Senato approva la riforma, sì alla legge contro il voto di scambio

ROMA – Nonostante il clima tesissimo oggi il Senato ha approvato in quarta lettura il ddl contro il voto di scambio politco mafioso, che ora con  191 voi favorevoli, 32 contrari e 18 astenuti diventa legge.

In pratica da ora chiunque accetti la promessa di procurare voti in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità verrà punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Il Senato, al termine di una mattinata contraddistinta nuovamente dalle accese proteste del Movimento 5 Stelle. «Stiamo reagendo in maniera determinata contro l’imbavagliamento imposto a chi vuole esprimere le proprie ragioni» ha detto il capogruppo del M5S Flavio Buccarella, che ricordando la presenza ieri in tribuna in Senato anche Beppe Grillo, che aveva spiegato di «voler vedere in faccia» chi avrebbe votato il ddl, ha rincarato la dose: «Purtroppo siamo costretti ogni giorno a guardare negli occhi persone che dicono parole così ipocrite». Secondo Michele Giarrusso (M5S) «il provvedimento rappresenta un grave arretramento nel contrasto della criminalità e pone le premesse per un nuovo patto tra Stato e mafia. La classe politica non si è sufficientemente interrogata sulle ragioni della mancata sconfitta della mafia da parte dello Stato». Ma di fatto il testo approvato rimane quello già approvato dalla Camera all’unanimità, e quindi con il voto favorevole anche degli stessi grillini a Montecitorio. 

Contrariamente ai grillini arriva il plauso del  capogruppo Pd Fabio Speranza: “Oggi la politica segna a suo favore un punto pesante nella lotta alla mafia. La legge sul voto di scambio, approvata con ampio consenso in parlamento e con un largo sostegno tra le associazioni e i magistrati impegnati in prima linea, è un significativo risultato sulla strada della legalità. Sconcerta invece la doppiezza del Movimento Cinque Stelle: sbraita nelle piazze, si frappone in parlamento. Irresponsabile”.

 

Il M5S non ci sta

Il M5S però non ci sta ed entra in polemica con il relatore del provvedimento sul voto di scambio,  Mattiello. Stavolta è Mario Giarrusso a replicare al senatore Pd, citando le sue stesse dichiarazioni dei mesi scorsi e minacciando querele: «Delle vergognose falsità del deputato Pd Mattiello, che per averlo criticato con fatti ci accusa addirittura di ‘metodi mafiosì (di questo se non ritira e si scusa risponderà nelle opportune sedi giudiziarie) replichiamo con le sue parole scritte su facebook, riportate sulle agenzie o su quotidiani come Il Fatto, nelle scorse settimane». 

Spiega Giarrusso: «Erano i giorni in cui Mattiello giurava che il testo non doveva essere modificato ed approvato così come uscito dal Senato il 28 gennaio (con il voto del Movimento 5 Stelle che era pronto a sostenere il testo anche alla Camera), respingendo quello che definiva ‘l’assalto di Forza Italià. Quella stessa Forza Italia con la quale lui e il Pd si sono poi accordati cedendo alle loro richieste». Seguono una serie di dichiarazioni in cui Mattiello respingeva le accuse di incostituzionalità del provvedimento sollevate da Forza Italia e in cui assicurava la volontà di non apportare modifiche al testo licenziato dal Senato in prima lettura.

 

Ferri: “Il politico sarà punito”

Secondo Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia, chi polemizza contro le nuove norme sul voto di scambio approvate oggi in via definitiva dal Senato «non affronta questioni di merito ma fa tattica elettorale».  «Sono molto soddisfatto – ha detto – della approvazione della riforma del voto di scambio politico mafioso perché si tratta di una norma che potrà essere utile ed efficace nella lotta alle infiltrazioni della mafia nella politica. Ricordo che il Movimento 5 stelle aveva votato, in sede di prima lettura alla Camera, una norma che era molto meno efficace perché restringeva fortemente l’area delle condotte punibili, un testo che, non solo prevedeva pene da 4 a 10 anni e non conteneva alcun riferimento alla condotta di mettersi a disposizione della mafia, ma, soprattutto, introduceva l’equivoco avverbio ‘consapevolmentè e non puniva la promessa di erogazione di utilità, ma si fermava alla soglia della condotta di erogazione di utilità. Il testo oggi approvato, invece, supera le criticità che erano contenute sia nella norma vigente sia nei testi che erano stati proposti nel corso dell’iter parlamentare, ampliando l’ambito di applicazione della norma sul voto di scambio politico-mafioso così permettendo di punire anche condotte che prima non erano punibili».

 

«Infatti, verrà punito il politico – ha spiegato ancora il sottosegretario – non solo quando offrirà al mafioso del denaro ma anche quando gli prometterà un qualsiasi altro tipo di utilità come appalti, permessi di costruire, licenze, posti di lavoro, ecc. Inoltre, il politico sarà punito per il solo fatto di promettere al mafioso utilità od altri vantaggi, senza che sia necessario, per la punibilità, che la promessa sia seguita dalla sua attuazione». Secondo Cosimo Ferri, «in sostanza, a differenza che nel passato, ora si potrà punire anche una semplice manifestazione di intenti sebbene non seguita da alcun comportamento attuativo».

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