Referendum. Che botta per il governo. Quorum al 57%. I sì oltre il 90%

ROMA – Al termine dello scrutinio  i pronostici ventilati subito dopo la chiusura dei seggi si sono materializzati. Conferma dopo conferma i numeri del quorum sono cominciati a salire fino a raggiungere il 57%. In alcuni comuni il risultato è stato sorprendente, come a Roma dove il 95% dei cittadini ha sbarrato il SI’ su tutti i quattro quesiti referendari.

Un risultato importante, significativo, che non si vedeva da anni e  che arriva dritto allo stomaco al governo Berlusconi che fino all’ultimo ha  appoggiato in maniera subdola il nucleare, la privatizzazione delle risorse idriche e il legittimo impedimento. Ora è il momento di incassare, ma di saper gestire adeguatamente questo risultato, che ricordiamo è una vittoria partita dal basso.

16,12 – “È con grande emozione che posso dire di essere orgoglioso di aver fatto, prima come Pm di Mani Pulite, e oggi come leader dell’Idv qualcosa di importante per il Paese”. E’ quanto ha detto Antonio Di Pietro partecipando a una affollatissima conferenza stampa nella sede nazione dell’Italia dei Valori. “Abbiamo detto no al nucleare e soprattutto abbiamo stabilito un principio sacrosanto scritto nell’articolo 3 della Costituzione, vale a dire che la legge è uguale per tutti”.

 

15,57 – Per il terzo polo Berlusconi deve andare a casa.  !La grande partecipazione popolare ai referendum -si legge nella dichiarazione congiunta di Fini, Casini e Rutelli – dimostra la volontà degli italiani di tornare ad essere protagonisti: è ormai chiaro che la maggioranza e il governo sono totalmente sordi, incapaci di capire ciò che vogliono gli italiani”.

 

15,53 – Va attestandosi tra il 56 e il 57% l’affluenza alle urne per i quattro referendum, quando sono arrivati al Viminale i dati del 30% dei comuni italiani. Lo si rileva dal sito del Ministero dell’Interno. Se il dato sarà confermato per gli altri comuni, il quorum per la validità dei referendum sarà raggiunto.

 

15,45 – Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone accusa la sinistra di strumentalizzare l’esito del referendum con il suo “vizio storico”. “Gli elettori hanno parlato, e dunque vanno ascoltati” precisa l’ex radicale.

Peccato che i cittadini abbiano dovuto aspettare un referendum per far valere le proprie ragioni su temi così importanti e che gli intenti si siano rivelati esattamente opposti a quello del governo. Inutile dire che ora la maggioranza stia tentando di salvare quel poco che resta in termini di credibilità. Intanto Oliviero Diliberto, segretario nazionale del PdCI-Federazione della sinistra commenta: “Il quorum è fatto, ora via il governo”. Secondo Diliberto “il raggiungimento del quorum ai referendum, dopo il risultato delle recenti amministrative, testimonia la richiesta di cambiamento che c’è nel Paese. Solo un governo cieco, sordo e al limite della decenza politica e istituzionale, che ha fatto di tutto per affossare i referendum, può pensare di rimanere a governare”.

 

15,36 – È quasi al 56% l’affluenza alle urne per i quattro referendum, quando sono arrivati al Viminale i dati del 20% dei comuni italiani. Lo si rileva dal sito del Ministero dell’Interno. Se il dato sarà confermato per gli altri comuni, il quorum per la validità dei referendum sarà raggiunto.

 

15,27 – Va attestandosi oltre il 55% l’affluenza alle urne per i quattro referendum, quando sono arrivati al Viminale i dati del 10% dei comuni italiani. Lo si rileva dal sito del Ministero dell’Interno. Se il dato sarà confermato per gli altri comuni, il quorum per la validità dei referendum sarà raggiunto.

 

15,19 – Secondo l’instant poll elaborato dall’istituto Emg ‘affluenza per il referendum oscillerebbe tra il 54,5 e il 59,5%.

I No nuke   i Verdi, guidati da Angelo Bonelli si sono dati appuntamento a piazza della Rotonda, sotto il Pantheon, per festeggiare il raggiungimento del quorum sui 4 quesiti referendari e in particolare hanno applaudito ai risultati raggiunto da quello sul nucleare. In piazza anche uno striscione con la scritta “Berlusconi radioattivo” e le bandiere del solo che ride e dei verdi. “Possiamo dire con certezza che democrazia è fatta e che il quorum si possa assestare al 57%”, ha detto Bonelli che ha poi ringraziato  tutta l’Italia  e brindato con un countdown, modello Capodanno allo scoccare delle 15 e al raggiungimento del quorum mentre tutti intonavano il coro “VITTORIA”.

