Tasi, rimandati a settembre oltre 7000 Comuni

Clamoroso studio della Uil: per l’applicazione della tassa ci sarebbero almeno 75mila combinazioni. Approvato anche il Decreto sulle risorse destinate alle locazioni e per il fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli

ROMA – Quello che era, di fatto, già previsto, oggi puntuale si è fortunatamente verificato, visto che è c’è stata la proroga della Tasi. La prima rata della Tassa sui servizi indivisibili è stata infatti posticipata da giugno a settembre. La decisione è maturata per evitare il caos nella riscossione di questo balzello, anche se ad essere coinvolti dal ritardato pagamento, saranno solo i Comuni che , alla data del 23 di maggio, non hanno ancora deciso quale aliquota applicare, per tutti gli altri, e sono una percentuale decisamente minoritaria rispetto al dato complessivo, si pagherà alla scadenza attuale del 16 giugno. La decisione è stata presa dal Governo dopo un incontro tecnico con i Comuni. Nel mese di aprile il Governo aveva deliberato le regole per la nuova imposta, anche se pochi cittadini avevano la certezza dell’importo da pagare, solo il 10% dei Comuni aveva infatti deliberato su aliquote ed eventuali detrazioni. La legge ha previsto che, in caso di mancata delibera sulle aliquote, i proprietari di prima casa potranno pagare tutto entro il 31 dicembre 2014. Secondo uno studio fatto e reso noto dalla Uil, solo 832 comuni (su un totale di 8.092) ad aver deliberato le aliquote Tasi e, di questi 832, solo 513 le hanno pubblicate sul sito del Ministero dell’economia e delle Finanze. 

Un tempo decisamente ristretto per garantire ai cittadini la corretta informazione ed in conseguenza di questo, i corretti pagamenti. Tornando allo studio elaborato dalla Uil, gli 8092 Comuni italiani, potrebbero viaggiare, ognuno per conto proprio e decidere gabelle, diversificate. Sarebbero, infatti, altre 75mila le combinazioni di diversa applicazione dell’imposta.
Ma a proposito di casa c’è da registrare l’approvazione anche del Decreto per l’aumento delle risorse dei fondi destinati alle locazioni, riduzione al 10% della cedolare secca per i proprietari di immobili che applicano i canoni concordati, mentre le agevolazioni fiscali per i mobili vengono slegate dalle ristrutturazioni edilizie e viene introdotto uno ‘sconto’ fiscale per i redditi più bassi che hanno un affitto da pagare. Sono le principali misure contenute nel decreto legge casa. Il dl contiene anche le misure per l’Expo 2015, con un finanziamento di 25 mln a favore del comune di Milano. Ecco di seguito i contenuti del decreto. Risorse destinate alle locazioni -Aumentano di 325,9 milioni di euro gli stanziamenti di bilancio per il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e per il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Nel dettaglio, l’incremento è pari a 128,5 mln nel biennio 2014-2015 e di 197,5 mln nei successivi 5 anni. Cedolare secca – Per il quadriennio 2014-2017 è applicata un’aliquota ridotta al 10% (in luogo del 15%) per la cedolare secca sugli affitti, per i contratti a canone concordato stipulati nei maggiori comuni italiani, negli altri capoluoghi di provincia o nei comuni ad alta tensione abitativa. L’aliquota ridotta è prevista anche per le abitazioni locate a cooperative edilizie o enti senza scopo di lucro. Affitti e sconti – Prevista la detrazione Irpef, per chi è in affitto a canone agevolato. Nel triennio 2014-2016 è previsto uno sconto di 900 euro, se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro; si scende a 450 euro, se il reddito complessivo è compreso tra i 15.493,72 e 30.987,41 euro.

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