Bergoglio, un anno fa la rivoluzione

Il 13 marzo scorso l’elezione di Papa Francesco che cambiò radicalmente il Vaticano. Time lo proclamò uomo dell’anno

E’ bastata una semplice parola, un saluto. Quel “buonasera” pronunciato davanti a decine di migliaia di fedeli radunati in piazza San Pietro per dare una svolta straordinaria alla Chiesa cattolica. A distanza di dodici mesi molti storici, vaticanisti e sociologi sono concordi nell’affermare che l’elezione di Jorge Mario Bergoglio è stata una vera e propria rivoluzione in un mondo (il Vaticano) accusato spesso di essere immobile e non al passo dei tempi. Negli ultimi anni la sede terrena del cristianesimo era al centro di aspre polemiche come la vicenda degli abusi sessuali e le imbarazzanti opacità dello Ior. Benedetto XVI era stato profondamente scosso nella spirito e nella salute da tali scandali. Poi il clamoroso gesto dell’11 febbraio 2013, quando annunciava di voler rinunciare al suo ministero. Un atto senza precedenti che scosse il mondo intero.

Il 13 marzo marzo, poco più di un mese dopo, il conclave sceglieva il suo successore. Un Papa destinato a gesti e parole rivoluzionarie. Chi è Jorge Mario Bergoglio? Ecco la sua storia.

Bergoglio è nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires in una famiglia di origini italiane, per l’esattezza piemontesi (il bisnonno Francesco è nativo di Montechiaro d’Asti mentre il nonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro. Attualmente vi vivono ancora alcuni parenti). Jorge è il primogenito dei cinque figli di Mario, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires, e di Regina Maria Sivori, una casalinga la cui famiglia materna era originaria di Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova, mentre la nonna paterna Rosa era originaria di Piana Crixia in provincia di Savona.

All’età di 21 anni, a causa di una grave forma di polmonite, gli viene asportata la parte superiore del polmone destro. A quell’epoca, infatti, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Anche per questo fatto i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione. Perito chimico, si è mantenuto per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba. In base a quanto dichiarato dallo stesso, ha avuto anche una fidanzata prima di intraprendere la vita ecclesiastica.

L’entrata in seminario

Decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l’11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires in seguito, per laurearsi in filosofia nel 1963. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires. Riceve l’ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969 per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano. Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a superiore provinciale dell’Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979) è rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel. Nel 1979 partecipa al vertice della Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa. Nel 1986 si reca in Germania per un periodo di studio alla “Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen” di Francoforte sul Meno, con lo scopo di completare la tesi di dottorato, ma non consegue il titolo. Nel breve periodo tedesco Bergoglio ha modo di vedere e conoscere l’immagine di Maria che scioglie i nodi, devozione che poi contribuirà a diffondere in Argentina. Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba.

Il primo conclave del 2005

Il cardinale Bergoglio era considerato uno dei candidati più in vista per l’elezione a pontefice nel conclave del 2005; secondo la ricostruzione del conclave raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli sulla base del supposto diario di un cardinale elettore, Bergoglio sarebbe stato il cardinale più votato dopo Ratzinger. Pur se tradizionalmente il presule aveva sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella curia romana, anche i cardinali che votarono per Carlo Maria Martini puntavano sul porporato argentino, che poteva contare sui voti di quasi tutti i cardinali provenienti dall’America Latina. Al secondo scrutinio i voti per Ratzinger aumentarono rispetto al primo, ma anche Bergoglio ottenne un numero di preferenze non trascurabile: i sostenitori di Bergoglio miravano a fargli ottenere 40 voti. Al terzo scrutinio a Ratzinger mancavano pochissimi voti per essere eletto: diversi cardinali del blocco di Bergoglio, allo scrutinio successivo, diedero a Ratzinger i voti che gli mancavano per l’elezione.

Il conclave del 2013

La sera del 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, è eletto papa assumendo il nome di Francesco in onore di san Francesco d’Assisi. È il primo gesuita a diventare papa ed il primo pontefice proveniente dal continente americano(nonché il primo extraeuropeo dai tempi di Gregorio III). Nel suo primo discorso pubblico come papa, dopo aver salutato affettuosamente la folla con un cordiale e semplice “buonasera”, ha chiesto di pregare per Benedetto XVI, recitando insieme a tutti i fedeli la preghiera del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria al Padre. In seguito ha ricordato lo stretto legame tra il papa e la Chiesa di Roma, «che presiede nella carità tutte le Chiese», con un riferimento implicito alle parole introduttive della Lettera ai Romani di Ignazio di Antiochia. Ha poi chiesto ai fedeli di pregare anche per lui, sottolineando questo momento chinando il capo e rimanendo in silenzio per qualche istante. Anche in questo caso, si può cogliere un riferimento implicito al rito di ordinazione episcopale descritto dalla Tradizione apostolica di Ippolito di Roma risalente all’inizio del III secolo, in cui spicca il richiamo al silenzio e la preghiera del popolo convenuto affinché le Spirito Santo discenda sul vescovo neoeletto.

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