Riforme. Per quella elettorale avviato l’iter, 21 proposte di legge presentate

Napolitano: “E’ di moda invocare le elezioni anche se queste non sono in programma”

ROMA – Giorgio Napolitano tenta di gettare acqua sul fuoco delle polemiche che quotidianamente si aprono sulle più disparate questioni, sia politiche che economiche. Il Capo dello Stato ha tuonato in queste ore contro “il frastuono delle polemiche politiche” anche quando – precisa al vetriolo Napolitano- ”non ci sono elezioni in programma”, nonostante per qualcuno ”sia di moda invocarle in ogni momento”. Il Presidente della Repubblica interviene anche nel merito delle possibili riforme, come quella proposta dal neo-segretario del Pd, Matteo Renzi, che ha nel suo programma l’intenzione di tagliare drasticamente i costi della politica, passando in prima battuta dal Senato. Su questo punto Napolitano così si esprime: “E’ possibile tagliare le ridondanze e qualificare in modo nuovo ed essenziale il Senato”. L’inquilino del Quirinale, poi, con preoccupazione guarda al clima che si sta vivendo nel Paese: “un clima, un ‘mood’ che non è esattamente di fiducia” e “noi ora dobbiamo reagire”. E per cercare di riconquistare la fiducia di un Paese che ormai sta voltando le spalle alla politica (unico fatto positivo nel rapporto tra partiti e cittadini è il grande risultato delle primarie del Pd e dei suoi quasi tre milioni di partecipanti ndr) è ripartire, oltre che da misure economiche che ridisegnino la tassazione e i sostegni ad i meno fortunati, due questioni prioritarie rispetto a tutto il resto, c’è da incardinare la riforma elettorale. Probabilmente, questo, sarà uno dei primi punti in agenda del nuovo Segretario del Pd, Matteo Renzi. 

 

Su questo il Sindaco di Firenze è stato più che chiaro, aprire un tavolo con tutti gli attori politici, ma il nodo delle riforme, soprattutto quando si parla di quella elettorale, fa entrare in fibrillazione gran parte dei partiti e delle loro componenti. Alla proposta sul cosiddetto ‘Sindaco d’Italia’, prime timide aperture del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. A parlare il ministro Maurizio Lupi che in un intervento a Radio 24 ha precisato la posizione del suo partito: “La legge elettorale si deve fare, deve essere una legge bipolare, e deve essere una legge che, come ha detto la Corte Costituzionale, ridia possibilità ai cittadini di scegliere il proprio rappresentante”. Lupi ha poi ribadito l’interesse del Nuovo Centro Destra al modello di riforma ispirata al ‘Sindaco d’Italia’. Ma non è solo il neonato partito frutto della disarticolazione del Pdl, ad aprire a Renzi. Anche Brunetta, per la rinata Forza Italia, spiega in una intervista al Corriere della Sera, “che se ci sono le condizioni per un accordo tra Pd, 5 Stelle, Forza Italia e Sel, la Legge si porta a casa in una sola settimana”. Sul fronte squisitamente istituzionale va detto che la Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, ha calendarizzato la riforma. Sono 21 le proposte già depositate, molte delle quali note. E non è detto che nelle prossime ore, il nuovo Segretario del Pd, sparigli il campo per sintetizzarne una da condividere nei due rami del parlamento. Secondo quanto dichiarato dal Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Affari Costituzionali, Emanuele Fiano, tutti i gruppi politici sarebbero d’accordo sull’iter della riforma, passando le carte a Montecitorio. Il Presidente della stessa Commissione, Sisto dopo aver fatto la sua relazione sulle 21 proposte di riforma, ha aperto un dibattito tutto politico e non nel merito delle Proposte di Legge, dibattito da cui è emerso che c’è la volontà, tutta politica dei gruppi, di delegare la ‘pratica a Montecitorio. Nel percorso parlamentare, la scelta maturata oggi è necessaria per dare disco verde ai Presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini che ora saranno obbligati al confronto istituzionale per dirimere il nodo della partenza dell’iter legislativo.

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