienza del sistema economico e sia sul loro effetto sulla riduzione del debito nel 2014.

Altro punto su cui Rehn spinge è la spending review, che sarà ancora più importante se riuscirà a mettere in pratica tagli di spesa con effetti già nel 2014, e le previsioni UE di febbraio 2014 che “saranno un appuntamento molto importante per l’Italia.” Quando si decideranno i possibili margini di manovra a disposizione del Paese. 

Renh ha quindi concluso affermando come sia stato un incubo “l’angoscia del periodo di agosto e novembre del 2011 quando l’Italia era al centro della tempesta sui mercati finanziari”.

 

Napolitano. Necessario un cambio di rotta

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nelle dichiarazioni alla stampa al termine del colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica di Croazia, Ivo Josipovic, in visita di Stato in Italia ha dichiarato che ”A livello delle istituzioni europee si impone una correzione di rotta e un impegno nuovo per promuovere la crescita e l’occupazione”. Il Presidente Napolitano, riguardo al nostro rapporto deficit/Pil e debito/Pil, sottolinea come ”da un lato possiamo essere soddisfatti e orgogliosamente consapevoli dello sforzo fatto per risanare le nostre finanze pubbliche. Dall’altro questo rapporto è influenzato fatalmente dalla mancata crescita causata dalla crisi e dai suoi effetti recessivi”. 

 

Pittella. Rehn è un avversario da sconfiggere

Durissimo il commento di Gianni Pittella, esponente Pd e vice presidente vicario del Parlamento europeo secondo cui  “Rehn è diventato un avversario politico da sconfiggere e non più un Commissario al servizio dell’Europa” Per Pittella fopo aver annunciato la sua candidatura come leader del gruppo liberale e liberista per le prossime elezioni Rehn vorrebbe “utilizzare il nostro Paese come terreno di battaglia elettorale. Vuole fare con l’Italia ciò che la destra tedesca ha fatto con la Grecia, trasformando Atene nella vittima sacrificale di una crociata ideologica che punta ad imporre austerità e a far collassare l’economia”

Pittella conclude poi dichiarando che “I movimenti populisti anti-europei dovrebbero regalare a Rehn la tessera d’onore. Ogni volta che parla, guadagnano valanghe di voti. Il nostro governo smentisca le insinuazioni di Rehn e ne richieda le dimissioni prima che faccia altri danni”.

 

La candidatura non compromette l’indipendenza

Oliver Bailly, portavoce dell’esecutivo Ue ha precisato che l’annuncio della candidatura del commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn non mette in discussione la sua indipendenza. Il portavoce di Rehn, Simon O’Connor, ha invece precisato che Rehn avrebbe intenzione di presentarsi alle europee 2014 solo se l’Alde (Alleanza liberaldemocratici) dovesse decidere di scegliere lui come candidato alla presidenza della Commissione.

 

Letta. Rehn faccia il Commissario

Anche il Presidente del Consiglio si è scagliato contro le dichiarazioni di Olli Rehn. Per Letta “Un commissario Ue non può permettersi di avere scetticismo, quest’ultimo appartiene al dibattito politico. Lo può fare ma deve togliersi la giacca di Commissario agli affari economici e monetari. Altrimenti si troverà un Parlamento carico di populismi euroscettici. Noi siamo nel giusto equilibrio tra conti pubblici in ordine e ripresa che non va soffocata. Ma Rehn non dice che assieme alla Germania l’Italia è l’unico paese che è sotto il 3 per cento del rapporto deficit/Pil da tre anni”.

 

Corte dei Conti. Bilanci Inps da monitorare. Il problema equità

La Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei Conti, nel referto sulla gestione dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) per l’esercizio 2012, conferma l’esigenza di un costante monitoraggio di alcuni aspetti dell’andamento della spesa pensionistica in Italia. Da una parte vanno tenuti sotto controllo gli effetti delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica e dall’altra occorre porre una crescente attenzione sull’adeguatezza delle prestazioni collegate al metodo contributivo e degli eccessivi divari nei trattamenti connessi a quello retributivo, unitamente all’urgenza di rilanciare la previdenza complementare.

Se da una parte l’Inps potrebbe quindi continuare ad essere troppo generosa con alcuni pensionati dall’altra parte il ridotto importo delle pensioni calcolate con una quota consistente a sistema contributivo potrebbe far esplodere una questione sociale, per la Corte Conti questa mina a tempo andrebbe disinnescata ricorrendo principalmente alla previdenza complementare.

 

Corte Conti. Patrimonio Inps esposto a “rapido azzeramento”

C’è poi un certo allarme sullo squilibrio dei conti con conseguente dilatazione dei saldi negativi e dell’indebitamento, aggravati dal fondo ex Inpdap in progressivo e crescente dissesto. I conti generali registrano quindi il primo disavanzo finanziario e l’accentuazione del deficit economico anche a causa del ciclo recessivo.

E per fortuna che i netti patrimoniali di “parasubordinati ” e delle prestazioni temporanee, consentono ancora la copertura di quelli negativi delle altre principali gestioni e il mantenimento di un attivo nel bilancio generale, che per la Corte dei Conti è però esposto a rapido azzeramento

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