Grande entusiasmo anche  nella sede dell’Italia dei valori in via Santa Maria in Via non appena dagli schermi tlevisivi emergono i dati dell’Instant poll sull’amplissima soglia di sicurezza relativa al quorum raggiunto per i referendum di cui il partito di Di Pietro è stato promotore per quanto riguarda i quesiti sul nucleare e legittimo impedimento. In sala stampa, dove a breve è atteso il leader, sono scattate grida di gioia e applausi per una notizia lungamente attesa ma di cui si attendeva la conferma ufficiale.

 

15,09 – Ancora polemiche. In un’interrogazione, il senatore del Pd Stefano Ceccanti segnala che le esternazioni di Maroni e Berlusconi a urne aperte  violano senz’altro la correttezza istituzionale ma forse anche l’articolo 100 del Testo Unico Camera che secondo l’articolo 50 della legge sui referendum è applicabile pure a quel tipo di consultazioni e che punisce anche in termini penali chiunque in qualunque modo altera il risultato della votazione.

 

Ceccanti chiede pertanto di sapere  se per il futuro si intenda rientrare nella più rigorosa correttezza istituzionale di un Paese a democrazia pluralista che richiede il più rigoroso silenzio durante le operazioni elettorali per rispettare le garanzie costituzionali del voto dei cittadini, evitando in qualsiasi modo di incorrere in violazioni di legge.

 

15,01 – Da questo momento chiudono i seggi sul referendum. Attesi i dati ufficiali sul raggiungimento o meno del quorum. Intanto nella capitale a Piazza Bocca della verità continuano ad affluire militanti dei comitati e semplici curiosi. L’aria che si respira è quella di una festa, anzi di una vittoria dal basso, a prescindere dal risultato.

 

14,52 – Che la sconfitta sia dura da digerire è ormai un fatto appurato all’interno di questa maggioranza. E siamo ancora nel campo delle supposizioni perchè mancano ancora 8 minuti alla chiusura dei seggi. Basta ascoltare le parole di Maurizio Sacconi, il quale tenta l’impossibile: “il referendum non è un segnale politico rivolto a Berlusconi. L’esito quindi – secondo il ministro –   non complica ne agevola il lavoro della maggioranza che ha di fronte a sè la responsabilità precisa dei provvedimenti che dovrà assumere per la stabilità e la crescita”.

 

Il ministro precisa di non aver votato perchè  non ama la democrazia referendaria, e ha aggiunto: “sono tra quelli che pensavano che i quesiti fossero mal posti”.

14,43 – A piazza affari il referendum produce i suoi effetti. Schizzano  i titoli delle rinnovabili con Kerself (+10,80%), Kr Energy (+7,43%), Ergycapital (+5,93%), Ternienergia (+3,25%) e Falk Renewables (+2,74%).

 

14,35 – Ancora polemiche sull’annuncio del ministro Roberto Maroni. “È grave che in un giorno di silenzio elettorale si lancino messaggi che rischiano di essere fuorvianti e di disincentivare i cittadini a recarsi alle urne” ha detto  il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando.

 

“Invece di perdersi in chiacchiere con annunci che non vengono supportati da dati ufficiali sul raggiungimento o meno del quorum sarebbe meglio aspettare la chiusura dei seggi, prevista questo pomeriggio alle ore 15. È troppo presto per cantare vittoria o per parlare di sconfitte. L’Italia dei Valori, che da sola ha raccolto oltre due milioni di firme e che crede fermamente in questa battaglia, è fiduciosa nel buon esito delle consultazioni referendarie ma invita tutti a una doverosa cautela

 

ORE 14,30 – I dati disponibili dell’esito referendario su Roma fanno sperare, anzi, come afferma il portavoce romano della Federazione della Sinistra, Fabio Alberti sono entusiasmanti. “I romani – aggiunge l’ex presidente di Un ponte per – hanno parlato chiaro. Ora fuori Caltagirone da Acea e Alemanno dal comune”.

 

14,25 – L’esito del referendum ancora in corso scatena la reazione di Massimo D’Alema, vista la massiccia partecipazione che probabilmente farà raggiungere il quorum. “Il Governo è molto indebolito e sarebbe ragionevole che se ne andasse” ha detto il presidente del Copasir. “Che cosa accadrà al Governo lo vedremo nei prossimi giorni. E’ prevista la verifica parlamentare il 22 giugno, è aperta sempre di più una discussione difficile fra di loro, ma i governi cadono quando vengono meno le maggioranze parlamentari che li sostengono più che quando lo decide l’opposizione, io, poi, non faccio il profeta”.

