Riforme, Renzi accelera su quella elettorale

Fassina: “Dalla Segreteria Pd caricature distruttive sull’azione di Governo”

ROMA – Su legge elettorale e prospettive politiche e di Governo, nel Pd il dibattito è più che mai aperto. Mentre Renzi lancia le sue proposte di riforma elettorale, nella componente di sinistra, che fa riferimento al Presidente Cuperlo, ed al viceministro dell’Economia, Fassina, si cerca di analizzare nel dettaglio e senza improvvisazioni il nuovo percorso politico che sta caratterizzando la svolta dei Democratici. Ad aprire un fronte di riflessione è stato Stefano Fassina, che ha rilasciato una significativa intervista al quotidiano l’Unità: “Il congresso del Pd segna una svolta inequivocabile. Non solo è legittimo ma è anche un dovere politico che le straordinarie energie positive che si sono mobilitate alle primarie, soprattutto grazie a Renzi, incidano per una svolta del governo. Tutti vogliamo che una svolta ci sia, ma dobbiamo discutere e capire bene cosa voglia dire in concreto». Stefano Fassina, viceministro dell’Economia e autorevole esponente della minoranza uscita sconfitta dai gazebo, mette in fila alcune priorità in vista di una prima metà di gennaio molto densa di appuntamenti politici decisivi”. Poi le puntualizzazioni ed argomentazioni al vetriolo nei confronti di coloro che, da un lato sostengono il Governo, e dall’altro mostrano esternazioni che pocxo hanno a che vedere sulla stabilità dell’Esecutivo: “Ho letto i temi su cui intende concentrarsi la nuova segreteria e mi paiono condivisibili”, spiega Fassina.

“Ora bisogna sviluppare i titoli per costruire l’agenda del Pd e favorire quel cambio di passo che viene richiesto al governo. Ma una cosa deve essere chiara: non si può andare avanti con questo gioco in cui dalla segreteria Pd si fanno delle caricature distruttive dell’azione del governo, mentre autorevoli ministri si arrampicano sugli specchi con interpretazioni minimali di questi attacchi, che paiono imbarazzanti e persino poco dignitose. È un giochino insostenibile”. Ma la giornata di ieri è stata caratterizzata dall’accelerazione del Segretario Renzi sulla volontà di riformare la legge elettorale. Nelle sue intenzioni, se verranno raccolte, c’è la volontà di arrivare la prossima settimana, ad una serie di incontri con i segretari ed i leader di partito sia di maggioranza, che di opposizione, per precisare, approfondire e se necessario, centrare l’obiettivo di una riforma condivisa, con il maggior numero di ‘attori’ politici possibili. Nella lettera, riportata nero su bianco anche sulla sua enews, Renzi propone tre possibili soluzioni alle forze politiche.  ”Sulla politica nazionale – scrive Renzi – penso che sia inutile aspettare le stanche liturgie di sempre, i tavoli, le riunioni di coalizione. Credo sia maturo il tempo di lanciare in modo chiaro e trasparente le nostre proposte perché le altre forze politiche ci dicano la loro. Qualcuno mi ha detto ‘Scusa Matteo, ti abbiamo votato l’8 dicembre e non hai ancora abolito il Senato e nemmeno hai cambiato la legge elettorale’. Hanno ragione loro. Perché il mandato delle primarie dell’8 dicembre – sottolinea il leader del Pd – è fortissimo e non accetta compromessi: subito una legge elettorale seria, riforma della politica con tagli per un miliardo di euro e provvedimenti immediati per il lavoro. Tutto questo perché torni un briciolo di speranza nel futuro dell’Italia. Bene, allora tiriamo giù le carte. Mi hanno detto: ‘Matteo almeno aspetta il ponte. Fino all’Epifania stai fermo’. Non scherziamo! Sono vent’anni che la classe politica sta facendo il ponte. Partiamo dai”. Ma andiamo a leggere le tre proposte formulate da Renzi: “Riforma sul modello della legge elettorale spagnola. Divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%. Riforma sul modello della legge Mattarella ridisegnata. 475 collegi uninominali e assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l’attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi. Riforma sul modello del doppio turno di coalizione dei Sindaci. Chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%. Il Pd – puntualizza il leader democratico – è pronto a recepire suggerimenti, stimoli, critiche su ciascuna di queste tre proposte. Ma chiediamo certezza dei tempi e trasparenza nel percorso: la politica non può più fare passi falsi. Nella prossima settimana sarà nostra cura chiedere appuntamenti bilaterali a chi di voi sarà disponibile a incontrarsi. L’obiettivo sarà capire in modo semplice e trasparente se esiste la possibilità di chiudere rapidamente un accordo istituzionale. Non servono molti giri di parole: volendo, in qualche ora si chiude tutto. Volendo, però. E il Pd dimostra di volerlo nel momento in cui non si attesta su una sola posizione secca, prendere o lasciare, che sarebbe irrispettosa delle altre forze politiche, ma apre a più possibilità chiedendo solo di non perdere neppure un minuto”. Renzo scrive ancora che nel patto di coalizione il Pd chiederà “che ci sia un capitolo Diritti Civili che comprenda le modifiche alla Bossi Fini, le unioni civili per persone dello stesso sesso, la legge sulla cooperazione internazionale, i provvedimenti per le famiglie e una disciplina più efficace delle adozioni”. Infine gli appuntamenti  già definiti in agenda e che definiranno ancor di più la posizione dei Democratici. Renzi incontrerà i senatori del Pd il 14 gennaio e il 16 gennaio è convocata la Direzione del partito. ”Ho chiesto – scrive – al presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, di incontrare i senatori il prossimo 14 gennaio così ci parliamo in faccia, senza troppi giri di parole, circa la necessaria trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie e quindi la cancellazione di incarichi elettivi e retribuiti in Senato”.  A tappe forzate la Direzione del partito convocata per il 16 gennaio. “In quella sede – fa sapere ancora Renzi- mostreremo anche come vogliamo procedere per il Jobs Act che è un documento molto più articolato di quello che si è letto fino ad oggi”. Quanto alla Segreteria del partito, la convocazione questa volta non è a Roma, ma a Firenze, ed è programmata per sabato prossimo.

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