Processo Ruby. Prima udienza, rinvio al 31 maggio. Lievitano le bufale della destra

MILANO – Iniziato ma subito aggiornato al 31 maggio il “processo Ruby”. L’udienza, alla quale non ha partecipato l’imputato Silvio Berlusconi, è durata cinque minuti. Il premier ha depositato tramite i suoi legali una lettera nella quale dice di voler assistere a tutte le altre udienze. Pietro Longo, uno dei suoi legali, ha riferito che “presumibilmente sarà presente il 31 maggio”.

Intercettazioni del premier: le bufale della destra

Intanto si sono sgonfiate come un soufflé le assurde accuse della stampa di regime e dei gerarchi berlusconiani in merito alle intercettazioni pubblicate ieri dal “Corriere della sera”. Si è infatti scoperto che i brogliacci finiti sulle pagine del quotidiano di via Solferino erano state consegnate, come vuole la legge, agli avvocati difensori proprio per consentire loro di trarne importanti spunti per la difesa del loro assistito. Cioè esattamente il contrario delle fanfaluche raccontate all’unisono dalla destra e dai Ferrara e Minzolini di risulta.

Non solo, ma questo pomeriggio, in un lungo comunicato stampa, Edmondo Bruti Liberati, il capo della Procura milanese, ha sottolineato come i pm non abbiano nessuna intenzione di presentare queste intercettazioni come fonti di prova contro Berlusconi (altrimenti avrebbero chiesto l’autorizzazione per il loro utilizzo alla Camera dei deputati). “L’attività di questa procura nel procedimento principale a carico di Minetti, Fede e Mora e nel procedimento stralcio a carico dell’onorevole Berlusconi è stata condotta – scrive Bruti Liberati- nel più rigoroso rispetto dei limiti della legge Boato e della normativa del codice di procedura penale relativa alle intercettazioni telefoniche, oltre che con la adozione di tutte le cautele a tutela del segreto delle indagini”. Il loro contenuto, semmai, potrà essere utilizzato contro Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora, che non sono parlamentari.

La vicenda dimostra ancora una volta come la maggior parte delle “sparate” dei gerarchi e della stampa berlusconiana contro i magistrati di Milano siano costruite ad arte per dimostrare la loro “parzialità politica”, mentre è invece facile scoprire come gli stessi magistrati rispettino la legge fino in fondo.

Il contenuto delle intercettazioni

Le intercettazioni pubblicate ieri dal “Corriere della sera”, con un commento del quotidiano milanese che stigmatizzava, a torto, la presenza di quei documenti nella documentazione processuale, mostrano un Berlusconi perfettamente consapevole della minore età della giovane marocchina che frequentava la sua casa. Ma la Procura, come si è detto, perfettamente consapevole che la Camera non avrebbe mai concesso una loro utilizzazione contro il premier, non le utilizzerà. Forse perché non ne ha bisogno ed ha raccolto una mole di prove contro Berlusconi che può fare a meno di colloqui fra un Berlusconi preoccupato e le sue ragazze che intanto continuano a spillargli denaro (“Non ho mai pagato una donna in vita mia” continua a ripetere l’allegro magnate di Arcore).

Ruby non si costituirà come parte civile

Durante la rapidissima udienza di questa mattina è stato annunciato dal suo avvocato che Ruby non si presenterà come parte offesa dal reato. “La mia assistita non è stata affatto danneggiata da Silvio Berlusconi e quindi non vedo perché dovrebbe costituirsi come parte civile” ha dichiarato il legale di Ruby Paola Boccardi. Anche in questo caso, gerarchi e stampa hanno elevato i loro strepiti contro i magistrati perché non ci sarebbe reato quando non c’è una parte offesa che si dichiara tale, non ricordando (per ignoranza o dolosamente) che il reato di “sfruttamento della prostituzione minorile” non si persegue “a querela di parte” ma d’ufficio. Quindi, il fatto che la supposta parte offesa non si dichiari tale non vuol dire nulla. I magistrati devono procedere lo stesso (anche perché la “parte offesa” potrebbe essere stata subornata, intimidita o soddisfatta economicamente).

Infine, in un’intervista al “Corriere della sera”, Nicole Minetti ha confidato: “Ho grande fiducia nella giustizia e sono sicura dell’esito positivo del processo che dimostrerà l’innocenza mia e del presidente Berlusconi”. Al cuore non si comanda.

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