Renzi come Berlusconi: il Paese riparte

ROMA – Ne è passatat acqua sotto i ponti da quando l’ex premier Silvio Berlusconi ha detto che la crisi non c’era. Oggi Renzi si ripete come fece il cavaliere e dallo stadio del Boca Juniors di Buenos Aires, usa i dati dell’Inps sulla crescita dei posti a tempo indeterminato, come il suo cavallo di battaglia grazie al Jobs Act. Ma non solo. 

“Un nuovo segnale – ha ribadito il premier – di un’Italia che “sta tornando”. “C’è ancora molto da fare, ma saremo in grado di rimettere in moto il nostro Paese”, ha aggiunto tornando a rinviare al mittente le critiche di chi vedeva nel Jobs Act uno strumento di incremento della precarietà.

Per mesi ci hanno detto che il JobsAct era una prevaricazione, una violenza, un’imposizione. Oggi scopriamo che nel 2015 grazie al JobsAct ci sono stati 764.000 contratti a tempo indeterminato in piu’ (fonte INPS). Avanti tutta, con coraggio e determinazione”. E non è tutto. In un successivo post su twitter, Renzi si rivolge poi ironicamente ai ‘gufi’ sempre sullo stesso tema: “+764mila contratti stabili nel primo anno di #jobsact. Amici gufi, siete ancora sicuri che non funzioni?”.

Tuttavia, Renzi, gliassa a più riprese  sulle critiche arrivate proprio oggi dal Financial Times, il quale continua a smentire gli ottimismi del presidente del Consiglio e parla addirittura di una fortuna, la sua, che si sta esaurendo. Non è un caso – sottolinea l’autorevole quotidiano finanziario – che i problemi, proprio quelli economici, minaccino di travolgere i suoi proclami. I report dell’Istat mostrano, infatti, che l’economia è cresciuta di appena lo 0,1% nel quarto trimestre del 2015. Dati a dimostrazione della preoccupante, ragile e lenta ripresa italiana, non ancora pronta ad accelerare come previsto dalla maggior parte degli economisti. Anche le banche italiane sono state tra le più colpite dalla recente disfatta del mercato globale, scatenando i timori che il paese potrebbe essere vulnerabile di fronte a una nuova recessione, che molti osservatori dicono alle porte. Senza contare le minacce dell’Isis, l’esodo dei migranti, il preoccupante divario economico che continua a lacerare gli italiani. Insomma, di quale orrimismo parli Renzi non è dato a sapere. Proprio come accadde con Berlusconi.

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