Sparatoria Tribunale Milano, ucciso un magistrato. Arrestato l’omicida

MILANO – Una sparatoria si è verificata questa mattina intorno alle 11.00 all’interno del Palazzo giustizia, dove si sono vissuti veri attimi di terrore.  Il Tribunale è stato subito isolato per ragioni di sicurezza. Nella sparatoria, che si è verificata al secondo e al terzo piano del Palazzo, è stato ucciso il giudice Fernando Ciampi.

Al momento risultano essere tre le vittime dell’attentato. L’omicida, Claudio Giardiello, è stato arrestato. Dopo una breve fuga prima all’interno del Palazzo, l’uomo era riuscito a fuggire all’esterno ma è stato successivamente bloccato dai carabinieri a Vimercate mentre era in sella a una motocicletta e ancora in possesso della pistola Beretta 7.65 con la quale aveva sparato 13 colpi al tribunale. Giardiello è stato individuato grazie alle telecamere dei sistemi di sicurezza di Vimercate e dei comuni limitrofi. “Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato” sarebbero state le prime parole che ha detto l’omicida subito dopo la cattura. Poco più tardi l’uomo ha avuto un malore ed è ora ricoverato in ospedale.

Dopo la sparatoria di questa mattina gli uomini della sicurezza e gli agenti delle forze dell’ordine hanno chiuso gli accessi all’edificio che è stato evacuato e dove ovviamente è stata bloccata, l’attività giudiziaria milanese.  In un primo momento  il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati ha risposto ad alcuni giornalisti dicendo “non sappiamo nulla di certo”.

foto.jpgA sparare è stato Claudio Giardiello, 57 anni di Benevento, imputato in un processo per bancarotta. Giardiello lavorava nel settore edilizio e aveva alcune società ma negli ultimi tempi si trovava in gravissime difficoltà finanziarie, sfociate in diverse cause giudiziarie. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo avrebbe sparato quando uno dei legali ha rinunciato alla sua difesa.”E’ una persona sopra le righe, ingestibile come cliente perché non ascoltava mai i consigli. Era uno che pensava che tutti lo volessero fregare, era paranoide”. Questa la descrizione dell’avvocato di Giardiello, Valerio Maraniello.

Giardiello ha esploso diversi colpi di pistola contro alcune persone, ferendone a morte tre. Una delle vittime è appunto il giudice fallimentare di Milano, Fernando Ciampi, colpito nella sua stanza al secondo piano del Palazzo di Giustizia. La morte di Ciampi è stata immediatamente confermata dal procuratore della Corte d’Appello, Giovanni Canzio. Le altre persone decedute sono l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, Giorgio Erba coimputato di Giardiello. Erba è morto in ospedale non per essere stato raggiunto dagli spari ma vittima di un probabile infarto. Giardiello ha sparato senza però colpirlo anche al pm Luigi Orsi. 

Sul posto è arrivato anche il capo della squadra mobile di Milano, Alessandro Giuliano. Al terzo piano dell’edificio numerosi agenti delle forze dell’ordine e militari dei Carabinieri hanno presidiato l’area mentre il 118 è subito intervenuto per prelevare i feriti. 

Anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha lasciato la prefetura di Milano, dove è stato sospeso il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. 

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni si è detto sconvolto per quanto accaduto.  “E’ sconvolgente – ha dichiarato Maroni – e inconcepibile che uno possa entrare in Tribunale con un’arma, che una persona qualunque riesca ad entrare con una pistola … una lacuna del sistema di controllo e sicurezza del Tribunale che va subito colmata”.

Rimane al momento un mistero come Giardiello sia risucito ad entrare in Tribunale armato. Secondo le ultime indiscrezioni infatti i metal detector erano tutti funzionanti, anche se qualcuno stamattina ha riferito invece che quello di un ingresso laterale di Palazzo di Giustizia era rotto. Per il procuratore  Edmondo Bruti Liberati  invece Claudio Giardiello sarebbe entrato mostrando un falso tesserino da un ingresso laterale del Palazzo e dalla porta riservata all’accesso di magistrati, avvocati e cronisti.

Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha lasciato la prefettura di Milano, dove e’ stato sospeso il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, per recarsi al tribunale di Milano. Intenzione del primo cittadino era “intervenire” e “mediare perché questa persona si arrenda e non faccia aumentare la tragedia che è già enorme”. Pisapia ha  espresso successivamente “cordoglio mio e di tutta la città per le vittime della tragedia. Ringrazio tutte le forze dell’ordine intervenute sul posto e i carabinieri che hanno arrestato il responsabile del folle gesto. Sono vicino alle famiglie delle vittime, tra cui il giudice Fernando Ciampi che conoscevo personalmente e che ho sempre apprezzato per la sua professionalita’ e umanita’ – ha proseguito Pisapia – . La mia vicinanza a tutta la magistratura, all’avvocatura e ai lavoratori di Palazzo di Giustizia”.

