Doppia fiducia per il Premier Letta. E al Senato aumentano anche i consensi

Nessuna sorpresa dal voto delle Camere. Alta tensione con il Movimento 5 Stelle

 

ROMA – Il Governo Letta ottiene il voto di fiducia delle due Camere. Nel primo passaggio a Montecitorio, dove la fiducia era scontata, ha ottenuto nel pomeriggio 379 voti favorevoli, 272 contrari  e 2 astenuti. In tarda serata si è replicato al Senato dove la nuova maggioranza ha totalizzato 173 voti favorevoli, due in più rispetto alla precedente fiducia e 127 contrari, mentre non si è registrata nessuna astensione. Letta, dunque, è nel pieno del suo mandato e le elezioni anticipate, come aveva detto nelle ultime ore Napolitano, si allontanano. Dopo l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza di Governo, e soprattutto dopo la vittoria alle Primarie del Pd per la leadership a segretario del partito di Matteo Renzi, il Presidente del Consiglio Enrico Letta è riuscito ad ottenere una doppia fiducia. Si tratterà, con ogni probabilità, di un percorso che avrà una durata di poco più di un anno, se andrà bene. Lo si è capito anche dai discorsi tenuti a Montecitorio dai vari gruppi politici. Che si tratti infatti di un Governo a termine è noto a tutti. E’ impensabile, infatti, riuscire a tenere coese forze decisamente variabili, per umore e scopi politici. Basta infatti interpretare le parole di Cicchitto, uno dei Pasdaran del passato berlusconismo, transitato poi, con grande eleganza nel Nuovo Centro Destra, ha si difeso la maggioranza di Governo e lo stesso Letta, ma al tempo stesso, ha fissato i paletti del suo partito, decisamente nel recinto del Centrodestra che fa riferimento all’indiscusso leader Silvio Berlusconi. In sostanza se al Cavaliere non è riuscita l’operazione del partito di lotta e di governo, potrebbe riuscire quella, nel prossimo futuro, di un contenitore unico del centrodestra, con all’interno tutti i satelliti di Forza Italia. E se questa potrebbe essere la prospettiva del centrodestra, nell’altra parte del recinto, quella del Centrosinistra, la situazione non è decisamente migliore. Renzi, che ha dato disco verde a Letta, potrebbe avere più di un problema con i suoi Gruppi parlamentari. Malgrado le professioni di fiducia, nel buio delle Commissioni, potrebbe manifestarsi più di un agguato e se il nemico è dentro casa, tutto potrebbe rivelarsi decisamente pericoloso. C’è poi da dire che il neo segretario del Pd dovrà tener conto di quanto potrà tenere la spinta mediatica della sua elezione plebiscitaria. E’ chiaro che non potrà durare all’infinito e dunque, malgrado le reprimende di Napolitano, da qui a qualche mese, l’orizzonte delle elezioni, potrebbe tornare a manifestarsi. Renzi, inoltre, sarà chiamato ad affrontare, per la prima volta da leader nazionale, il primo scalino della sua carriera: le elezioni europee della prossima primavera, oltre ad un numeroso turno elettorale amministrativo.

Gli effetti mediatici delle convocazioni della sua segreteria alle 7 del mattino, dureranno quanto la proiezione, anch’essa mediatica, della bicicletta del Sindaco di Roma, Ignazio Marino. Dopo qualche tempo, nella testa dei cittadini, entrambe le cose saranno metabolizzate e cancellate. Ma tornando al dibattito parlamentare ed al voto di Montecitorio, va detto che Letta ha chiesto la fiducia “per un nuovo inizio” (per capirci meglio, addio alle larghe intese con una nuova maggioranza, visto l’addio di Forza Italia ndr).

“Lotto con tutto me stesso – ha detto Letta- per evitare di rigettare nel caos il Paese proprio nel momento in cui è in grado di rialzarsi”. Poi visto quanto sta accadendo nelle strade e nelle Piazze d’Italia con le manifestazioni di forconi ha voluto precisare: “Vorrei ringraziare le forze dell’ordine per la fedeltà ai valori repubblicani che dimostrano ogni giorno”. Poi inevitabile l’attacco a Grillo, anche se il Premier non ha mai pronunciato il suo nome: “Si tenta di immiserire questa aula con parole e azioni illegittime, figlie di una cultura politica che mette all’indice i giornalisti, si avalla la violenza e vuole fare maceria degli edifici stessi della democrazia rappresentativa”. Sul patto di Governo ha poi precisato: “Oggi c’è una coalizione diversa e più unita. Ci sono le condizioni per definire nelle prossime settimane un patto di governo che chiamerò Impegno 2014. Oggi vorrei che tracciassimo una linea netta. Di qua chi ama l’Europa, vuole riformarla e non delega ad altri questo compito. Di là chi vuole bloccare l’Europa, chi si scaglia contro i suoi limiti per speculare sul malessere che c’è per la crisi. E’ una linea di demarcazione netta e senza sfumature. Chiedo il mandato per costruire un ‘Europa migliore. Chi vuole, invece isolare l’Italia non voti la fiducia al mio governo, chi vuole cavalcare il populismo in chiave anti Ue, non voti la fiducia al mio Governo”. Per Letta infine sono quattro i punti fondamentali della sua azione di riforma:

la riduzione del numero dei parlamentari, l’abolizione delle province, la fine del bicameralismo perfetto, la riforma del titolo V della Costituzione. Dobbiamo “rapidamente definire i ddl costituzionali per raggiungere questi obiettivi”. Inoltre per l’Esecutivo l’obiettivo è quello di “avere entro 18 mesi, Istituzioni che funzionano e una democrazia più forte e solida”. E su questo punto il Premier non poteva non aprire una finestra sulla possibile riforma elettorale auspicando “un meccanismo maggioritario”. Per dovere di cronaca non possiamo non ignorare il grado di tensione che si è scatenato tra Letta e soprattutto il Movimento 5 Stelle, soprattutto sulle questioni legate alle liste di giornalisti ostili chieste da Beppe Grillo e dall’appoggio incendiario fatto dal comico genovese al movimento dei Forconi. Su questi due punti il Premier si è detto esterefatto: “Pensavo che dopo la gaffe di Grillo sui giornalisti il discorso si chiudesse” ha detto Letta. Passando poi all’attacco: “Oi giornalisti scrivono le cose che piacciono avoi o vengono messi alla gogna. Questo è inaccettabile”. Approvazione in aula dai banchi del Centrosinistra, con lugnhi e ripetuti applausi all’indirizzo del Premier mentre alcuni deputati M5S trattenevano a fatica il loro collega Riccardo Nuti che dal suo scranno puntava il dito contro il Presidente del Consiglio gridando a squarciagola: “Sei un bugiardo! Vergognati! Vai a Casa”. Ma Letta approfitta e replica rivolto ai grillini: ”Che dovrei fare, allora, io quando leggo cose scorrette, false o strampalate sul mio conto?, dal mio punto di vista in democrazia chi si sente leso può sempre rivolgersi alla magistratura’.

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