Melania Rea. Il marito indagato per omicidio volontario

ROMA – Dopo oltre due mesi di indagini, di testimonianze raccolte dagli inquirenti e da interrogatori a tutto campo,  l’inquietante vicenda di Melania Rea,  scomparsa il 18 aprile a Colle San Marco e ritrovata morta due giorni dopo nei boschi del Teramano sembra essere a una svolta. Infatti, nel registro degli indagati è finito il marito, Salvatore Parolisi, al quale questa mattina è stato recapitato l’avviso di garanzia. L’uomo, che al momento resta a piede libero, verrà interrogato venerdì prossimo ad Ascoli Piceno. La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati è stata confermata dal procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno Michele Renzo.

E’ un colpo di scena per le indagini, perchè fino a questo momento caporalmaggiore dell’Esercito, in servizio come istruttore al 235/o Rav Piceno di Ascoli Piceno, non era mai entrato nella rosa dei sospettati. Aveva tradito la moglie, ma questo non poteva essere un buon motivo per indagare su di lui. Tuttavia, il militare ha sempre sostenuto che nel pomeriggio del 18 aprile lui, la moglie e la figlioletta di 18 mesi, Vittoria, erano andati a Colle San Marco per una passeggiata, in attesa di partire il giorno dopo per le vacanze di Pasqua in Campania, la loro regione d’origine. Poi, così aveva raccontato, la donna si era allontanata per andare in bagno e prendere due caffè, ma da quel momento era svanita nel nulla. Un vero mistero, perchè quel giorno – secondo le testimonianze – nessuno vide Melania, nè tanto meno Parolisi che avrebbe atteso la consorte all’altalena in compagnia della piccola figlioletta.

Il 20 aprile, il tragico ritrovamento nel bosco delle Casermette di Melania, il cui corpo presentava una trentina di coltellate, alcune delle quali, come un taglio a forma di svastica, inferte dopo il decesso, i pantaloni abbassati, ma nessun segno di violenza sessuale.  Un luogo dove, paradossalmente, Parolisi disse di essersi appartato con la moglie pochi giorni prima della scomparsa.
“Me l’hanno presa, l’hanno presa”, erano state le prime parole di Parolisi durante le ricerche della moglie, come a lasciar intendere che qualcuno l’avesse rapita. Ma il racconto del caporalmaggiore non ha mai convinto gli investigatori. Nessun testimone ha visto con certezza la famigliola sul pianoro di San Marco, e le contraddizioni e le bugie del militare (ultimo episodio, l’essersi disfatto del cellulare segreto con cui telefonava a Ludovica) hanno contribuito ad aggravare la sua posizione. Decisivi, verosimilmente, anche i rilievi sul centinaio di reperti sequestrati dai carabinieri del Ris sul luogo del delitto, i controlli dei tabulati telefonici condotti dal Ros, e l’accertamento autoptico sul cadavere di Melania.

Nel frattempo Parolisi fa sapere attraverso i suoi legali di sentirsi tranquillo. L’avvocato Biscotti ha detto che nei prossimi giorni lui e l’altro difensore, Nicodemo Gentile, incontreranno il marito di melania. “Attualmente – hanno detto ai cronisti – non abbiamo in mano alcun atto ufficiale e quindi non sappiamo perchè Parolisi sia stato indagato. Abbiamo solo appreso che nei prossimi giorni dovrà presentarsi in caserma per ritirare un atto”.

Dopo questa svolta inaspettata che nessuno si sarebbe aspettato, la famiglia di Melania Rea si è costituita parte civile nell’inchiesta sull’omicidio della donna. Ieri il fratello Michele è stato ad Ascoli Piceno, per affidare l’incarico all’avv. Mauro Giommi, che domani raccoglierà anche la costituzione in giudizio dei genitori di Melania, Gennaro e Vittoria. I familiari nomineranno anche un consulente medico legale. Nella giornata di ieri, a due mesi esatti dal ritrovamento del cadavere di Melania nel bosco delle Casermette, il fratello e lo zio Rino si sono recati in quel luogo a deporre un mazzo di fiori.

Intanto la mamma di Parolisi, appresa la notizia, parla di una bruttissima notizia senza perdersi d’animo:”Credo nell’innocenza di mio figlio”, dice la donna. Ma c’è chi pensa che il cerchio attorno a questa brutta storia si stia finalmente chiudendo.

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