Renzi: “Lotta violenta alla burocrazia”. Sondaggi amari per Berlusconi

Il Premier torna a tuonare contro le strettoie amministrative che frenano la crescita del Paese

Sondaggi amari per Berlusconi: Pd al 33%, M5Stelle al 23,8 e Forza Italia al 19,9

ROMA – E’ stata una giornata tutta milanese per Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio si è concesso a numerosi bagni di folla, prima alla tradizionale mostra del mobile a Rho Pero, e successivamente in pieno centro. Una giornata in cui il Premier ha ribadito non voler arretrare di un millimetro nella sua battaglia contro la camaleontica e invadente burocrazia nazionale.  Renzi, senza giri di parole, ha annunciato la sua linea davanti agli industriali dell’arredamento promettendo, nei prossimi mesi “una violenta lotta alla burocrazia” per aiutare l’imprenditoria italiana ad agganciare la crescita. Poi naturalmente il riconoscimento agli imprenditori: “Le aziende del design e dell’arredamento e in generale tutte le imprese che esprimono la qualità italiana sono un pezzo di economia reale, il governo deve riservare alla realtà imprenditoriale italiana è un impegno. Nel nostro Paese certi temi sono considerati come un divertissement. L’Italia ha il diritto e il dovere di incoraggiare questa economia”. Poi una considerazione sul suo futuro: “Se sarà il Palazzo a cambiare me, vuol dire che io non sono adatto a ricoprire il ruolo. Non interpreto l’incarico per stare a scaldare una sedia. Io sono lì per cambiare l’Italia”. Ma la giornata di ieri è stata scandita, sul fronte del partito democratico, da un lungo fermento politico per la parte sinistra del partito che, come più volte detto detiene la ‘Golden share’ del Governo. E proprio nella parte sinistra si cerca di riflettere su quali accelerazioni dare al corso politico impresso da Renzi. Quello che è certo è la matematica, e forse il Premier in queste ore guarda anche in questa direzione, imposta dai sondaggisti. Le rilevazioni delle ultime ore, che sono la media delle ricerche fatte, da tutti gli istituti demoscopici più accreditati, danno il Partito Democratico al primo posto al 33%, dietro di lui non c’è in queste ore Forza Italia, ma il Movimento 5Stelle che si ferma al 23,8%. Preoccupante lo scivolone di Forza Italia, terzo partito, ed al di sotto del 20%, per precisione 19,9%. Poi tutti gli altri, la fusione a freddo di Ncd e Udc porta in dote il 5,3%. La Lega del nuovo Segretario incendiario non fa balzi, ne avanti ne indietro. Il populismo paga poco ed all’incasso, militanti e simpatizzanti del Carroccio, dovranno accontentarsi di un vitale 4,9%. Quanto alla sinistra, non sfonda la Lista Tsipras, che sfiora soltanto il 4%. Tutti gli altri non pervenuti…

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