Renzi al Quirinale. Se Berlusconi rompe l’accordo possibili scenari alternativi

ROMA – Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi è stato ricevuto al Quirinale per circa un’ora. Il Premier aveva fatto verbalmente la richiesta d’incontro, inusualmente e davanti alle telecamere, nel corso della cerimonia per il 25 aprile. Grande la preoccupazione di veder fallire il percorso di riforma che era stato intrapreso e che aveva portato ad un patto tra il Segretario-Premier ed il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

Tra Napolitano e Renzi l’approfondimento si è reso necessario anche dopo la minaccia del leder azzurro, che nei giorni scorsi – pur rassicurando sull’intenzione di andare avanti – aveva definito “non votabile” la riforma del Senato per come è stata congegnata da Palazzo Chigi. Al centro dell’incontro, probabilmente, oltre che la valutazione su quanto detto dall’ex Cavaliere, ex senatore ed ex Presidente del Consiglio, anche il percorso da seguire, se, Forza Italia, deciderà di chiamarsi fuori dal percorso riformatore. Questa mattina, Berlusconi, presentando le liste per le Europee a Milano ha però assicurato che il suo partito e lui personalmente, hanno tutta l’intenzione di rispettare i patti, anche se non possono essere cancellate le parole pronunciate a ‘Porta a Porta’. Chiari sono ormai gli scenari e la tempistica da rispettare.  La settimana che sta per arrivare vedrà la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama depositare il testo base sulle modifiche alla seconda parte della Costituzione. A meno di sorprese o colpi di scena clamorosi, la linea del Governo resta chiara: cercare di ricucire lo strappo con Berlusconi avvertendolo però della possibilità di “andare avanti da soli” nel caso in cui Forza Italia non fosse disponibile. Questa posizione è stata confermata proprio dal ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi in una dichiarazione rilasciata al Tg5: “Credo che Berlusconi sia in campagna elettorale come tutti e stia facendo un po’ di calcoli e valutazioni su cosa gli convenga. Forza Italia ci farà sapere se mantiene gli impegni o meno”. Va detto poi che sul fronte ‘azzurro’ si gioca una partita di sopravvivenza tutta interna al partito: da un lato i falchi che vorrebbero mandare a carte quarantotto qualsiasi ipotesi di accordo e dall’altro le anime candide, che ancora non hanno deciso di traslocare nel Nuovo Centro Destra di Alfano, e che difendono a spada tratta, l’accordo raggiunto al nazareno. Ma se non si raggiungesse l’intesa con l’ex Cavaliere, Renzi, come annunciato da la Repubblica, avrebbe pronto anche un piano alternativo: “Non mi faccio cuocere a bagnomaria. Facciamo l’Italicum anche al Senato e torniamo a votare”. Questa l’indiscrezione raccolta dal quotidiano diretto da Ezio Mauro che è stata immediatamente incassata dall’entourage dell’ex Cavaliere con evidente preoccupazione. Già nella serata di venerdì, infatti, il primo consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, puntualizzava sull’accordo del Nazareno: “Nessuno può osare pensare che Forza Italia non rispetti i patti”. Ma se tutto non dovesse andare così sperato dal duo Renzi-Berlusconi, oltre al piano che ci porterebbe ad un Italicum raddoppiato, ovvero anche per il Senato, il Presidente del Consiglio, che settimana prossima incontrerà i Gruppi parlamentari ed avrà anche la Direzione del partito, potrebbe tornare a prendere in considerazione anche la proposta alternativa presentata da Vannino Chiti e da una consistente squadra di Senatori, di riforma elettiva per Palazzo Madama. Nei prossimi giorni la verità verrà a galla…

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