Riforme. Grandi (Ars): “mobilitazione per garantire autonomia e centralità del Parlamento”

 

ROMA – Si entra, forse, nella dirittura di arrivo per quanto riguarda legge elettorale e riforme costituzionali. Il Pd, con la ministra Boschi e lo stesso premier, dicono che ormai è fatta, tiene l’accordo con il pregiudicato. Con Alfiero Grandi, presidente della Associazione per il rinnovamento della sinistra ricostruiamo il quadro molto mosso e confuso in cui si colloca  questo  passaggio che mette in discussione parti importanti della Costituzione. 

Ora compare anche l’immunità per i neo senatori non eletti dai cittadini

Ultima notizia, quella relativa alla comparsa di soppiatto della immunità per i senatori fra l’altro non eletti dai cittadini. Sullo sfondo, in effetti in primo piano, le  vicende processuali di Berlusconi, l’appello  Ruby la cui sentenza  è prevista per il 18 luglio, possibili incriminazione per oltraggio alla magistratura con tanto di ritiro dell’affidamento ai servizi sociali con la pena da scontare  ai domiciliari che  possono far saltare l’accordo del Nazareno. Da aggiungere il “caso” Grillo. Perché di questo si tratta, un “caso” appunto. I grillini si preparano all’incontro con i parlamentari del Pd, hanno offerto collaborazione. La risposta della ministra Boschi è stata: “Siamo impegnati con Berlusconi, questo impegno lo manteniamo. Non ricominciamo da capo”. Insomma è come sbattere la porta in faccia a chi ha bussato. Vediamoci ma solo se Berlusconi è daccordo si possono avere modifiche. Con straordinaria velocità il neo presidente del Pd, Matteo Orfini, ripete il  “non ricominciamo da capo”. 

Boschi e il neo presidente Pd Orfini: divieto di migliorare la legge

Davvero singolari queste posizioni da ultrà  renziani, anzi renzini, parola che meglio definisce il quadro politico all’interno del Pd. “Ci chiediamo – rileva Grandi –  se nel lungo percorso Camera, Senato trattandosi di riforme costituzionali, i parlamentari con il loro voto migliorassero i disegni di legge che farebbe il Pd? Manda tutto a carta quarantotto per non arrecare disturbo al pregiudicato? Qui entrano in campo i senatori  Vannino Chiti e Corradino Mineo, epurati dalla Commissione affari costituzionali e gli altri che sostengono il progetto presentato da Chiti, in netto dissenso con il testo predisposto dal Pd, con emendamenti che sarebbero stati concordati da Anna Finocchiaro e Calderoli, l’autore del porcellum, la peggiore legge elettorale di cui si è dotato il nostro paese diventato ora uno statista doc che rivendica di essere lui il vero autore della legge. 

Solidarietà dell’Ars ai senatori Pd che si battono per il rispetto della costituzione

Grandi  parte dalla vicenda dei senatori Democratici, ricorda che l’assemblea nazionale dell’Ars, riunita a Roma nei giorni scorsi ha espresso  esprime loro piena solidarietà e incoraggiamento. ”Si stanno battendo -dice – per affermare il pieno rispetto dell’articolo 67 della Costituzione che non prevede vincolo di mandato per i parlamentari eletti, tanto più su questioni di grande peso che implicano la libertà e questioni di principio, come sono certamente le scelte istituzionali. Non a caso questi senatori si erano autosospesi dal gruppo del Pd del Senato di fronte all’atto di sopraffazione che li aveva visti rimossi dalla presenza nella commissione affari costituzionali, come se il diritto previsto dall’articolo 67 della Costituzione fosse relegato al solo comportamento in aula.

Le modifiche costituzionali devono garantire l’equilibrio dei poteri

Durissimo il giudizio di Grandi su questo episodio: “Per un partito che ha scritto democratico nel suo nome questo resta un atto grave e gravemente contraddittorio, che va denunciato. Il consenso elettorale non giustifica in alcun modo un’azione come questa di riduzione della libertà dei parlamentari di fare valere fino in fondo i diritti previsti dalla Costituzione. Diritti che furono garantiti perfino durante la discussione parlamentare in occasione dei bombardamenti in Serbia. La Costituzione non può essere appannaggio dei governi. Di nessun governo. ”Le modifiche costituzionali debbono garantire la divisione e l’equilibrio  tra i poteri. ”Oggi, stando alle notizie stampa l’accordo sembra prevedere un ampliamento dei poteri ma resta il no alla elezione diretta. “Un  Senato ridotto di numero ma non votato dagli elettori non avrebbe – afferma il presidente dell’Ars la necessaria autonomia verso il governo. Inoltre il Senato, sebbene non eletto, concorrerebbe all’elezione del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale creando così un ulteriore accentramento dei poteri nelle mani del Governo, già rafforzato dalla proposta di legge elettorale  ipermaggioritaria che, paradossalmente, sta proprio al Senato ora modificare nella versione approvata dalla Camera dei Deputati”. Concludiamo con Grandi sulle ultime vicende, l’incontro chiesto dai grillini, le posizioni espresse da forze politiche, Sel che sta vivendo una fase drammatica della propria vita, forze sociali che si sono espresse.

Renzi si apra ad un confronto libero

“Il Governo Renzi – sostiene -deve aprirsi ad un confronto libero  sulle modifiche costituzionali, tenendo conto delle opinioni espresse da diverse parti per evitare un accentramento di poteri nelle mani del governo.” Richiama l’ appello rivolto dalla assemblea dell’Ars a tutte le energie politiche, intellettuali, sociali” per una mobilitazione a sostegno di tutte le posizioni che puntano a mantenere, pur nel quadro delle necessarie riforme della Costituzione, autonomia ed equilibrio tra i poteri dello Stato e in particolare la garanzia dell’autonomia  e della centralità del Parlamento, pur riservando alla sola Camera dei  deputati il voto di fiducia verso il Governo.”

 

 

 

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