Nucleare. La Cassazione conferma il referendum. Un’altra sberla a Berlusconi

ROMA – Ai pirati berlusconiani non è riuscito l’ultimo assalto, quello che avrebbe comportato un ricco bottino: il fallimento dei referendum indetti dall’Idv e da altre organizzazioni ecologiste, fra i quali c’è quello pericolosissimo, per Berlusconi, del legittimo impedimento. L’avevano studiata in punto di diritto, manomettendo, con un meccanismo che non ha convinto i giudici della Corte di Cassazione, il quesito referendario ma senza optare per una scelta definitiva contro il nucleare. In realtà, con il provvedimento manipolativo approvato dalla maggioranza, si era solamente posticipata l’individuazione dei nuovo siti, collegandola a future e ipotetiche indagini sulla sicurezza da approntare in ambito comunitario. Insomma, una vera e propria rapina ai danni di un diritto costituzionale, sancito dall’articolo 75.

LA CASSAZIONE CONFERMA. Non si tratta di un “colpo di mano”, come titola, manipolando a sua volta la realtà, “Il Giornale” ma di una decisione, presa a maggioranza dall’ufficio elettorale del supremo Collegio, che accoglie le argomentazioni dei principali giuristi che si erano espressi sull’argomento. L’avvocato dei ricorrenti, il costituzionalista Massimo Pace, ha fondato le sue eccezioni al provvedimento che formalmente abrogava l’individuazione delle nuove centrali asserendo che, in base alle dichiarazioni di molteplici esponenti del governo e alle formule letterali utilizzate dalla legge di iniziativa governativa approvata dal Parlamento, si comprendeva “ictu oculi” come la volontà fosse quella di “rimandare” ad un futuro prossimo il nucleare e, quindi, tutto il contrario di quella “abrogazione sostanziale” che sola, in base a quanto prescrive la legge che regola la materia referendaria, può rendere superfluo il ricorso alle urne.

L’ENTUSIASMO DEI COMITATI. La decisione, che rappresenta un’ulteriore ceffone al potere berlusconiano, è stata accolta ovviamente con grande gioia dall’Idv e dai comitati promotori dei quesiti sulla privatizzazione dell’acqua. Antonio di Pietro ha tenuto a precisare quale sia il corretto modo di interpretare i quesiti referendari: “È vero, abbiamo detto che il referendum sarebbe stato una spallata al governo ma da oggi facciamo un cambio di passo tenendo l’attenzione puntata sul contenuto dei quesiti. Acqua, aria e legalità sono tre temi che poniamo all’attenzione di tutti i cittadini a prescindere che siano elettori di centrodestra o di centrosinistra. Questi sono temi che interessano tutti”. Enrico Letta, per il Partito democratico, sottolinea che “la questione nucleare è la più importante del Paese ma è frutto di un atteggiamento, berlusconiano, tipico della furbizia del gioco delle tre carte. E cioè quello di aver tolto di mezzo il referendum con l’idea di riconfermare la scelta”. Il responsabile dei Verdi, Angelo Bonelli, aggiunge: “Oggi è una bella giornata in cui ha vinto la democrazia e hanno trionfato i diritti dei cittadini”.

VALENZA POLITICA DEL REFERENDUM. Ora il Governo farà di tutto, e molti suoi esponenti si sono già impegnati su questo fronte, per non collegare l’esito referendario alle vicende dell’attuale maggioranza, già vulnerata dalle percosse subite alle amministrative. Ma anche questo è un tentativo maldestro. Fra i quesiti sottoposti agli elettori, infatti, c’è quello che intende abrogare una legge “ad personam”, cioè il legittimo impedimento, che consente di mettere uno scudo difensivo anticostituzionale ai processi in corso al premier. È evidente che se gli elettori abrogassero il legittimo impedimento, ciò sarebbe un inequivocabile segnale di rifiuto delle politiche berlusconiane in materia di giustizia, finalizzate esclusivamente alla difesa degli interessi di una persona. Ma non sarà facile raggiungere il quorum del 50,1%. Secondo le ultime indagini, circa il 53% dei cittadini è disposto a recarsi alle urne ma il dato non tiene conto del calo di attenzione che oramai caratterizza gli eventi giapponesi e la scarsa informazione sui quesiti referendari, dovuta soprattutto alle televisioni “berlusconizzate”. Il Pd ha compreso l’importanza della posta in gioco e ha anticipato che si impegnerà con tutte le sue forze per il raggiungimento della maggioranza assoluta di partecipanti al voto.

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