Approvato il Def, le coperture ci sono. Crescita allo 0,8% e rapporto deficit Pil sotto quota 3%

Renzi: “Sulla crescita spero ci saranno smentite in positivo”

ROMA – Il consiglio dei ministri ha approvato il Def e, come promesso dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è presentato davanti ai giornalisti, nella sala stampa della Presidenza del Consiglio, poco prima della messa in onda dei principali Tg della sera. Di stampo calcistico l’inizio del confronto con il giornalisti: “Il ministro Padoan – ha ironizzato Renzi- oggi si è trovato in grandissima difficoltà non per le tensioni sul Def ma circa la prova tv che riguarda Destro visto che è noto tifoso”. Poi però il Premier è passato alla sostanza del Documento: “A partire dalla previsione sulla crescita nel Def ci sono stime dettate da “estrema prudenza e aderenza alla realtà. Spero che saranno smentite in positivo”.

Poi il capitolo riforme, che per Renzi “non sono solo un punto orgoglio di questo governo o un elemento fondamentale perché promesso ma una precondizione della ripresa economica. Senza non c’é credibilità”. Renzi ha affermato che le riforme sono “un impegno morale assoluto da parte nostra”. “So che su questo tema ogni giorno c’è ne è una, capisco l’ansia di visibilità nel mio e in altri partiti. Ma al di là del bisogno di dimostrare che si esiste lanciando ipotesi non realizzabili confermo tutti gli impegni che ci siamo presi”. E confermando gli imnpegni presi sulle riforme: “Noi rispettiamo tutti, discuteremo ancora in dettaglio sulla riforma del Senato, che è arrivata a Palazzo Madama dopo la verifica del Colle ma non si rimette tutto in discussione come se dopo 20 anni sia ammissibile tornare da capo su ogni discussione”.

Bisogna avere ”autorevolezza morale per poter dire anche che nel mondo della P.a. bisogna iniziare a stringere la cinghia. E’ in corso rivoluzione sistematica, non solo riformare un ente. Confermo anche l’impegno dello ‘Sforbicia-Italia’ e sulle municipalizzate”, ha sottolineato il premier. 
Il decreto sul taglio dell’Irpef sarà presentato venerdì 18 “perché necessita del passaggio del Def in Parlamento che avverrà il 17”.

Ecco i numeri del Governo

Ma andiamo a vedere ecco i numeri forniti dal Governo. Viste le analisi macroeconomiche, l’Esecutivo è stato costretto a sforbiciare le stime di crescita del Paese, anche se il deficit del Paese resterà ben al di sotto del 3% del Pil che  ci impone l’Unione europea. I numeri contenuti nel Def il Pil crescerà dello 0,8% quest’anno per arrivare al +1,3% l’anno prossimo; nel 2016 aumenterà dell’1,6% e nel 2017 dell’1,8%. Meno veloce la diminuzione del deficit, visto che il disavanzo sarà al 2,6% quest’anno per arrivare al 2% l’anno prossimo e all’1,5% nel 2016. Quanto alla crescita, bisognerà aspettare, anche se arrivano segnali incoraggianti, che potrebbero, nel corso dell’anno, anche essere modificati. Le sole riforme, infatti, potrebbero segnare una inversione di tendenza   del Prodotto Interno Lordo, ovvero la ricchezza che produce il Paese, che potrebbe registrare una minima contrazione positiva nei prossimi mesi per poi, come detto, raggiungere gradualmente nel 2018 un livello di 2,2 punti percentuali più elevati rispetto allo scenario di base. Ma già dalla mattina Renzi aveva cercato di lanciare segnali di ottimismo: “Le coperture del Def? Sono pronte da venti giorni, siete voi che siete preoccupati che non ci siano”.  E’ con queste parole che Matteo Renzi affronta una selva di giornalisti, che lo attendevano agli Stati generali della Salute: “Non faremo mezzanotte” è stata la rassicurazione del Premier, anche se il lavoro, partito sin dalla mattina e che seguiva le tracce svolte dai vari dicasteri nei giorni scorsi, si è protratto a lungo. Sulle linee guida, comunque Renzi ha fatto sarcasmo agli Stati genarli della Salute, nel merito delle cure dimagrati che dovranno essere affrontate in questo settore: “Sarò breve, ho preparato solo 82 slide sui tagli alla sanità. 
E’ evidente che la revisione della spesa va fatta, è una priorità. E in questa revisione della spesa il criterio chiave è che chi ha preso troppo deve restituire quello che ha avuto alle famiglie che sono sotto i 1500 euro al mese e che non ce la fanno più”.
Ma nel dettaglio, Sanità a parte va detto che si andrà verso il raddoppio sulle quote Bankitalia. L’imposta sulle plusvalenze toccherà quota 26%, una vera e propria sorpresa, questa partita contabile, che permetterà di rastrellare risorse pari a 6,6 miliardi di Euro, soldi naturalmente destinati a tagliare il cuneo. La misura, comunque, non sarebbe nel pacchetto del Def, ma è stata comunque trattata ed affrontata in Consiglio dei Ministri.
A rimorchio di Renzi, sul tema più caldo, quello degli 80 Euro in busta paga a maggio, interviene il ministro del lavoro, Poletti: “I tagli dovrebbero essere assolutamente confermati, gli elementi di fondo sono chiari, si lavora per ridurre la spesa e per fare in modo che gli 80 euro ci siano e questo mi pare fuori discissione”. Altro punto caldo quello legato alla Sicurezza, elemento cardine per la tenuta sociale e che, secondo alcune indiscrezioni, rischiava di essere penalizzato. Secondo il ministro dell’interno e leader del Nuovo Centro Destra, Angelino Alfano, su questo fronte non ci sono tagli, anzi lo Stato investe: “Si è aperto un ingiustificato dibattito sui tagli alla sicurezza, perché “non c’è alcun atto, documento, circolare, direttiva che dica che noi stiamo tagliando. Anzi, dopo anni bui, il 2014 fa segnare un più 700 milioni per la sicurezza”. Alfano ha anche sottolineato che le risorse in più “sono soldi provenienti dal Fondo unico giustizia attribuiti per intero a poliziotti, carabinieri e finanzieri ai quali il governo non farà mai mancare il proprio sostegno”.

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