Giustizia. Italiani sempre più poveri, la metà ha diritto a gratuito patrocinio

L’SOS degli avvocati dal convegno nazionale a Roma

ROMA – Mentre la propaganda di governo parla di segnali di ripresa, di occupazione e di crescita del Pil arriva l’ennesimo allarme che di fatto smonta tutti gli ottimismi. Questa volta sono gli avvocati a lanciare l’allarme durante il  convegno nazionale, a Roma, sul gratuito patrocinio e sul ruolo indispensabile degli avvocati nella tutela degli indifesi. In effetti, come spiegano i legali, la soglia di povertà si è abbassatta e sempre più italiani che, prima della crisi, appartenevano alla media borghesia iniziano a chiedere il gratuito patrocinio, oppure hanno un reddito che non supera la soglia dei 15 mila euro tale da essere ammessi al gratuito patrocinio.

Una cartina tornasole, quella degli avvocati che non lascia spazi a libere interpretazioni sull’attuale stato della crisi economica. “Il 50% dei 41 milioni e quattrocentomila contribuenti italiani è nella soglia di ammissibilità al beneficio penale ovunque vi sia un nucleo familiare monoreddito con coniuge e 2 figli a carico”, spiega l’avvocato Alberto Vigani, coordinatore della Commissione patrocinio a spese dello Stato Oua, dati Mef 2013 alla mano. E la situazione, per dirla con il collega Pietro Di Tosto, consigliere segretario dell’Ordine degli Avvocati di Roma, “oggi è anche peggiorata. Solo nella capitale si contano circa 400 richieste settimanali di ammissione al gratuito patrocinio”. 

E non solo. Le cifre sono destinate a crescere man mano che si va al sud del Paese. “Nel caso della Calabria, ma vale anche per le contigue regioni meridionali, la soglia – osserva Vigani – si abbassa: il dato mediano si avvicina ai 13 mila euro consentendo di includere nell’ammissione al beneficio penale il 50% della popolazione e così di ritenere aventi diritto al patrocinio a spese dello Stato un milione di residenti su due”. 

Prendendo in considerazione i lavoratori dipendenti, spiega l’avvocato Vigani, si ricava che “ben più di un milione (1.059.735) sono nello scaglione reddituale da 10 mila a 12 mila euro”. Non vanno dimenticati i pensionati: “sono 15.130.975 – sottolinea ancora il coordinatore della Commissione patrocinio a spese dello Stato Oua – e nella fascia da 10 mila a 12 mila euro sono il 7,74% mentre in quella da 12 a 15 mila euro sono l’11,32% dei contribuenti”. Il 50% degli italiani che richiedono il gratuito patrocinio, osservano ancora Vigani e Di Tosto, lo fanno per dirimere liti famigliari. Una mole di richieste di gratuito patrocinio destinata a non fermarsi, come è emerso al convegno organizzato a Palazzo di Giustizia alla presenza del vice ministro della Giustizia Enrico Costa, che deve tenere conto dei lunghi tempi di attesa per gli avvocati prima di ricevere la liquidazione dallo Stato. “I pagamenti a Roma avvengono a distanza di quattro anni”, lamenta Vigani che ricorda che lo scorso maggio è stato depositato il ddl 3109 che si propone di superare i tempi infiniti di pagamento delle parcelle del gratuito patrocinio  consentendo la compensazione facoltativa dei detti crediti con le imposte(Irpef ed IVA) dovute dal professionista. “Lo Stato da troppo tempo ci sta usando come banca – denuncia l’avvocato Piero Di Tosto – perchè la verità è che siamo noi avvocati a prestare soldi allo Stato. Lo denunciamo da dieci anni e nulla è cambiato”. Tira le somme l’avvocato Alberto Vigani: “senza difesa non c’è giustizia ma soltanto se si dotano gli avvocati degli strumenti necessari si riuscirà a garantire giustizia per tutti”.

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