 

14,19 – Si fa aspra la polemica sull’annuncio anticipato del ministro Roberto Maroni. “Abbiano la decenza di aspettare il momento delle urne chiuse per dare gli annunci sull’esito dell’appuntamento referendario. Non siamo ancora la repubblica delle banane”. E’ quanto ha commentato Paolo Cento di Sel.

 

ORE 14,01 –   “Ancora uno sforzo e l’Italia potrà essere un posto migliore” E’ quanto afferma Nichi Vendola, presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. “Comunque vada  in queste ore di trepidante attesa dei dati ufficiali dell’affluenza alle urne ai referendum, – prosegue il governatore della Puglia – il nostro pensiero e il nostro più affettuoso ringraziamento vanno ai Comitati referendari, a coloro che hanno raccolto le firme, a queste formichine della democrazia che non saranno mai invitati nei talk show, che non saranno mai sulle prime pagine dei giornali, ma che nonostante questo stanno regalando all’Italia un’occasione preziosa per irrobustire la nostra democrazia. Proprio per questo – precisa Vendola – faccio anche un appello ai nostri militanti, e a tutti coloro che hanno creduto in questo appuntamento referendario: tutti alla Bocca della Verità”.

Nel frattempo i comitati promotori invitano tutti i cittadini a votare, ricordando loro che le urne resteranno aperti fino alle ore 15. Un invito che vuole rispondere polemicamente alla dichiarazione di Roberto Maroni sul raggiungimento del quorum. Insomma le parole di Maroni potrebberocelare una convenineza politica, quindi per i comitati bisogna continuare a votare senza lasciarsi influenzare.

ORE 13,52 – Mentre Maurizio Lupi, dice che il raggiungimento del quorum da parte dei quesiti referendari non avrà ripercussioni sul governo perchè privi di valore politico, Silvio Berlusconi già respira l’aria di una sconfitta sul piano politico.

Sconfitta che sortisce strani effetti: “Credo che lo sviluppo delle energie rinnovabili sia assolutamente importante anche per quanto riguarda l’Italia che, probabilmente, a seguito di una decisione che il popolo italiano sta prendendo in queste ore, dovrà dire addio all’opzione delle centrali nucleari. Quindi, ora dovremo fortemente impegnarci sul settore delle energie rinnovabili”, ha detto il premier. Strano a dirsi che proprio in tema di rinnovabili il decreto Romani aveva prodotto un effetto totalmente opposto.

 

ROMA – E’ iniziato il conto alla rovescia. Alle ore 15, infatti, terminerà la due giorni del referendum per abrogare i 4 quesiti che riguardano l’acqua, il nucleare e il legittimo impedimento. “Il quorum è stato raggiunto” sono le voci che circolano in questi ultimi scampoli di tempo. Lo annunciano con fiducia  il Comitato referendario per l’Acqua e per il nucleare che stanno affollando piazza di Bocca della Verità a Roma in attesa dei risultati definitivi.
Insomma tutti pronti a festeggiare l’obiettivo raggiunto. Anche il  ministro dell’Interno, Roberto Maroni ha dichiarato poc’anzi che  i dati diffusi dal Viminale fanno pensare che il quorum sarà raggiunto per tutti e quattro i referendum.

Intanto la maggioranza sente già l’odore di questa ennesima e pesante sconfitta e tenta l’ultima carta per salvare la faccia. Il sottosegretario Daniela Santanchè  arriva addirittura a dichiarare che se i cittadini si esprimessero contro il nucleare sarebbero in linea con il governo. Insomma per l’esponente del Pdl “il referendum in parte è stato già fatto dal governo”. Incredibile, ma vero come si possono cambiare le carte in tavola, visto che il governo non aveva abrogato nessuna legge a favore del nucleare, bensì si era preso un po’ di tempo per decidere sulla pericolosa fonte energetica, che senz’ombra di dubbio avrebbe voluto fare.  Anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, mette le mani avanti ritenendo “che la valenza di questi referendum non è di contrapposizione nè tra maggioranza e opposizione nè con il governo”.
Insomma pur di mantenersi a galla si è disposti di tutto, specie in questo importante risultato frutto della democrazia diretta da parte dei cittadini. E pensare che si sarebbe potuto votare in concomitanza con le amministrative risparmiando parecchi soldi pubblici. Ma per qualcuno il referendum è sempre stato un boccone amaro da digerire.

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