“L’ipotesi che qualcuno possa entrare nel Tribunale di Milano armato di pistola “dovrebbe essere difficile, impossibile, ma non sono in grado di giudicare perche’ non conosco i fatti”, ha commentato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone.  “So che è morto un collega e la cosa a dir poco mi sconvolge – ha aggiunto Cantone – ma ribadisco che non so nulla dell’accaduto”.

Da Roma  è arrivato anche il ministro della Giustizia Orlando. Il ministro dell’Interno Alfano, già a Milano per il Comitato ordine e sicurezza, si è recato a Palazzo di Giustizia, con lui anche il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, e il presidente della Corte d’appello, Giovanni Canzio. 

Dell’accaduto è  stato tempestivamente avvertito il premier Matteo Renzi, che ha seguito la situazione tenedosi in contatto con i ministri Alfano e Orlando. Renzi ha poi parlato con il carabiniere che ha fermato a Vimercate l’autore della sparatoria. Renzi ha poi rassicurato: “Il nostro impegno è che questo non accada più”. “Oggi è accaduta una cosa gravissima e incomprensibile. Abbiamo dato un mandato molto forte a fare massima chiarezza sulle falle del sistema che ci sono state, perché è impensabile e impossibile che si sia potuto introdurre un’arma in un tribunale”.  A breve ci saranno aggiornamenti. Non spetta al Governo informare”.

Il guardasigilli Andrea Orlando ha dichiarato  a margine di una seduta al Senato: “Non ci sono mai arrivate segnalazioni su un deficit nelle strutture. Bisogna capire se ci sono state delle falle”.

CSM e ANM cordoglio e sgomento

“Sgomento per i gravissimi fatti di Milano e profondo cordoglio ai familiari del giudice ucciso, dott. Fernando Ciampi, e a quelli delle altre tre vittime di questo folle gesto da parte mia e di tutto il Consiglio”. Queste le prime parole del Vice Presidente del Csm, Giovanni Legnini, rientrato immediatamente a Roma, alla notizia della sparatoria al Tribunale di Milano. “Sono in contatto con il Presidente della Repubblica, con i Capi degli Uffici Giudiziari di Milano e con i Consiglieri con i quali tra poco – prosegue – ci riuniremo per decidere sulle iniziative che l’Organo di governo autonomo della magistratura intraprenderà fin dalle prossime ore in segno di solidarieta” alla magistratura milanese ed italiana e per porre con forza l’esigenza di maggiore sicurezza degli uffici giudiziari e di tutti gli operatori del sistema giustizia”.

L’Anm, in una nota, “esprime profondo sgomento e dolore per i tragici eventi accaduti nel Palazzo di Giustizia di Milano, nei quali ha trovato la morte anche il collega Fernando Ciampi, e manifesta sentita solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime e ai feriti”.
“I fatt i- aggiungono- ripropongono drammaticamente il problema della sicurezza all’interno dei luoghi in cui quotidianamente si lavora per l”affermazione della legalità, luoghi nei quali il rischio di atti di violenza è particolarmente elevato e dunque eccezionali devono essere le garanzie di tutela dell”incolumità di tutti gli operatori di giustizia e dei cittadini. L’Anm chiede con forza che si provveda all”adozione di misure urgenti”.
Il presidente dell’Anm Rodolfo M. Sabelli e il segretario generale Maurizio Carbone parteciperanno domani mattina all’Assemblea organizzata dalla Giunta distrettuale presso il Palazzo di Giustizia di Milano.

Intanto su Facebook spunta la pagina ‘Claudio Giardiello Criminale o Eroe?’

“Come definire Claudio Giardiello! 
Sicuramente gesto forte ma pensiamo alla situazione dietro a quest’uomo, tagliuzzato da uno stato che vuole solo fregarti le tasse, messo in croce con continui processi e condanne, sicuramente derubato di tutti i suoi beni materiali e per finire hanno tentato di metterlo pure in gabbia.
Ora io non voglio assolutamente giustificare il suo gesto ma riflettiamo su quanti Claudio Giardiello ci sono in Italia per colpa di uno stato strozzino, con situazioni simili pronti ad esplodere”.

Condividi sui social

Articoli correlati