Ddl Bilancio e Stabilità al Senato. Entro Natale l’approvazione di Palazzo Madama

Annunciate novità a favore dei Comuni. Si apre un nuovo fronte polemico con le Province. Pronti i ricorsi

ROMA – Via libera della Camera al ddl bilancio di previsione dello Stato e alla nota di variazione collegata alla legge di stabilità. La manovra passa ora al Senato per l’ok definitivo. Il sì ai provvedimenti è arrivato con 258 voti favorevoli, 103 contrari e 3 astensioni. Intanto sono partiti i contatti con gli Enti Locali, per evitare un duro conflitto tra poteri dello stato, sulle questioni legate ai conti ed alla stabilità delle finanze, soprattutto locali. I Comuni da giorni minacciano infatti ritorsioni: non ce la fanno a chiudere i bilanci e sono ‘investiti’ da una vera e propria valanga di novità normative (dalla mini-Imu alla Tasi, passando per le società partecipate). Ma il governo tenta ancora la via del dialogo. Ad esempio il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, annuncia un’importante novità: è infatti in arrivo un decreto legge per rimpinguare i soldi previsti dalla Legge di Stabilità per le detrazioni Tasi che passerebbero dai 500 milioni attuali a 1,2-1,3 miliardi. E se i Comuni cercano di ricomporre, ma con difficoltà, la frattura con l’Esecutivo, potrebbero essere le Province ad aprire un nuovo fronte. Il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, ha infatti annunciato ricorsi, lo farà da privato cittadino proprio perché, nella Legge di stabilità non esiste la norma che consentirebbe le elezioni in 52 Province i cui mandati scadono nella primavera 2014 e nelle altre 20 commissariate dal 2012. Tornando alla Manovra il Pacchetto (Ddl Bilancio e Ddl Stabilità) passa ora al Senato, che affronterà i ‘faldoni’ già da lunedì, con la possibile approvazione entro Natale, con ogni probabilità nel pomeriggio del prossimo 23 dicembre. Da registrare, ancora una volta alla Camera, un nuovo scontro tra parlamentari del Movimento 5Stelle e del Partito Democratico. Inevitabili i richiami del Presidente dela Camera Laura Boldrini ai deputati grillini, per i toni ed il linguaggio utilizzato. La polemica si è innescata sulle cosiddette lobby ed il loro potere sul parlamento. Accuse dai contenuti forti rivolte dai banchi del M5S  contro il Pd: “Fantocci” e “porcellini del porcellum”. Dura la replica da parte del Pd, con il Capogruppo Roberto Speranza, che ha definito il Movimento 5Stelle “Partito dello sfascio”,  per poi aggiungere che “Questa è l’Italia che noi non vogliamo, che noi fermeremo”. Poi al vetriolo: “Berlusconi e Grillo votano nello stesso modo per affossare l’Italia, ma non passerete mai”.

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