Renzi e Berlusconi affossano le Quote

Mancano decine di voti democratici per l’alternanza dei sessi

La Camera ha bocciato a scrutinio segreto l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevedeva l’alternanza dei sessi nei posti in lista. Il governo si era rimesso all’Aula. I voti contrari all’emendamento sono stati 335, e i favorevoli 227. Lo scrutinio segreto era stato richiesto da 39 parlamentari di Fi, Fdi, Ncd e Udc. La Camera ha respinto a scrutinio segreto anche l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevede l’alternanza dei sessi come capilista all’interno di ciascuna regione. Il governo si era rimesso all’Aula.  Va detto che, visti i numeri, sono mancati molti voti soprattutto dal Partito Democratico. Il numero dei sì, infatti, è comunque inferiore al numero degli stessi parlamentari democratici, che a Montecitorio sono 293. Quanto a Forza Italia, l’odine di scuderia, era di attenersi alle indicazioni del partito, che ha giudicato le quote “una norma con problemi di costituzionalità evidenti”. Nella sostanza, dunque, il voto ha sancito una sorta di santa alleanza trasversale tra Renzi e Berlusconi.

 

La decisione dell’aula è arrivatata al termine di una giornata convulsa segnata dall’incertezza. Prima la seduta alla Camera è slittata alle 14.30, dalle 11 previste, poi i lavori sono stati sospesi più volte nel corso della giornata per consentire al Comitato dei Nove di sciogliere vari nodi. Dopo un incontro del ministro dei rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi con i capigruppo di Pd, Fi, Scelta civica e Nuovo centrodestra, il governo ha deciso che sugli emendamenti in tema di parità di genere firmati in modo trasversale da vari gruppi parlamentari si rimetterà al volere dell’Aula, e sui singoli emendamenti i capigruppo di Pd, Fi, Sc e Ncd lasceranno libertà di voto. 

In serata Forza Italia ha anche deciso di ritirare il cosiddetto emendamento “salva-Lega”. La decisione, presa anch’essa durante il Comitato dei nove della commissione Affari costituzionali prima della ripresa dei lavori dell’Aula della Camera, prevedeva che un partito o un movimento forte elettoralmente su di un territorio potesse ottenere seggi in Parlamento anche senza superare le soglie stabilite a livello nazionale. 

Stamane decine e decine di deputate sono arrivate a Montecitorio vestite di bianco: un segnale per sottolineare la loro battaglia sulla parità di genere nel dibattito che si sarebbe svolto nella giornata. A lanciare l’idea è stata Laura Ravetto di Forza Italia. L’invito è stato raccolto da deputate di diverse forze politiche: oltre alla stessa Ravetto, le ‘azzurre’ Mara Carfagna e Gabriella Giammanco, in ‘white’, tra le altre, anche Alessandra Moretti del Pd e Nunzia Di Girolamo di Ncd. Anche Rosy Bindi ha fatto il suo ingresso in Aula con un foulard bianco al collo.

Le deputate 5 Stelle non hanno invece preso parte all’iniziativa, anzi. “Quote rosa come fumo negli occhi di una legge elettorale che si porcellizza e diventa incostituzionale ogni momento di più”, ha scritto su Fb la grillina Roberta Lombardi.

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