Def e pareggio di bilancio nel 2016. Disco verde, con mal di pancia, per il Governo

ROMA – Doppia approvazione di Senato e Camera dei Deputati al Def ed anche allo slittamento del pareggio di Bilancio dello Stato al 2016. Il ministro dell’Economia Padoan ha definito una “tempesta in un bicchier d’acqua” la polemica dell’opposizione sulla lettera a Bruxelles.

Le risoluzioni di maggioranza da una parte concedono il via libera a questa variazione degli obiettivi strutturali di bilancio e d’altra parte danno l’ok al Documento di economia e finanza (Def).

Sul posticipo dell’equilibrio contabile statale dal 2015 al 2016 sia l’assemblea di Palazzo Madama che quella di Montecitorio hanno dato al Governo Renzi  quella maggioranza assoluta dei suoi membri richiesta: al Senato i sì sono stati infatti 170, mentre alla Camera la soglia è stata raggiunta con 373 consensi. Diversi gli umori sul Def, visto che il disco verde è arrivato con meno consensi, il che conferma come alcuni spezzoni consistenti della maggioranza hanno maldigerito il provvedimento. Basta vedere i voti che hanno permesso l’approvazione: i favorevoli, infatti sono scesi a 156 al Senato e a 348 alla Camera. Va detto inoltre che, sul voto qualificato del Senato si è aperto per qualche ora un piccolo giallo. In un primo momento è sembrato infatti che tra i 170 voti positivi andassero considerati anche, a sorpresa, quelli leghisti. Il che avrebbe di fatto sancito un sostegno fondamentale (per quanto circostanziato) del Carroccio all’esecutivo. Un’anomalia che è stata subito smentita prima dal Gruppo leghista del Senato (che specificava come il solo Roberto Calderoli aveva espresso voto favorevole alla risoluzione governativa) e poi dal capogruppo a Palazzo Madama del Nuovo Centrodestra. “Sul pareggio di bilancio al Senato la maggioranza c’è stata – ha voluto puntualizzare Maurizio Sacconi -. Dei 170 voti favorevoli sulla risoluzione che posticipa il pareggio di bilancio di un anno tre sono venuti dai senatori di Sinistra e Libertà e tre da quelli che sono uscito dal gruppo del Movimento Cinquestelle, in più c’è stato quello del senatore leghista Roberto Calderoli. Dunque i voti della maggioranza di governo sono stati 163, il che corrisponde alla maggioranza assoluta dell’assemblea.

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