Immigrazione. L’Europa nel caos fa i conti con un esodo incontrollabile

ROMA – Tra ipotesi di libera circolazione, come stabilisce la dichiarazione universale dei diritti umani, e convenzione di Schengen che si prefigge il “controllo” delle persone, l’Europa si trova nell’incapacità di affrontare un esodo di massa incontrollato.

Migliaia di persone che fuggono da fame e disperazione alla ricerca di un barlume di speranza contro l’impossibilità d’accoglienza che molti stati membri aprioristicamente hanno annunciato innalzando i muri dell’isolamento per difendere il proprio status economico. Per non parlare dei proclami che parlano di invasioni, alimentando ulteriormente il razzismo e l’esclusione sociale.

Tuttavia, a parte le tante parole che si continuano a spendere su questo dramma, mancauna vera e propria azione politica di una Europa che, è bene precisarlo, si è svegliata tardivamente su questo fenomeno. In Italia abbiamo un sistema di accoglienza che, nonostante la buona volontà di molti operatori,  è insufficiente a far fronte ad una migrazione di massa, in Europa abbiamo chi chiude le frontiere e si barrica dietro a un “niet”, come Ungheriea e Grand Bretagna, mentre la realtà quotidiana parla di carrette del mare affondate, di corpi inghiottiti dagli abissi, di tir carichi di cadaveri che non arriveranno mai nella terra promessa.

E in un contesto in cui i Paesi di provenienza dei migranti sono al collasso diventa difficile creare dei corridoi umanitari che possano contenere il numero delle vittime. Insoimma, inutile nasconderlo siamo nel caos totale.

Insomma ci troviamo impreparati di fronte ad un evento temuto. Laura Boldrini ha detto alla Conferenza Mondiale dei Presidenti dei Parlamenti

che “l’attitudine migliore non e’ tornare indietro, ma andare avanti in un’ottica piu’ utile per tutti”. Ma quale sarebbe l’ottica più utile? Difficle al momento trovare una soluzione adeguata se non esiste una cooperazione fattiva da parte di tutti gli Stati coinvolti in Europa, se la crisi economica che attraversa gli europei, è un’altra componente che incide profondamento sul sentimento della solidarietà.

Ieri il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha detto che  la sfida dell’immigrazione “mette alla prova la capacità della Ue di rispondere a questa crisi. I numeri degli arrivi sono importanti, ma sono assolutamente gestibili per un continente da 500 milioni di abitanti”. Ma per rispondere in maniera efficace al fenomeno della migrazione, “la cui sfida durerà, con i flussi destinati ad aumentare”, i Paesi Ue “devono mostrare unità e responsabilità”, ha aggiunto.

Per ora l’unica cosa certa è che i flussi migratori non si fermeranno.

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