Usa. Le primarie americane e il caso Trump

ROMA – Le primarie americane vanno avanti e una nuova tappa è prevista per il super sabato 12 marzo 2016. A Chicago è di scena il candidato finora nettamente maggioritario Donald Trump che si prepara a grandi manifestazioni di consenso dalla folla radunata in un locale adatto alle manifestazioni elettorali ma, dopo mezz’ora di tensione, di fronte a una folla imponente di avversari del populista texano. Dopo una consultazione con la polizia locale ha dovuto abbandonare la folla. Così hanno almeno sostenuto gli uomini dell’ entourage  del miliardario.

Lo staff ha comunicato che non c’erano le condizioni minime di sicurezza. Precisando che il candidato repubblicano era già atterrato a Chicago e decine di migliaia di persone lo attendevano nell’arena in cui avrebbe dovuto tenere il suo comizio. Tra l’altro un portavoce del dipartimento cittadino di polizia ha negato che le autorità preposte all’ordine pubblico abbiano sconsigliato il candidato repubblicano a tenere l’incontro con i suoi sostenitori. L’improvvisa cancellazione viene fuori dopo una serie di scontri tra opposte fazioni. Ci sono spesso nei comizi di Trump dopo che il candidato ha preso la parola e che il pubblico interviene. Sono giovani neri e a volte ragazze del movimento BlackLivesMatter  che protestano contro il razzismo e le violenze della polizia. Ci sono state scene esemplari in precedenti occasioni della campagna di Trump: un ragazzo nero che protestava viene allontanato dai poliziotti, un seguace di Trump gli molla un pugno in faccia e i poliziotti immobilizzano l’aggredito e lasciano indisturbato l’aggressore. Altre volte a protestare sono stati ispanici che contestano gli slogan contro l’immigrazione del candidato. La polizia di Chicago ha temuto di non controllare la piazza poiché la metropoli ha una grossa comunità afroamericana con frange radicali protagoniste di proteste anche violente. E circolano anche tante armi e dall’inizio di quest’anno è stato superato anche il record degli omicidi. Gli anni dal 1968 al 1972 furono teatro di campagne elettorali contestatissime e segnarono  due vittorie elettorali di Richard Nixon eletto alla Casa Bianca dalla “maggioranza silenziosa”.  L’altro candidato repubblicano e “populista” Ted Cruz ,che vuole rappresentare un diverso conservatorismo in grado di attrarre voti più tradizionali anche di non repubblicani, ha subito criticato Trump:” Trump con le sue parole violente ha creato una condizione che incoraggia questo tipo di contestanti non pacifiche.

E anche l’altro candidato repubblicano Marco Rubio ha fatto critiche a Trump criticando la “sua retorica inaccettabile”. Ma mentre Cruz ha forse ancora qualche probabilità di fermare Trump, Rubio  non ne ha nessuna.

 

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