Il Segretario del Pd esclude ancora una volta la staffetta

Renzi: “Perché dovrei andare al Governo?” Cuperlo: “Errore grave se si andasse ad elezioni anticipate”. Prodi: “Sarebbe un suicidio”

ROMA – Spinto da più parti verso Palazzo Chigi, il Sindaco di Firenze e Segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, si chiama fuori e lo fa, a suo dire, nell’interesse del partito. Dunque, almeno a parole, resterebbe salda la poltrona di Letta alla Presidenza del Consiglio e, con ogni probabilità, sui futuri assetti dell’Esecutivo, qualcosa si saprà dopo l’incontro con Napolitano, che dovrebbe esserci nelle prossime ore e soprattutto dopo la Direzione del Partito Democratico, azionista di maggioranza dell’attuale Governo. Renzi, raccogliendo i consigli degli uomini a lui più vicini è stato chiarissimo: “Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perché dobbiamo andare? Ma chi ce lo fa fare? Ci sono anch’io tra questi, nel senso che nessuno di noi ha mai chiesto di andare a prendere il governo”. Questa dichiarazione, l’ultima in ordine di tempo, è stata rilasciata ad Agorà, la trasmissione di approfondimento di Raitre. Ma se Renzi fa un passo indietro, Letta ne fa uno in avanti, visto che ha ammesso, che potrebbero esserci modifiche nella squadra di Governo. Il che significa, che se questo accade, questa maggioranza e questo Esecutivo, potrebbe andare avanti anche nei prossimi mesi, almeno fino all’autunno del 2014. Ma ieri è stata la giornata anche di Romano Prodi, che ha affidato le sue valutazioni ad una intervista concessa al quotidiano Il Mattino. Sulla possibilità di una staffetta Letta-Renzi, il professore a chiare note di un vero e proprio “suicidio politico”, ricordando quanto accaduto nel passato con il Governo D’Alema, che secondo il padre fondatore dell’Ulivo, “uccise, non solo un disegno di Governo, ma anche la speranza di un Paese. E visto che il Pd è, come detto, l’azionista di maggioranza di questo Governo, non poteva mancare la presa di posizione di Gianni Cuperlo, che incarna la minoranza di sinistra del partito. Cuperlo, ospite di Lucia Annunziata a ‘In Mezz’ora’ sposta la sua attenzione sulla possibilità che da tutto questo mescolamento politico, alla fine spunti fuori il voto anticipato e giudica, questa opzione “un errore grave, perché prima si devono approvare le riforme costituzionali. La riforma del Senato non è un dettaglio tecnico: l’impianto dell’Italicum è di fatto applicabile solo in rapporto con il superamento del bicameralismo attuale e il vero pericolo è che se andassimo a votare con questa legge senza le riforme costituzionali sarebbe di rendere la legge di fatto incostituzionale. A Renzi va riconosciuta una coerenza: ha sempre detto che sarebbe andato al governo solo dopo le elezioni”. Ma nel quadro di una futura possibile alleanza, non si può non tener conto delle valutazioni del Governatore di Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, cha va giù duro e fissa i paletti alla posizione che terrà il suo partito-movimento:Escludo oggi e per sempre che Sel possa stare in un governo con qualsiasi variazione antropologica del berlusconismo, che risponde a un parlamento inginocchiatoio del mondo delle lobby della finanza e che non abbia al centro un programma di svolta sul lavoro, la tutela dell’ambiente e politiche per i giovani”. Vendola ha poi spiegato che Sinistra e libertà va oltre la tradizionale concezione della sinistra radicale. Sel è una forza di governo. Ci siamo nati così. Ma siamo anche una forza del cambiamento che però non accetta lo schema delle intese compromissorie. Stare con la destra, sarebbe una sciagura”.  Ma nella possibilità di dare sostegno ad un Governo Letta bis, o ad un Renzi uno, Vendola è stato molto meno indisponibile, sempre che le Destre stiano fuori: “Non ho alcun tipo di problema personale con Letta né con Renzi”. Ma va detto che, oltre all’incontro Letta-Napolitano ed alla Direzione del Pd, che dovrebbero segnare le sorti dell’Esecutivo, nel bene e nel male, resta tutta aperta la questione della riforma elettorale, ed è proprio su questo versante che il rischio per Letta potrebbe essere altissimo. Già dalla prima mattinata di martedì, l’Italicum, torna in discussione alla Camera. Si parte dal testo base, che è già stato sdoganato dalla Commissione. L’Aula di Montecitorio dovrà esaminare l parziali modifiche al testo originario. Ed è proprio su questo che si gioca la partita, visto che in molti, soprattutto nell’area di minoranza del Pd, puntano a modifiche sostanziali. Per disciplina di partito, molti emendamenti sono stati infatti stralciati per evitare il confronto-scontro in Commissione con i 5 Stelle, ma in Aula potrebbero tornare. Ed a questo punto tutto potrebbe saltare. Va detto, per chiarezza, e la conta l’avevamo già fatta in un precedente articolo, che il testo di riforma non è affatto al riparo dall’azione dei franchi tiratori, che potrebbero esser ben più numerosi di quanto ci si potrebbe aspettare. Dunque, alla luce di tutto questo, si apre una settimana cruciale, l’ennesima, per le sorti del Governo e Renzi, per tenere unita, maggioranza e partito, avrà molto da fare sulla direttrice ad alta velocità Roma-Firenze.

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