Lega Nord. Tosi e il Veneto rompono con Salvini, è un dittatore

ROMA – Situazione ancora tesa nella Lega Nord. Flavio Tosi non ha digerito il “niet” impoosto dal suo segretario di partito:”Salvini ha scelto una linea dittatoriale di governo della Lega Nord e se ne assume la responsabilità”, ha tuonato il sindaco di Verona.

E poi: “La decisione del segretario federale nei miei confronti- ha detto Tosi durante una conferenza stampa – è stata più un pretesto che altro. Perchè visto il nuovo  corso che Salvini ha dato alla Lega, l’impressione è che non ci sia qualcuno che ricordi quali i valori fondativi su cui è nata la Lega. Non si può essere la mattina secessionisti e alla sera sostenere l’unita” d’Italia, cosa che è avvenuta in maniera clamorosa”.

“La scelta di Salvini – aggiunge Tosi –  rischia di creare come non mai delle tensioni interne fortissime nella Liga Veneta e di spaccare, quindi, i rapporti interni. Lo fa a ridosso delle elezioni regionali danneggiando la Lega solo per liberarsi di me”.

Insomma lo scontro non è solo  tra Tosi e Salvini, ma tra la Liga Veneta che non accetta di essere soffocata dalla linea del carroccio. D’altra parte, come avevano denunciato  mei giorni scorsi quelli della Liga Veneta, Salvinista percorrendo una strada diversa rispetto all’idea di Gianfranco Miglio, puntando ad avere una sponda nazionalista che possa far incassare al Carroccio voti nuovi. 

Sulla vicenda è intervenuto anche Andrea Causin, deputato veneto di Area Popolare: “L’espulsione di Tosi dalla Lega Nord  non può essere derubricata come una semplice vicenda statutaria interna al movimento. Salvini ha compiuto una scelta, preferendo il modello politica – propaganda di Zaia, a quello della buona amministrazione della città di Verona che ha realizzato Tosi”.

“Ha scelto di sposare senza condizioni il populismo e il nazionalismo delle destre europee, archiviando 25 anni di battaglie sulle autonomie e il federalismo, portate avanti dalla Liga Veneta e da amministratori locali come Tosi e altri sindaci di diversi colori politici. Se Tosi confermerà la disponibilità a candidarsi a  governare il Veneto, con lo stile della buona amministrazione della città di Verona, e con l’obiettivo di mettere al centro il tema delle autonomie, del federalismo fiscale e una patto vero di rinascita economica e culturale della regione, potrà contare sul mio convinto sostegno, e su quello di tanti amministratori locali”.

E infine: “Sono certo che anche gli altri soggetti politici che sono impegnati nella ricostruzione dell”area dei moderati, e che da mesi vengono gratuitamente insultati dal fascioleghismo di Salvini, non debbano perdere l’occasione di sostenere un progetto alternativo sia all’immobilismo di Zaia, sia a un centro sinistra veneto che  appare ancora troppo distante dal profilo riformatore di Renzi”.

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