De Luca indagato, il Pd ora risponda

ROMA – Sembra ieri, quando il PD si prodigava a  candidare De Luca alla regione Campania, nonostante la vicenda giudiziaria che lo riguardava. Oggi le cose sono davvero diverse e forse lo stesso Matteo Renzi farebbe bene a fare una profonda riflessione, visto l’epilogo di questa vicenda. Anche nel rispetto di Ignazio Marino, cacciato senza indugi per qualche scontrino.

De Luca al contrario è  indagato dalla Procura di Roma per corruzione per induzione, insieme a altre sei persone. Tra loro,  ci sono Carmelo Mastursi, ex capo della segreteria di De Luca (si è dimesso lunedì); il magistrato della I sezione civile del Tribunale di Napoli, Anna Scognamiglio (relatrice nell’ordinanza collegiale che il 22 luglio ha decretato la sospensione della sospensiva disposta per il governatore della Campania in base alla legge Severino); il marito del magistrato partenopeo e manager ospedaliero Guglielmo Manna. Secondo i pm della Capitale Manna avrebbe trattato con Mastursi un importante incarico nella sanità campana, prospettando in cambio lo stop alla legge Severino in favore di De Luca. In questo modo, sostiene la Procura, potrebbe essere stata “truccata” la sentenza del 2 luglio del Tribunale di Napoli che aveva sospeso d’urgenza il decreto del 26 giugno del premier

Matteo Renzi che, in virtù della legge Severino, aveva a sua volta sospeso l’insediamento di De Luca come presidente della Campania.In una nota De Luca ha dichiarato “senza alcun margine di equivoco la mia totale estraneità a qualunque condotta meno che corretta. E’ mia intenzione fare in modo che si accendano su questa vicenda i riflettori nazionali, trovandomi nella posizione di chi non sa di cosa si stia parlando ho già dato incarico al mio avvocato per chiedere di essere sentito dalla competente autorità giudiziaria. Per me, come per ogni persona perbene, ogni controllo di legalità è una garanzia, non un problema. E su questo, come sempre, lancio io la sfida della correttezza e della trasparenza”.

Inutile dire che adesso il dito è tutto puntato su Renzi, il quale adesso dovrà decidere di recuperare quel poco che c’è. Qualcuno già si chiede se il partito democratico userà la cura Marino anche per De Luca. Intanto a gran voce viene chiesto al premier di riferire in Aula questa inquietante vicenda.  

Del Luca dal canto suo si difende: “Io sono parte lesa in questa vicenda, io e l’istituzione che rappresento”. E poi: “Sostengo pienamente l’azione della magistratura e la invito ad andare avanti, dice De Luca durante la conferenza stampa organizzata questa mattina a Napoli. “Non sono a conoscenza di nulla, non so chi sia questo Manna che faccia, dove viva”..

Stando al decreto di perquisizione che il 19 ottobre scorso è stato disposto dalla Procura di Roma nei confronti di tutti gli indagati, ad eccezione proprio del presidente della Regione, De Luca, il quale sarebbe stato minacciato «di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale civile di Napoli, con conseguente perdita della carica ricoperta» e per questo indotto «a promettere a Guglielmo Manna, sempre per il tramite dei due, la nomina a una importante carica dirigenziale».   Insomma De Luca non demorde e dice di voler combattere al fianco del suo partito per la legalità e la trasparenza. 

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