6 Maggio. I perché dello sciopero generale della CGIL

ROMA – Verte sui due grandi temi di fisco e lavoro la mobilitazione proclamata dalla CGIL per domani. Uno sciopero generale che forse non è una risposta ma che certamente pone molte domande. Dopo 36 mesi di governo Berlusconi a grandissima maggioranza, e quindi a grandissima responsabilità, il paese è in ginocchio.

Una serie di misure hanno comportato, nelle parole della CGIL, “l’abbassamento delle tutele e la cancellazione dei diritti. Lo stato sociale è stato tagliato indiscriminatamente. Penalizzati i pensionati, negato il futuro ai giovani, umiliato il lavoro e la dignità delle donne.”
Lo sciopero di domani, che per gran parte delle categorie della CGIL interesserà l’intera giornata, serve a richiedere una svolta urgente alle politiche di governo, per fermare l’arretramento del paese e contrastare quel degrado e quel declino cui non ci si vuole rassegnare.
La CGIL percorre quindi la strada dello sciopero generale e lo fa promuovendo una mobilitazione che ruota intorno ai temi del Fisco e del Lavoro. Il Fisco visto anche come strumento di giustizia sociale, ed il Lavoro come via per la crescita economica e sociale.

La CGIL articola i due grandi temi in 12 punti. Le dodici ragioni della CGIL per lo sciopero generale di domani 6 maggio.
1-    Difesa del lavoro, creazione di un valido sistema di ammortizzatori sociali e promozione della buona occupazione. Investimenti pubblici in infrastrutture, ricerca e innovazione.
2-    Difesa dei redditi e alleggerimento del fisco tramite una vera lotta all’evasione.
3-    Riordino del sistema degli incentivi alle imprese, con particolare attenzione al Mezzogiorno
4-    Investimenti per scuola, università e patrimonio storico culturale del paese
5-    Rifinanziamenti del servizio pubblico sanitario
6-    Miglioramenti del sistema pensionistico, della rivalutazione degli assegni e garanzie alle future generazioni di assegni degni.
7-    Interventi straordinari per l’occupazione giovanile.
8-    Incentivi all’occupazione femminile e obbligo del congedo di paternità.
9-    Rinnovo dei contratti del pubblico impiego.
10-    Interventi per contrastare il lavoro nero e regolazioni relative ai diritti di cittadinanza
11-    Federalismo. Definizione dei livelli essenziali per contrastare il crearsi di ulteriori spaccature
12-    Democraticizzazione delle Rappresentanze sindacali sui luoghi di lavoro.

Domani sarà quindi una giornata di lotta per gli aderenti alla protesta ed anche una giornata difficile per chi alla protesta non aderirà.
Questa la mappa della protesta comunicata dalla CGIL, settore per settore.

Pubblico impiego e Scuola: lo sciopero sarà per l’intera giornata anche a sostegno del rinnovo dei contratti del settore bloccati dalla manovra estiva 2010 del Governo. Negli ospedali saranno garantite le prestazioni essenziali ma potranno essere rinviate le visite ambulatoriali.

Trasporti: Piloti, assistenti di volo e personale di terra degli aeroporti scioperano per quattro ore dalle 10 alle 14. Sempre di quattro ore, dalle 14 alle 18, lo stop nel trasporto ferroviario. Bus, metro, tram e ferrovie concesse si fermeranno secondo modalità stabilite localmente e nel rispetto delle fasce di garanzia. A Roma dalle 8,30 alle 12.30; a Milano dalle 18 alle 22; a Napoli dalle 9,30 alle 13,30; a Torino dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; a Firenze dalle 17.30 alle 21.30; a Venezia dalle 10 alle 13; a Genova dalle 9,30 alle 17; a Bologna dalle 19.30 a fine turno; a Bari dalle 20 a fine turno; a Cagliari 10 alle 14 ed a Palermo dalle 9,30 alle 13,30. Interessati allo sciopero anche navi e traghetti che ritarderanno di 4 ore le partenze, gli autisti di camion per tutto l’arco della giornata, i lavoratori portuali per 4 ore per ciascun turno di lavoro, gli addetti alle autostrade per 4 ore al termine di ciascun turno ed il personale dell’Anas per l’intera giornata. Lo sciopero infine per quattro ore interesserà anche l’autonoleggio, il soccorso autostradale, le autoscuole, i trasporti funebri e gli impianti a fune. La Filt contesta i pesanti tagli ai trasferimenti di spesa pubblica nel trasporto locale (TPL e FS), il blocco della contrattazione (Anas) e il conseguente acuirsi delle difficoltà finanziarie, produttive ed occupazionali delle aziende pubbliche nazionali e locali.

Banche: per i lavoratori del settore la Fisac ha esteso lo sciopero all’intera giornata.

Commercio e turismo: nei due settori lavorano quasi tre milioni di dipendenti. I lavoratori aderenti alla Filcams sciopereranno per l’intera giornata anche per protesta contro l’accordo per il rinnovo del contratto firmato nei mesi scorsi solo da Cisl e Uil.

Edili: per l’edilizia, il legno e gli altri comparti delle costruzioni le ore di sciopero sono state estese a otto. In particolare la Fillea vuole sottolineare la crisi in cui si trova il settore e chiedere il rilancio degli investimenti pubblici.

Metalmeccanici: anche per questo settore la Fiom ha esteso la protesta a otto ore.

Poste e telecomunicazioni: otto ore per le poste e per l’intero comparto delle Tlc. Scioperano anche i lavoratori della Rai aderenti alla Cgil per l’intera giornata, ma anche i lavoratori dello spettacolo e della produzione culturale, sempre per l’intera giornata.

– Resta lo sciopero di solo quattro ore per i lavoratori del settore alimentare, della chimica e del tessile, salvo casi specifici nei quali la protesta è estesa a otto ore.

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