Dal Nazareno un Cavaliere resuscitato

Dopo l’incontro tra Renzi e il leader di Forza Italia, Fassina chiede la consultazione degli iscritti ma i renziani dicono no. Cuperlo rilancia il Letta bis e boccia il metodo del Sindaco di Firenze

ROMA – All’indomani dell’incontro al Nazareno, Silvio Berlusconi (scusateci  il parallelismo biblico ndr) sembra resuscitato, visto che già pensa, oltre che ad elezioni anticipate, anche alla vittoria. Il Cavaliere, infatti, parlando il teleconferenza ad uno dei circoli dei suoi movimenti, si dice convinto “che i club Forza Silvio possono riuscire a contattare gli indecisi e i delusi delle altre forze politiche, il 40% dell’elettorato, mentre nel 60% residuo, il gruppo di elettori M5S sono molto scontenti e quindi possono essere convinti a votare per Forza Italia”. 

Tutto questo accade dopo il confronto tra il Sindaco-Segretario ed il leader che nel passato aveva già incartato vecchie volpi della politica come Massimo D’Alema e Walter Veltroni. L’unico che con il ‘caimano’ non aveva voluto aprire confronti era stato Romano Prodi, e, non a caso, era riuscito due volte a strapazzarlo alle elezioni politiche, conquistando la Premiership. Passato a parte, la sorte delle riforme, sia elettorale che istituzionale, sembra affidata al vento della speranza, visto che malgrado i proclami, non esiste nulla di certo. In attesa del treno del desideri, quello che ieri Renzi rischiava di perdere, l’unica certezza è che nel penultimo lunedì di gennaio, il Sindaco, dovrà rendere conto alla Direzione del partito sue accelerazioni e su quali risultati abbiano prodotto o produrranno nelle prossime ore. C’è da dire, che di fronte alla ‘visita’ del ‘caimano’, molti dirigenti nel Pd hanno mostrato un visibile imbarazzo, figuriamoci le considerazioni tra i militanti. Va detto inoltre che tra i Democratici la storiella dei tre milioni di cittadini che hanno legittimato il Segretario, rischia di non convincere più, non i cittadini che lo hanno votato, ma i militanti che ogni giorno, volontariamente danno il loro contributo di idee e partecipazione nei circoli e nelle sezioni. Non è stato infatti digerito quel dar respiro all’avversario di sempre, che era nell’angolo e che probabilmente non aveva più nulla da dire, è sembrato a molti un gravissimo errore politico.

Quanto alla valenza istituzionale dell’invito al Nazareno ed al rispetto dovuto per chi ‘governa’ da caudillo il secondo partito del Paese, nulla da eccepire, ma era davvero necessario? Quello che è certo è che Renzi non ha nel sacco Berlusconi, il rischio è esattamente il contrario. Liberato dai moderati di Alfano, che non hanno alcuna intenzione, almeno per ora, di rientrare all’ovile, con un alleato, come la Lega, che da sempre ha coperto il fianco più radicale dello schieramento della destra, con formazioni nazionaliste come i Fratelli D’Italia e la Destra di Storace e soprattutto con il rilancio in grande stile di Forza Italia, affidato, come sempre al suo esercito mediatico, Berlusconi può trasformare una sconfitta certa, in una vittoria. Tutto questo è naturalmente motivo di dibattito tra i Democratici. In una domenica carica di pioggia e vento, tra i primi ad esprimere una posizione netta, in attesa della Direzione, è stato Stefano Fassina, ex Viceministro dell’Economia e acerrimo contestatore delle scelte renziane: “Di fronte a Silvio Berlusconi nella sede del Pd da dirigente mi sono un po’ vergognato. Stefano Fassina torna ad attaccare Matteo Renzi. Quel colloquio del segretario è stato un errore che non andava fatto”. Secondo Fassina “in nome “della realpolitik” con l’incontro di Renzi con Silvio Berlusconi il Pd sembra sancire che per convenienza politica la legge non è uguale per tutti perché un conto è confrontarsi con i capigruppo Fi, altro è farlo con il Cavaliere che ha subito una condanna definitiva”. Sul modello di riforma della legge elettorale Fassina poi rilancia: “Ascoltiamo i circoli, gli iscritti del Pd. Lo Statuto prevede questa possibilità. Con internet lo possiamo fare nel giro di qualche giorno”.

Personalmente il dirigente Dem ribadisce la sua preferenza per il doppio turno, mentre con il sistema spagnolo, a suo giudizio, “il giorno dopo le elezioni i partitini torneranno a fare quello che hanno fatto in questi anni, ricattare…”. Sulla questione da registrare anche la presa di posizione del Presidente del Partito Democratico, Gianni Cuperlo che rilancia sul Letta bis: “Il premier valuti con il capo dello Stato la possibilità di dar vita a un nuovo governo per il 2014 che riesca a ricostruire il rapporto di fiducia e autorevolezza con il Paese. Così non ha senso, non si può andare avanti”. Cuperlo è stato poi lapidario sull’incontro tra Renzi e Berlusconi e sul presunto accordo: “Vedremo lunedì in sede di direzione il testo e il merito”.  Cuperlo, poi, non ha assolutamente digerito il metodo scelto da Renzi, bocciandolo in toto.

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