Il rinvio a giudizio di Sallusti. Uno squarcio di verità sull’uccisione di Carlo

GENOVA – Si è svolta l’altra mattina l’udienza preliminare della causa che siamo stati costretti, come familiari e come Comitato Piazza Carlo Giuliani, ad intentare nei confronti del direttore del Giornale Alessandro Sallusti per quelle che riteniamo offese gravi rivolte all’indirizzo di Carlo in una trasmissione televisiva (Matrix) di qualche tempo fa.

L’udienza della GUP (giudice dell’udienza preliminare) era stata preceduta dalla decisione della GIP, giudice per le indagini preliminari, di avviare il procedimento penale, rigettando le argomentazioni della difesa e soprattutto del pubblico ministero, che aveva sostenuto che quelle frasi oltraggiose (“ha fatto bene, ha fatto bene!”, riferendosi allo sparo che ha ucciso Carlo) sono un’espressione che “va intesa nel senso che il carabiniere che ha fatto fuoco ha esercitato la legittima difesa”, chiedendo conseguentemente l’archiviazione. La giudice non ne ha tenuto conto, con la motivazione che “l’indagato ha ecceduto nell’esercizio del diritto di critica, trascendendo in una dolosa diffamazione della memoria del defunto Carlo Giuliani”. E più avanti ha aggiunto che “l’affermazione ha fatto bene in quanto riferita al modo cruento in cui il povero Carlo Giuliani ha cessato di vivere – è stato ucciso -, va molto al di là della critica politica ed è una palese manifestazione di disprezzo e di odio della persona del predetto, di cui diffama pervicacemente la reputazione e la memoria”.

Legittima la presenza del Comitato che si batte per la verità sui fatti di Genova

Come si ricordava all’inizio, c’è stata l’udienza preliminare. E, ovviamente, la difesa di Sallusti ha sostenuto come pregiudiziali l’improponibile partecipazione del Comitato e la scelta della sede processuale. Il pubblico ministero di questa udienza le ha respinte entrambe, ritenendo del tutto legittima la presenza nel procedimento del Comitato, che nel suo statuto prevede fra i compiti proprio l’attenzione a che la verità su tutti gli avvenimenti genovesi (e non solo) non venga stravolta, e motivando la piena legittimità della scelta di Genova come sede del processo dal momento che l’offesa riguarda proprio persone e associazioni che risiedono a Genova e che questo fatto rende ininfluente che le offese (se saranno ritenute tali) siano state rivolte nella sede della trasmissione, data la diffusione nazionale della trasmissione stessa. Risolte così le ininfluenti questioni delle pregiudiziali il PM, in piena coerenza con le decisioni del GIP, ha sostenuto la necessità di avviare il procedimento penale, posizione condivisa dal GUP che ha fissato la prima udienza per il prossimo 19 giugno.

Sentenze contradditorie “orientate “ dalla destra al governo

Bene. Resta tuttavia da chiedersi come sia possibile che, all’interno dello stesso palazzo, il tribunale in questo caso, e sullo stesso accadimento, due pubblici ministeri, che svolgono il loro lavoro a difesa della stessa legge e in nome dello stesso popolo e della stessa Costituzione, possano esprimere due posizioni così palesemente contrapposte. Resta un interrogativo per certi aspetti inquietante. Ma certo non nuovo. Basta tornare a Genova, a un pubblico ministero e a una gip che decidono l’archiviazione dell’omicidio di Carlo, e a pubblici ministeri che si battono per stabilire le responsabilità e le colpe di altissimi funzionari della polizia e di dirigenti per le nefandezze compiute alla Diaz e nella caserma di Bolzaneto. O anche a giudici che in primo grado assolvono tutti alla Diaz (“perquisizione legittima”) e in appello e poi in cassazione confermano invece la colpevolezza (“macelleria messicana, falsi e degrado dell’onore dell’Italia nel mondo”). Certo, è difficile non pensare che le prime decisioni (archiviazione del fatto più grave accaduto e menzogne sulle conseguenze di un disordine pubblico provocato in primo luogo dalla volontà di reprimere quel movimento) fossero orientate dalle decisioni politiche della destra al governo. Ma oggi, dopo che molta luce sulle giornate genovesi è stata fatta, valutazioni così contrapposte restano difficilmente comprensibili. Attendiamo con trepidazione l’avvio del procedimento.

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