Fate il lavoro, non fate la crisi. Vendola, Civati, Landini, per cambiare il Paese

ROMA – Fate il lavoro, non fate la crisi.. E’ questo lo slogan che ha riunito a Roma le sinistre  in una manifestazione contro l’austerità a cui hanno partecipato, Vendola, Civati e Landini. Una iniziativa sentita e necessaria, organizzata da Sel, che ha voluto sensibilizzare i cittadini, in considerazione dello stato attuale in cui l’Italia versa. Ed è proprio dalle parole di Nichi Vendola che emerge la volontà di ricostruire una sinistra che negli ultimi anni si è lentamente sgretolata.

«Laddove si perdono diritti credo non ci possa essere la sinistra. Se la sinistra propaganda il dimagrimento dei diritti diventa asociale e se questo accade si chiama destra». Così il leader di Sel, Nichi Vendola, dalla piazza di Roma. «Difendiamo l’art. 18 perchè difendiamo l’idea che si debba combattere l’insicurezza del posto del lavoro», aggiunge, in un Paese dove ci sono un milione di incidenti sul posto di lavoro l’anno. 

E poi: «Noi non ci fermeremo. Non ci accontenteremo di una battaglia all’opposizione. Non regaleremo a Renzi una sinistra chiusa in un fortino Apache». «Noi impareremo dalla pattuglia dei nostri sette senatori. Mentre i grillini salivano sui tetti, i nostri sette erano a scrivere i seimila emendamenti con cui hanno dato filo da torcere al ministro Boschi», ha rivendicato Vendola tornando sulle riforme costituzionali. Da Sel, aggiunge, «nessuna boria di partito. Sinistra ecologia e libertà è a disposizione per essere il lievito che fa ricrescere la speranza di cambiamento».  «Metteremo in piedi – conclude – una sinistra del futuro e da domani pianteremo le bandiere di questa sinistra sotto palazzo Chigi».  «Il patto del Nazareno a me ricorda il Faust». dice il Democratico Pippo Civati, nel suo intervento dal palco di Sel . «Vi propongo un patto diverso dal Nazareno – ha detto ancora Civati – il ‘patto dei Santi Apostoli: trasparente, largo, con i cittadini, però organizzato, che si consolidi immediatamente nelle battaglie parlamentari». Sulla riforma del lavoro aveva già osservato al suo arrivo: «Adesso si dice che c’è la fiducia. Come si fa a tenere conto del dibattito se si mette la fiducia su una legge che è già fiduciaria». E ancora, «c’è chi chiede se scelgo Sel o il Movimento 5 stelle: »Io sono affezionato ad una idea di centrosinistra in cui c’è la sinistra. Voglio unire la sinistra, non dividerla«. 

“Renzi ha riaperto il conflitto sociale”, tuona invece Maurizio Landini della Fiom .  Ha deciso, è l’accusa a Renzi, «di partire dall’art. 18. Penso che noi – ha aggiunto – abbiamo il dovere, al contrario, di unire il Paese». – «Quello che mi aspetto è che il governo convocando i sindacati a Palazzo Chigi sulla riforma del mercato del lavoro lo faccia perchè voglia davvero un confronto e non un quarto d’ora prima dei telegiornali per dire che l’incontro c’è stato ma non serve a niente».  «Se si vuole avviare un confronto serio non si mette la fiducia – ha aggiunto il sindacalista- non si fanno decreti, ma si apra una discussione vera. Noi abbiamo proposte su tutto».

Landini ha poi affrontato il tema del sindacato. «Il sindacato esiste quando alle persone che lavorano viene dato il diritto di organizzarsi – ha quindi aggiunto -, ma se questo diritto lo cancelli, stai mettendo in discusssione la

libertà in un Paese, libero anche nel posto di lavoro. E se davvero Renzi vuole fare qualcosa di utile per i lavoratori, faccia una legge sulla rappresentanza, ma semplice, in modo che chi vuole si iscriva a quello che vuole».

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