Legge stabilità. E’ guerra tra Renzi e regioni. E l’Italia annaspa

ROMA – Ennesima stoccata di Matteo Renzi che questa volta ha colpito pesantemente le regioni. Una mossa che la dice lunga sugli obiettivi del premier ormai assoggettato dai poteri forti, dai numeri dell’Europa della Merkel e dalle percentuali dei parametri di Mastricht, sui quali  l’Italia annaspa.

Insomma, inutile nasconderlo, il Paese somiglia sempre più a una nave alla deriva, gli italiani sono alla fame, ma Renzi se ne strafrega e va avanti imperterrito, senza guardare in faccia nessuno.  Eppure il clima, a un giorno dalla presentazione della legge di stabilità, si è infiammato, tanto da far temere il peggio. Le Regioni hanno già dichiarato guerra al Presidente del Consiglio, perfino i suoi sostenitori come Sergio Chiamparino parlano di una manovra insostenibile, che tra l’altro si aggiunge ai tagli di spesa già provocati dal governo Monti e Letta. 

Renzi replica precisando che “è inaccettabile che ci siano polemiche su questo tipo di operazione”. E poi: “Siamo in un momento di tagli agli sprechi, partendo da Palazzo Chigi e che si tratta di gestire meglio i soldi degli italiani. È un’operazione che vale 36 mld euro e alle Regioni è chiesto, rispetto allo scorso anno, un contributo di 2 miliardi di euro su 36: credo che si debba avere senso misura e che non si debba continuare con queste polemiche”. E infine Renzi ha sottolineato: “Prima di fare polemiche bisogna guardare in casa propria. Ma ora  tocca anche agli assessori, ai consiglieri e ai presidenti fare dei tagli”.

Chiamparino non tarda a replicare: «Considero offensive le parole di Renzi perchè ognuno deve badare ai suoi sprechi. Inoltre, se guardiamo ai ministeri, gli sprechi non ci sono?».  «Questo – ha aggiunto Chiamparino al termine della Conferenza Stato-Regioni – dimostra che non si vuole stare a sentire le nostre ragioni. E se non vogliono sentire le nostre ragioni, prenderemo atto che non siamo più parte di questo Stato».

Alle parole del presidente piemontese fanno eco quelle del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: “È molto semplice abbassare le tasse con i soldi degli altri. Nei provvedimenti del governo c’è scritto taglio ai trasferimenti alle Regioni, ma significa tagli al trasporto pubblico, alla sanità, alle borse di studio”. 

Critiche a Renzi arrivano anche dalla Lombradia, dove il presidente della regione Roberto Maroni, al termine del vertice su Expo2015, ha detto di «condividere pienamente» le critiche rivolte dai governatori regionali alla Legge di Stabilità, in quanto «il Governo ha disatteso un accordo preso con noi governatori in materia di sanità, il che costringerà molte Regioni ad alzare l’addizionale Irpef per garantire i livelli essenziali e poi, se verrà confermato il taglio di 4 miliardi, dovremo procedere a tagli nei servizi». Per questo, sottolinea Maroni, dopo «aver sentito gli altri colleghi governatori», «abbiamo chiesto un incontro urgente al Governo e stiamo studiando delle iniziative di lotta dura nel caso venisse confermata questa legge assolutamente iniqua». 

Prova a sedare gli animi il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che assicura: nei prossimi giorni il governo incontrerà le Regioni «perchè non è intenzione del Governo intervenire sulla sanità o sugli altri servizi che loro offrono ai cittadini come il trasporto pubblico locale». 

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