All vertice sul nucleare, Libia e Isis in agenda

WASHINGTON- Il contrasto allo Stato Islamico (Isis) in Siria e Iraq, la stabilizzazione politica in Libia, e le relazioni con l’Egitto dopo la morte del ricercatore Giulio Regeni sono tra i temi sul tavolo del summit sulla sicurezza nucleare in corso nella capitale americana. 

Si discute quindi della minaccia terroristica dopo gli attentati di Parigi e Bruxelles e la necessità di un coordinamento per evitare che materiali nucleari siano utilizzati dall’Isis per creare una “bomba sporca” contro l’Occidente – un rischio che la Casa Bianca considera possibile seppur al momento non accertato. Si discute inoltre della stabilizzazione politica della Libia, che vede l’Italia tra i paesi sostenitori del governo di unità nazionale mediato dalle Nazioni Unite che sta ora cercando di insediarsi. Una stabilizzazione necessaria, come ribadito dallo stesso Obama ieri in un bilaterale con il presidente francese Francois Hollande, per impedire eventuali infiltrazioni di militanti islamici tra le migliaia di migranti che ogni anno si riversano sulle coste italiane per raggiungere l’Europa. I rapporti tra Italia ed Egitto, che partecipa al summit, sono un altro tema nevralgico dopo l’uccisione di Regeni al Cairo e la riluttante collaborazione delle autorità locali. Da Chicago, Renzi ha chiesto con determinazione che sia fatta verità sulla morte del ricercatore. Nonostante l’assenza della Russia, mal digerita dalla Casa Bianca, un dialogo “costruttivo” si è registrato tra il presidente cinese Xi Jinping e Obama sulla cooperazione per la sicurezza nucleare e la cyber security, nonostante restino divergenze sulla contesa nel Mar Cinese meridionale e sui piani di difesa missilistica Usa per la Corea del Sud. 

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