Letta-Renzi, buona la prima. Positivo l’incontro tra il Presidente del Consiglio e il Segretario del PD

Al centro dell’Agenda di lavoro riforma elettorale, job act e agenda di Governo 2014

ROMA – Letta-Renzi siglano una tregua e ora puntano tutto sull’azione di Governo, per rilanciare una economia nazionale ridotta ai minimi termini. Otre un’ora e mezza di colloquio, tra i due leader e con molti punti caldissimi da raffreddare in una atmosfera che si è fatta immediatamente positiva, grazie anche ad alcune battute che hanno aperto l’incontro. A riferirlo alcuni parlamentari democratici, che hanno descritto i primi momenti dell’incontro tra il Premier ed il Segretario del partito che ha la ‘Golden Share’ sul Governo: (“Sei venuto a dirmi che ti candidi alle elezioni?”, ha chiesto Letta; “no, sono venuto ad annunciarti che mi ricandido sindaco a Firenze”, ha replicato il rottamatore). Ma battute a parte le questioni da dibattere erano di grande rilevanza ed estrema attualità politica, come, ad esempio il Caso Saccomanni, che come altri ministri dell’Economia nel recente passato avevano fatto, aveva imposto uno stop ad alcune questioni di spesa, come ad esempio quello dell’assunzione di alcune migliaia di insegnanti do sostegno, provocando tensioni sia nel Pd che nello stesso Governo, con una frizione evidente con il Ministro Carrozza. Ma al centro dei ragionamenti, sia di Letta che di Renzi, anche il cosiddetto ‘Job Act’ formulato dal nuovo corso democratico e finito nel mirino, anche in questo caso di un ministro prestato alla politica come Giovannini, che, come Saccomanni, aveva parlato di problemi di risorse. Ed è proprio su queste priorità che si è sviluppato l’articolato colloquio, che ha anche evidentemente trattato, altre due priorità del momento: la riforma della Legge Elettorale (Su questo punto sembrerebbe ci sia stata piena sintonia) e l’Agenda di Governo 2014 con il Patto di maggioranza da siglare nei prossimi giorni e che era già stato al centro di un incontro proprio tra lo stesso Renzi e l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti. Entrambi i leader si sono però promessi, che davanti a tutte questa scadenze legislative e di Governo, c’è la necessità di portare a casa almeno un risultati in tempi più che brevi e questo potrebbe essere rappresentato proprio dall’approvazione della nuova Legge Elettorale. I tempi? L’intenzione è quella di cancellare il ‘Porcellum’ entro le ormai prossime elezioni Europee ed accanto a questo, perché no, avere una prima valutazione di merito delle riforme istituzionali, primo provvedimento fra tutti, il superamento del bicameralismo perfetto, con la rivisitazione, in Camera delle Regioni e delle Autonomie, dell’attuale Senato. Sia Letta che Renzi hanno concordato che l’impatto delle riforme deve veder coinvolta la più vasta platea possibile di forze parlamentari, Forza Italia e Centrodestra nel suo complesso compresi. Nelle prossime ore andranno avanti gli incontri in parallelo sia del Segretario del Pd, nel merito di Riforme e Job Act, mentre il Presidente del Consiglio avrà il compito di compattare la maggioranza sull’Agenza 2014. Ma tutte le questioni avranno un nuovo momento di dibattito il prossimo 16 gennaio con la Direzione del Partito Democratico, in quell’occasione alcuni motivi di scontro torneranno d’attualità, come le dimissioni del Viceministro dell’Economia Fassina, il capitolo spinoso delle nozze gay, oltre che la necessità di tenere in posti di grande rilievo mediatico e potere politico ed amministrativo, ministri come Saccomanni e lo stesso Giovannini, che nelle ultime settimane hanno indispettito, non solo i ‘renziani’ che oggi sono maggioranza nel partito, ma anche la vecchia anima di sinistra, incarnata oggi da Cuperlo e dal giovane Civati. Se il dibattito sarà come quello che si è svolto tra Renzi e Letta, Governo e Pd saranno certamente più forti, se invece i toni si surriscalderanno, Letta tornerà a ‘friggere’ e Renzi avrà nel suo stesso partito una componente che certamente non gli farà più sconti e concessioni.

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